Un’altra edizione di Summerslam è finita alle nostre spalle. Nell’editoriale odierno mi sono chiesto: che direzione sta prendendo la cosiddetta Wrestlemania estiva? Il suo fascino resta intatto nel tempo o in quest’epoca di special event sempre più frequenti sta diventando un ppv tra i tanti?
Per rispondere a tali quesiti sono andato a riprendermi le ultime cinque edizioni, considerando un lustro un tempo sufficiente per capire quanta attenzione stiano ancora dedicando al big four di agosto.
Summerslam 2012
La portata principale era rappresentata dallo scontro tra Triple H e Lesnar, il primo capitolo di un feud che mi ha lasciato un po’ l’amaro in bocca. Brock dopo il rientro aveva fatto un bel match contro Cena, ma pur sufficiente non mi impressionò particolarmente nel main event contro The Game. Per il resto avevamo un triple threat match per il titolo WWE tra Punk, Cena e Big Show non degno di nota, un incontro che potremmo definire di transizione mentre si andava delineando la nuova indole heel del wrestler di Chicago prossimo all’alleanza con Heyman. Non andò meglio per il titolo dei pesi massimi conteso da Sheamus e Del Rio, mentre il povero Bryan lottava con poco interesse contro Kane, situazione però poi volta a suo favore con la storyline seguente del team Hell-No che lo ha rilanciato. Il resto della card non salvò un’edizione povera, non degna di un big four.
Summerslam 2013
Le cose migliorano l’anno successivo, quando nel main event abbiamo visto Daniel Bryan sconfiggere in modo pulito nientemeno che John Cena per poi venir fregato da Triple H e Orton, dando vita all’Authority. Un momento indimenticabile che rese onore al ppv estivo, una tappa fondamentale verso la definitiva affermazione di Bryan ai massimi livelli. Oltre a questo incontro ci fu l’ottima sfida senza squalifiche tra Lesnar e Punk e un gradevole Del Rio vs Christian per l’Heavyweight title. Delusione a parte per il ring of fire match tra Wyatt e Kane è stato un gran bel ppv contando anche il resto della card, un’edizione sicuramente degna di nota.
Summerslam 2014
Come ormai ogni estate è Lesnar uno dei protagonisti del ppv, nuovamente contro Cena in questa occasione. Probabilmente questo incontro si sarebbe dovuto disputare contro Bryan, ma l’infortunio post Wrestlemania ci ha privato di una bella sfida. Contro il bostoniano è stato uno squash vero e proprio, mai avevamo visto il volto della federazione così in difficoltà, inerme nelle mani dell’avversario. Quel match dopo la rottura della streak di Taker ha rappresentato il passaggio definitivo di Lesnar verso un livello superiore a qualsiasi altro wrestler del roster. Per il resto non abbiamo visto niente di particolarmente rilevante. Da Orton vs Reigns non ci si poteva aspettare un match a cinque stelle, la delusione maggiore arrivò dalla sfida tra Wyatt e Jericho, dove misero in luce la zero chimica tra loro in un feud mai decollato. Il Lumberjack match tra Rollins e Ambrose pur sufficiente non fu tra i migliori capitoli della loro rivalità, pagando forse una stipulazione che raramente ha regalato grandi incontri. Contando anche il resto della card un ppv deludente in cui solo il main event merita di essere ricordato.
Summerslam 2015
L’anno scorso abbiamo visto Brock nel main event (che sorpresa!) nella rivincita contro l’Undertaker. Il match pur ben combattuto paga un finale controverso che da una parte protegge Lesnar e dall’altro rende troppo sporca la vittoria del Becchino, personaggio che non siamo abituati a veder ricorrere a scorrettezze rendendo la sua vittoria poco soddisfacente. L’overbooking ha colpito anche l’altro grande match della serata, quello tra Rollins e Cena con il palio oltre che il titolo mondiale pure quello degli Stati Uniti, nel quale al di là del finale (vedi Jon Stewart) si è comunque visto un ottimo lottato. In negativo un deludente Sheamus vs Orton e un orribile match a tre tra Show, The Miz e Ryback, così come fu un po’ sotto gli standard il match di coppia di Reigns e Ambrose contro la Wyatt Family. Per fortuna Owen e Cesaro risollevarono la card, e a discapito di quello che pensano in molti a me divertì anche il tag team match che coinvolse Stephen “Arrow” Amell. Un’edizione buona rovinata in parte da alcuni scelte scellerate nei finali degli incontri più importanti.
Summerslam 2016
E siamo arrivati al presente, per il quale non mi dilungherò troppo rimandandovi alla bella review del nostro Danilo. La vittoria netta di Lesnar ricorda un pochino quella di due anni prima contro Cena, ma i match che più mi hanno divertito sono stati quelli di Cena e AJ Styles e quello tra Rollins e Balor. Un gradino sotto quello tra Ambrose e Ziggler, per uno special event nel complesso positivo.
Dopo questo viaggio indietro nel tempo cosa possiamo dire allora della direzione che sta prendendo Summerslam? La costante è Lesnar praticamente fisso nel main event, indice che nella WWE c’è ancora la volontà di rendere la Wrestlermania estiva un evento più importante dei tanti altri ppv transitori. I risultati purtroppo sono piuttosto altalenanti, l’obiettivo non sempre è stato centrato negli ultimi cinque anni. Ad ogni modo l’ultima edizione la ritengo in crescita rispetto al trend recente, con tre match su tutti: l’ennesima dimostrazione di forza contro un big di Lesnar, il primo titolo mondiale di Balor, la vittoria pulita dell’ex uomo bandiera della TNA su l’uomo immagine della WWE negli ultimi dieci anni. Al di là del giudizio globale che ognuno esprime dopo aver visto l’evento, sono poi alcuni highlights che rimangono impressi, poche istantanee che riaffiorano quando si sente nominare un ppv. Penso che tra qualche anno ci ricorderemo di queste tre imprese, la ciliegina su una torta comunque gustosa.
Sergedge – EH4L