The Undertaker è universalmente riconosciuto come una delle personalità più importanti, influenti e carismatiche nella storia del professional wrestling. Il suo ritiro dalle competizioni in-ring, avvenuto a trent’anni di distanza dal suo debutto in WWE, si è consumato nel main event di Survivor Series 2020, teatro della sua ultima apparizione sugli schermi della federazione di Stamford. In quell’occasione, “The Deadman” vestì per l’ultima volta i panni della sua leggendaria gimmick, con tanto di tradizionale entrata al rintocco delle campane culminata con un discorso di commiato ritenuto, dai più, estremamente conciso. Recentemente intervistato dal podcast Victory Over Injury, Mark Calaway ha voluto precisare la motivazione che si cela dietro la breve durata del suo discorso d’addio.
“Non volevo distruggere 30 anni di lavoro”
“Mi sono già messo il cuore in pace riguardo alla mia decisione, ma è stata veramente reale soltanto una volta che ho indossato il cappello e il cappotto. È stata dura sapendo che li avrei indossati per l’ultima volta e che avrei camminato verso il ring in quella veste. Probabilmente è stato meglio che non abbia detto molto altro rispetto a ciò che ho detto o avrei potuto distruggere 30 anni di lavoro e diventare un idiota piagnucolone. È stato un momento difficile. Sono già sceso a patti con il fatto che ho ottenuto tutto quello che potevo ottenere, ma quando indosso quel cappello e quel cappotto, le cose appaiono differenti. ‘Potrei avere un altro match in canna’. No, è andata così.”