Summerslam è, da decenni a questa parte, il PPV “da ombrellone” più atteso dell’estate. Purtroppo, però, anche nel mese più caldo e soleggiato dell’anno a volte c’è la possibilità di trovare qualche nuvolone di passaggio. Più attendibile del Colonnello Giugliacci, ecco a voi l’editoriale odierno!

Premessa doverosa: questo articolo non parlerà del “peggio” in senso lato delle ultime dieci edizioni di Summerslam, o meglio, non solo. Qua e la, tra un match di Kelly Kelly ed uno di Khali, verranno inseriti dei match simbolici che, visti in retrospettiva, potranno offrire un punto di vista meno attuale ma maggiormente critico dell’evento in se e dei protagonisti coinvolti. Buona lettura!

Summerslam 2004: “…What if…”

Kane Vs Matt Hardy (w. Lita): Il match aveva una stipulazione essenzialmente semplice ma di sicuro effetto: in palio c’era Lita, ed il diritto di poter contrarre giusto matrimonio con la bella neo Hall of Famer. La cosa brutta di questo match non fu tanto la storyline in se, ne tantomeno il livello qualitativo non eccelso ma tutto sommato accettabile dell’incontro stesso: tutto ciò che ne derivò successivamente, con il coinvolgimento del Baby Killer Snitzky (che, appunto, provocò la perdita del bambino di Lita e Kane), fu pur tuttavia un aborto, scusate il gioco di parole. Una storyline nata senza troppe basi logiche e proseguita in modo ancor meno assennato, un ultimo barlume di quell’Attitude morente tanto acclamata e poco filtrata dei ricordi di noi fan.

Randy Orton Defeats Chris Benoit for the World Heavyweight Championship: Un match che, guardato in retrospettiva, fa sorgere mille e più considerazioni. La storyline del giovane Orton, catapultato nel suo primo regno da Campione acerbo, implume ed impreparato, non per meriti propri ma per togliere al traditore Lesnar il Titolo di “Campione più giovane della storia” e per interrompere il mediocre regno di Benoit. Nel post Wrestlemania, infatti, dopo aver disputato uno dei main event più belli della storia del Grandaddy Of’em All ed essersi bissato in quel di Backlash, Benoit sprofondò in storyline discutibili condite da sfidanti di transizione, non riuscendo a mantenere la proficua spinta acquisita nel post Royal Rumble. Morale della favola: Benoit perde il Titolo e non sarà mai più neanche lontanamente over come in quel periodo, Orton verrà demolito in modo assoluto da Triple H dopo pochi mesi e, per ovvi motivi, l’avversario sconfitto dalla giovane Vipera in quel di Summerslam 2004 per i posteri sarà un uomo senza volto, cancellato dai libri di storia.

Summerslam 2005: “ I’m your Papi…but Who’s your Daddy Montreal?”

Rey Mysterio defeats Eddie Guerrero in un Ladder Match per la custodia di Dominick: Intendiamoci, la storyline seppur leggermente sopra le righe ci ha donato uno dei più accattivanti heel degli ultimi anni, ossia uno spietato Eddie Guerrero. Proprio per la grandezza mostrata in questa faida, retta praticamente da solo con il contributo simbolico di Rey Mysterio (non in ring, ma al microfono) resta tanto, tantissimo amaro in bocca per quanto ancora questo immenso atleta avrebbe potuto dare e soprattutto raccogliere. L’idea tutta Hollywoodiana di mettere i documenti per la custodia di un minore, nato da una scappatella giovanile del Guascone messicano e successivamente affidato all’amico Rey, in cima ad una scala è tutto sommato abbastanza risibile, ma il risultato fu di assoluto successo, dando benefici ad entrambe le parti in causa.

US Title Match: Chris Benoit defeats Orlando Jordan in 25”: Benoit batte Orlando Jordan (che a sua volta aveva sconfitto per la cintura nientemeno che il buon John Cena) in uno dei match più corti della storia del Wrestling. E di questa risma ce ne sarebbero stati altri quattro, conclusi in meno di un minuto. Il ridimensionamento di Benoit, in un match di questo scarsissimo spessore a distanza di solo un anno, è quasi Miz-level.

Hulk Hogan Vs Shawn Michaels: Uno dei match, ragionando con logica da backstage, più politici della storia del wrestling. Dopo aver fatto fronte comune contro la temibile coppia araba composta da Hassan e Daivari, HBK assesta una colossale Sweet Chin Music che avrebbe portato, inevitabilmente, allo scontro etichettato come “Legend Vs Icon” in quel di Summerslam. Chi aveva messo su questo match ci aveva visto benissimo, tranne che per uno, anzi due piccolissimi particolari: gli ego delle persone coinvolte. Hogan, in modo abbastanza poco professionale, lascia al solo Michaels (irritato ed in difficoltà, come rivelato dallo stesso in più sedi) alle redini della faida non garantendo neanche una presenza minima, ed HBK tutto sommato fa un lavoro più che egregio, vestendo i panni dell’heel presuntuoso di un tempo…la frase “Who’s your daddy, Montreal?” è al giorno d’oggi la catchphrase “cattiva” preferita da chi vi scrive. Fatto sta che il match ha luogo, Hogan va over tra mille polemiche ed HBK, il quale aveva caldeggiato tutt’altro esito per il match, passa quasi venti minuti a saltellare attorno all’immobile Hogan, stravedendo le mosse del rivale in modo eccessivamente teatrale. Una pagina piuttosto grigia della storia di Summerslam, caratterizzata dall’enorme spessore dei personaggi coinvolti.

Summerslam 2006: “Collateral Damage”

I Quit Match: Ric Flair Vs Mick Foley (w Melina): Questo match entra di diritto in questa singolare “chart” per un motivo molto semplice. In tarda età, con un corpo già eccessivamente martoriato da bump allucinanti, Foley si distrugge in un match caduto rapidamente nel dimenticatoio, condito da un finale sporcato dalla presenza accessoria dell’ottima (per ovvi motivi) Melina. Pochi ricordano questo match, ed ancora meno ne tessono le lodi…un po’ di punizione (gratuita) fisica in meno ci sarebbe stata tutta.

Hulk Hogan defeats Randy Orton: Nel 2006, una stella in rampa di lancio bisognosa di nuova linfa in grado di rinvigorire il proprio status danneggiato da un successo raggiunto troppo presto, si scontra con un’immobile leggenda degli anni ‘80/’90. La logica vorrebbe un match combattuto tra i due, con la vittoria della nuova leva che potrebbe dare maggior peso al proprio nome di “Legend Killer”…invece no, nel terzo match della card Hogan batte Orton così, perché gli girava storta quel giorno. In retrospettiva, questa scelta assume ancora meno senso alla luce del fatto che la Leggenda in giallo e rosso non avrebbe più calcato il ring della WWE.

Summerslam 2007, 2008, 2009: “The Punjabi (wrestling) Nightmare”

World Heavyweight Championship Match: Batista defeats The Great Khali © by DQ: The Great Khali è uno dei grandi misteri del wrestling moderno. Dotato di un look assolutamente unico, il gigante indiano esordì addirittura DOMINANDO l’Undertaker, privilegio concesso a nessuno prima di lui…nessuno, punto. Ebbene, questo possente wrestler riesce addirittura a vincere il titolo WHC, imperversando in quel di Smackdown. Inutile dire che, tutti i match in cui fu coinvolto, furono qualcosa di inguardabile ed un match per il Titolo inguardabile non è mai una buona cosa. E la colpa, intendiamoci, non fu assolutamente sua ma di chi lo ha gestito, per una buona fetta di tempo, come un main eventer. A questo aggiungiamo Batista non in grande spolvero, un finale sporco per squalifica da sediate è l’equazione da un risultato degno di questa infame pagina di web.

World Heavyweight Championship Match: Triple H defeats The Great Khali: Triple H si regala una difesa titolata riposante, confermano a distanza di un anno Khali come contendente. Il match si racconta da solo, con tre tentativi di Pedigree di cui solo l’ultimo va a buon fine…in una frase in cui “buon fine” viene utilizzato in modo estremamente generoso. Vedetevi quel pedigree per credere.

Kane Vs The Great Khali: Il gigante Indiano, in tre anni, inanella una serie di match vibranti tutti da gustare e rivedere con calma. La cosa positiva di questo incontro fu la durata estremamente ridotta, 7 minuti, la cosa negativa invece è stata la sua esistenza.

Summerslam 2010: “Remember the Nexus”

Team WWE defeats the Nexus: Il Nexus. Quando gli 8 rookies della primissima stagione di NXT assaltarono John Cena guidati da Wade Barrett, tutti noi gridammo alla genialata…otto wrestler sconosciuti o quasi, ossia Barrett, Gabriel, Bryan, Slater, Otunga, Sheffield, Young e Tarver (!!!) riuscirono a mettere a soqquadro l’intero roster, creando dal nulla interesse, faide fresche e mettendo tanta tanta carne a fuoco in vista delle nostre braciate di wrestling estive. A Summerslam 7 di loro, orfani di Daniel Bryan inserito nell’opposto team WWE, avrebbero dovuto sconfiggere l’opposizione per potersi consolidare come minaccia concreta e reale, dando sostanza al pericolo di invasione che si respirava in quei mesi ed invece…no. Bryan nella fase finale del match viene eliminato, lasciando Cena contro Gabriel e Barrett. I due sfruttano la superiorità numerica, assestando sull’eroe Bostoniano addirittura una DDT sul cemento. Per la cronaca, quando nel 1988 Roberts la assestò su Steambot quest’ultimo rimase out per diverse settimane: o nell’88 facevano un cemento ben più solido, oppure nel 2010 facevano i crani più resistenti. Fatto sta che Cena una volta sgranchitosi il collo vince distruggendo i due rookies, annientando di fatto il push dato al Nexus che non sarebbe mai più stato lo stesso dopo la sconfitta riportata nel primo momento di confronto vero. I’m afraid that was a real BAD NEWS for Wade!

Summerslam 2011: “We miss U”

Kelly Kelly defeats Beth Phoenix (w Natalya) for the WWE Divas Title: Vedere Kelly Kelly su un quadrato cercando di fare wrestling è qualcosa di tenero e tremendamente simpatico. Vedere che oltre a questo, dopo aver sconfitto una delle divas più credibili di tutti i tempi, può tranquillamente agitare anche un gioiello pacchianissimo simile ad un Titolo di Wrestling è un’esperienza impagabile, quasi mistica…quanto ci manchi Barbie!!!

Summerslam 2012: “Midcard Championship”

Sheamus defeats Alberto del Rio for the World Heavyweight Championship: Il match in se non fu male, intendiamoci. Tuttavia il pensiero che in due anni abbiamo visto questo match almeno 30 volte tra PPV, Raw e Smackdown mi mette addosso un serio senso di preoccupazione. Mi fermo, rivedo questo match condito da colpi di scarpa e falsi finali e capisco che tutti i minuti passati a vedere questi due sul quadrato assieme sono stati estremamente simili e monotoni, e non torneranno mai più indietro. Fatto sta che il match valido per il Titolo fu messo al centro della card, continuando il pessimo trend che vide il WHC laurearsi come vero e proprio Titolo da Midcard, inserito per l’appunto al centro dei PPV o addirittura come match di apertura. L’unificazione della Cintura, dunque, è avvenuta almeno con un paio d’anni di ritardo.

Summerslam 2013: “On Fire!!!”

Bray Wyatt defeats Kane in a Ring of Fire Match: Un match abbastanza brutto, inserito come opener dell’evento. Constatare come Wyatt è stato capace di emergere in questo anno solare è straordinario, se svisceriamo questo semi-inferno match menomato senza corpi bruciati (solo tanto fastidio visivo) e senza pathos…ah, e questo è stato il primissimo match in PPV per il Santone delle paludi statunitensi. Mica male, no?

Cody Rhodes defeats Damien Sandow: Ciò che vale per Wyatt, non vale per questi due ottimi performer. La rottura dei Rhodes Scholars diede vita ad una faida interessante, con l’inserimento della valigetta ed un ottimo e credibile DS come heel vecchia scuola, dotato di talento e dell’opportuna diversità in grado di rendersi interessante. Cody come Stardust potrebbe avere anche senso ma allo stato attuale non si hanno piani precisi per faide e gimmick, mentre Sandow…beh, Sandow si veste da peripatetica ogni settimana per essere sconfitto e sbeffeggiato. Chapeau.

Spero che questa breve lettura da ombrellone vi sia piaciuta, io mi sono di certo diverito a scriverla. Ora non ci resta che attendere il quasi imminente Summerslam 2014, sperando di poter raccogliere pochi spunti per ampliare questa scarsamente edificante chart di Zonawrestling…per ora, vi dico solo che sono gasatissimo per il main event.

“Blood, urine and vomit”.

Danilo