Cari Lettori, pare solo a me o il sito sembra essersi alquanto polarizzato?

Invero, da circa un mese a questa parte, nel leggere i commenti sotto (pressapoco) qualsiasi news, si possono individuare due schieramenti distinti e contrapposti, ovvero: i pro AEW, giacobini convinti si fanno promotori e testimoni di una rivoluzione tanto annunciata quanto finora (ad avviso di chi scrive…) inconsistente; i contro AEW (rectius: pro WWE), fedeli all’Ancient Régime e (im)motivatamente convinti che qualcosa di buono nel panorama di wrestling possa uscire solo da casa McMahon.

Ora, non è mia intenzione, in questo breve articolo, caldeggiare una parte piuttosto che l’altra, considerandole parimenti errate. Difatti, credo saldamente che qualsiasi posizione, anche la più convincente e sensata, se portata all’estremo si trasformi ‘magicamente’ in una boiata.
Non ritengo corretto, da una parte, sostenere, come affermato da una frangia del partito AEW, che Dinamite sia uno show rivoluzionario o una pietra miliare della storia della disciplina, piuttosto è più ragionevole parlare di uno show nella media che cavalca un format ben noto e conosciuto; dall’altra, non è possibile avere una visione ortodossa e WWE-centrica, limitando la propria conoscenza unicamente a ciò che avviene sotto l’egida della grande W.

Ciò che pare sfuggire ai più, invece, è la dimensione generale di questo fenomeno, di questo evento che ha rappresentato il debutto di una nuova federazione nel panorama americano.
Mi riferisco a quella sana concorrenza che, a mio modesto avviso, ha comportato un aumento costante della qualità della disciplina.
Invero, al netto di qualche scivolone, abbiamo assistito ad una progressione generale della qualità del lottato e, altresì, un impegno maggiore dal lato storyline.

Di questa attenzione aumentata ne ha goduto anche 205 Live, o meglio la divisione pesi leggeri. Difatti, le ultime settimane ci hanno condotto ad una rivalità, quella tra Rush e Garza, inizialmente cominciato in sordina e, ora, trasformatasi in qualcosa di più.

Ciò che, infatti, sembrava una sfida di transizione per il Campione, si sta rivelando uno scontro di maggior spessore, con un avversario (venduto) come insidioso e, forse, in grado di privarlo della cintura.

Non solo.

Al netto degli ottimi incontri che i due sono in grado di mettere in scena, si sta aggiungendo a questo rivalità quel poco di psicologia (un pizzico, nulla più) che è in grado di far grande una sfida.
Era da tanto, d’altra parte, che questi elementi non venivano portati sul ring viola, dai tempi della sfida tra amici-di-palestra portata avanti da Nese e Murphy.

Insomma, come sempre non ci resta che stare alla finestra ad osservare l’evolversi della situazione, stando sicuri che stavolta…gonna be personal!

Claudio