Nonostante la fama, il successo e il denaro, la depressione può colpire chiunque e in qualunque momento. Apparentemente si può stare ai massimi livelli professionalmente, ma spesso, in queste situazioni si può fare fatica a trovare le motivazioni necessarie e ancora più complicato può essere rendersi conto di avere bisogno di aiuto.

Tommy Dreamer ha dedicato un intero episodio del podcast House of Hardcore al racconto della sua storia, concentrandosi sul periodo più buio della sua vita, professionale e non, cercando di far capire agli ascoltatori che, anche se sembra che il mondo ti stia crollando addosso, esiste sempre una via d’uscita.

Qui un estratto del suo podcast, in cui parla della la sua giovinezza e delle cose terribili alle quali pensava in quel periodo: “Quando la ECW è fallita avevo 29 anni. Avevo molti soldi, soldi dei miei genitori, e cercavo di tenere a galla la compagnia. Paul Heyman, che credevo mi fosse molto vicino, mi ha fregato per un lungo periodo. Lui era già nella WWE, per tutto il tempo. Ho rinunciato a un offerta da 750.000 $ dalla WCW a causa di Paul Heyman, che mi ha supplicato di rimanere in ECW per evitare il fallimento. Nel frattempo lui aveva uno stipendio dalla WWE. Avevo donne, fama e tutto che ciò che si poteva desiderare, ma stavo attraversando il periodo peggiore della mia vita.”

“Per me è assurdo raccontare ciò che segue, ma lo faccio per una ragione. Paul Heyman mi disse che avrei debuttato a Wrestlemania X7 a Houston. Quando vidi che venne programmato il famoso TLC match, e vidi poi arrivare Spike Dudley, Rhyno e Lita, capii che quello che doveva essere il mio momento era stato rimpiazzato. Ricordo che mi trovavo proprio a Houston per un evento indie, mi ritrovai di fronte all’Astrodome e vidi un cartello con scritto ‘Guns Welcome’. Perciò chiesi cosa intendesse quel cartello e mi dissero che era permesso portare armi all’interno della struttura. Questa cosa mi risuonò nella testa così tanto e così forte che, una volta entrato nell’arena, avrei voluto scavalcare la barricata e sparare un colpo in testa a Paul Heyman, che si trovava al tavolo dei commentatori, per poi rivolgere l’arma verso di me e farla finita. Volevo diventare un martire. Pensavo che sarei entrato nella storia. Non so se avrei avuto il coraggio di fare tutto questo, ma era quello a cui pensavo continuamente. Ero così depresso e così pieno di rabbia che avevo bisogno di aiuto. Ricordo che mi frullavano in testa così tanti pensieri. Avevo una pistola, avrei rovinato Wrestlemania, nonostante l’ adorassi, avrei voluto ammazzare la persona che aveva fregato me e la mia famiglia, sarei diventato una leggenda ma per una ragione bagliata. Sono contento di non averlo fatto. Poi arrivò una telefonata da un numero sconosciuto, chiesi solamente di lasciare un messaggio. Era Jim Ross, che mi disse:’Ehi Tommy, sono Jim Ross, voglio solo farti sapere che stiamo ancora pensando a te, davvero. Devi solo tenere duro. Grazie.’

“Sono così felice di non aver compiuto le terribili azioni alle quali stavo pensando, e sono felice di aver ricevuto quella telefonata da una persona che ai tempi conoscevo a malapena. Grazie a Jim Ross, ho resistito e sono riuscito ad uscire da quella spirale di odio e depressione.”