Uno degli ECW Originals ha lasciato una dichiarazione nei giorni scorsi a “Busted Open Radio” circa la discussione su chi è il miglior manager di sempre. “La gente dirà Bobby Heenan, e so che Paul direbbe che Bobby Heenan è il più grande manager di tutti i tempi”, ma ha anche aggiunto: “Statisticamente deve essere Paul.”
Dreamer fa riferimento anche al leggendario Arnold Skaaland, manager storico del più longevo campione WWE Bruno Sammartino e di Bob Backlund, ma lo stesso Dreamer è convinto che nemmeno lui superi statisticamente Heyman.
“Paul ha avuto tre campioni mondiali” esclama Dreamer, tirando fuori nomi di grande calibro come Brock Lesnar, CM Punk e il più recente (e campione Universale in carica) Roman Reigns. I tre campioni di punta della federazione di Stanford, sia per lottato che per reazioni dal pubblico, hanno tutti subito l’influenza dell’ex presidente della defunta ECW.
“E questo è un dibattito che può essere concluso a causa delle statistiche nel pro wrestling, il che è inaudito, perché tutti vogliamo parlare dei nostri preferiti. Ma direi che Paul è il più grande manager di tutti i tempi.”
In merito al record di 1000 giorni da campione di Roman:
Heyman ha proprio di recente sottolineato quanto il suo ultimo nonché attuale cliente, il Tribal Chief Roman Reigns, sia il più dominante e fuori scala rispetto a tutti gli altri wrestler mai accompagnati da manager, anche più di quelli sotto l’ala di Skaaland e Bobby “The Brain” Heenan.
“Steve Austin non ha tenuto il titolo per 1.000 giorni”, ha detto Heyman. “John Cena non ha tenuto il titolo per 1.000 giorni. The Rock non ha detenuto il titolo per 1.000 giorni”.
Una dichiarazione che ha radici profonde
Le dichiarazioni di Dreamer non escono fuori a caso, l’ex stella ECW ha sempre parlato bene di Heyman in quanto manager, ma non sempre è stato così per l’uomo dietro il personaggio. Nel lontano 2001 infatti, la leggenda Hardcore aveva pianificato di uccidere Paul Heyman in diretta tv nel bel mezzo di WrestleMania X-7 (17).
A causa della chiusura di ECW nel 2000, Dreamer, che aveva un ruolo centrale nella federazione, si era ritrovato a non avere più uno scopo. Aveva creduto di fare il suo debutto in WWE a WrestleMania 17 durante il famoso TLC, ma i piani furono poi cambiati. Dreamer aveva rifiutato un ingente accordo con la WWE durante il suo periodo in ECW proprio grazie alla persuasione di Heyman.
Tuttavia, scoprì soltanto dopo che lo stesso Heyman aveva segretamente lavorato con l’azienda e ricevuto un assegno corposo prima di apparire al tavolo di commento di Vince McMahon.
In aggiunta a questa scioccante notizia per Tommy, c’era la sua situazione personale. Si ritrovava all’età di 30 anni a vivere ancora con i suoi genitori e per di più senza impiego, sentendosi preso in giro da quello che riteneva un amico.
Fu così che prese la decisione che quella sera del 1 Aprile 2001, in quel di Houston, Texas, avrebbe scavalcato la balaustra e sparato un colpo in testa a Paul Heyman e dopodiché si sarebbe tolto la vita, il tutto in diretta nazionale.
“Ricordo di aver fatto uno spettacolo lì, e ho visto un cartello che diceva: ‘Le armi sono benvenute’, ed ero a Houston. Ho fatto uno spettacolo indie e ho detto: ‘Cos’è questo? Sono di New York, cosa vuol dire le pistole sono benvenute? E hanno detto: “Oh, ti è permesso portare un’arma da fuoco nel locale’. […] A WrestleMania avrei saltato la barricata e avrei sparato a Paul nella parte posteriore della testa proprio al tavolo di commento, poi avrei sparato a me stesso. L’ultimo martire […] perché ero così tanto pazzo. Non so se l’avrei superato, ma è quello a cui pensavo ogni giorno.”
Poi la chiamata inaspettata di Jim Ross
‘Ehi Tommy, sono Jim Ross, voglio solo farti sapere che stiamo ancora pensando a te, concluderemo l’accordo, devi tenere duro. Grazie.’
Quella chiamata diede la speranza di cui Tommy aveva disperatamente bisogno e fu così che il piano che avrebbe macchiato per sempre il mondo del wrestling, andò in fumo. Per la fortuna di tutti, Tommy ha poi continuato la sua carriera per altri 19 anni, coprendo un ruolo importante nella rinascente ECW post One Night Stand 2006, diventandone campione nel 2009 a seguito di una splendida storyline comprendente anche il Captain Charisma, Christian, e l’allora astro nascente “All American-American” Jack Swagger.
Una tragedia sfiorata che ci fa riflettere sulle parole rilasciate recentemente e che ci fanno capire ancora di più quanto valgono e quanto pesano.