Spesso su internet c’è una sorta di immunità diplomatica verso tutto ciò che non è WWE; tutti noi abbiamo un approccio più gentile e comprensivo nei confronti del mondo delle Indy e della NJPW. Mi prendo le mie responsabilità mentre lo scrivo, io stesso, di settimana in settimana scrivo più parole dolci che critiche. Dopo un po’ di tempo, ho ritenuto giusto questo momento per verificare lo stato dell’arte.
Mi faccio una domanda esistenziale da un po’ di tempo, anni a dire il vero. C’è oggi almeno una compagnia di wrestling che sta facendo la storia o perlomeno sta facendo talmente bene da portare nuovi fan alla disciplina? No, non esiste. Il wrestling oggi è, come molti altri sport, estremamente autoreferenziale; le dinamiche di “potere” sono bene consolidate e nessuno si prende rischi per sorpassare la concorrenza, per la paura di perdere tutto quello che è stato conquistato.
In questo quadro abbastanza grigio, c’è, giustappunto, da difendere le posizioni. Non voglio andare a fare i conti in tasca al mercato statunitense, in Giappone non c’è storia. Adesso la NJPW è su un altro pianeta rispetto agli altri concorrenti giapponesi; in termini di valore del brand e altre quisquilie.
Il valore del brand equivale anche alla fedeltà che decine di migliaia di persone ad ogni evento dimostrano nei confronti della compagnia; sappiamo cosa aspettarci e in NJPW ci si aspetta grande spettacolo in zona main event.
Il main event è stata la forza trascinante di questi anni di New Japan: Omega vs Okada è stata una faida generazionale, di quelle che rimangono nella storia della disciplina, che è stato il valore che ha avvicinato tante persone alla compagnia e che poi sono rimasti, anche orfani di Kenny.
Parlo di “main event”, perché è stata la scelta vincente degli ultimi anni, che ha portato il booking team a dare l’impressione che non ci siano solo due/tre contendenti meritevoli della cintura, ma sempre almeno il doppio. Pensate al futuro G1. Okada, Tanahashi, Naito, White, KENTA e Ibushi sono tutti nomi che potrebbero vincere e detenere la cintura dei pesi massimi IWGP.
Questo, però, significa sacrificare alcune parti dello show. Se i Junior Heavyweight hanno il giusto spazio, non si può dire dei tag team, che puntualmente arrivano a dicembre, con il torneo annuale, e la finale la raggiungono i soliti nomi.
Dagli Stati Uniti ci arriva un segnale forte e chiaro, come il futuro prossimo nel main stream, sia proprio questo. La NJPW non investe sulla categoria da troppo tempo. Orfani degli Young Bucks da gennaio, rimangono i soli LIDJ e Guerrillas of Destiny nella zona titolata. Da una parte non c’è ricambio nella categoria, il che la rende noiosa, scontata e ripetitiva e dall’altra si bloccano potenziali main eventer come EVIL e SANADA al livello successivo.
Altro punto dolente è quanto pochissimo sia stato fatto per migliorare il network. C’è un prodotto valido che viene venduto malissimo al difuori dei confini nipponici. E non si tratta del campionato di baseball che seppur di qualità incontrerebbe pochissimo interesse fuori dal paese, ma di uno show che parla un linguaggio universale. Non esiste app nativa per smarphone e tablet di qualsiasi sistema operativo e soprattutto non ci sono alternative ufficiali per godere del NJPW World in tv, oltre la Fire TV di Amazon, che permette, almeno, di pagare l’abbonamento mensile usando un unico account. Se si guarda la concorrenza, c’è da disperarsi. Lo streaming è il futuro e il presente e una forte fonte di reddito per molte compagnie, la NJPW potrebbe incrementare il numero degli abbonati di una percentuale importante con l’infrastruttura giusta. Senza entrare nel merito dei valori produttivi degli show. Intendo grafiche, luci e tutto ciò che ti da l’impressione di vedere un grande evento; come detto altre volte o la si ama o la si odia per questo.
Cos’altro c’è che non va a vostro avviso?