In due settimane è come se la percezione sulla AEW sia cambiata di colpo. Un pochino grazie al trambusto avvenuto in WWE. Un po’ (anzi, tanto) grazie all’attivismo di Tony Khan. Che cento ne fa, tante ne sbaglia, ma diverse cose sa prenderle con una forza inimmaginabile a quei livelli. Accettando anche compromessi (vedi le imposizioni di Warner su Collision e CM Punk), ma riuscendo a districarsi bene in un mondo dove può passare dalle stelle alle stalle nel giro di poco tempo.
Soprattutto sul lato del wrestling mercato ha fatto tantissimo. Indubbiamente aver preso Jay White, aver confermato gli FTR ed essersi assicurato alcuni talenti decisamente interessanti per i singoli eventi (Komander, Billie Starkz, Hijo del Vikingo) è stato un messaggio molto chiaro lanciato a chiunque: la AEW è ancora qui, ha passato la marea e naviga con serenità in mare aperto. White, Cash e Dax sono pedine estremamente importanti per la qualità degli show. Ai quali si aggiungerà ben presto anche Kota Ibushi, le cui caratteristiche possono essere utili per creare alcuni dream match. Senza dimenticare assolutamente il recupero di Adam Cole, non certo l’ultimo del roster.
Poi l’annuncio di All In a Londra. A Wembley, per giunta. 90 mila posti. Un rischio pazzesco, ma potenzialmente calcolato. Perché il mercato è ancora vergine per la compagnia, che televisivamente fa maggiori ascolti rispetto alla WWE e finora non ha avuto modo di presentare il proprio prodotto dal vivo. Moxley, Jericho, White, l’Elite, MJF, FTR, CM Punk e magari i “giapponesi”, tutti assieme in un solo show in Europa è una prospettiva che poteva solo generare entusiasmo. Solo con le prenotazioni (la vendita dei biglietti parte il 5 maggio), ci sono 50 mila persone interessate. Un numero enorme. L’obiettivo è quello di arrivare almeno a 60 mila, pareggiando Clash At The Castle dello scorso anno.
A quel punto, vedendo come andranno le vendite, la AEW dovrà fare una scelta. Dovrà decidere se sarà questo il ppv della seconda parte dell’anno, lasciando per una volta Chicago e fidandosi delle vibrazioni d’oltreoceano. Il ritorno d’immagine diventerebbe potentissimo. Non tanto per una sfida alla WWE (che non serve). Quando per i rinnovi televisivi e l’esplorazione di nuovi mercati che consentano alla AEW di vivere con tranquillità per molti anni.