Il giorno in cui Brodie Lee ha strappato il titolo TNT a Cody Rhodes, in tanti hanno esultato non senza motivo. È anche vero che il vicepresidente aveva fatto un lavoro egregio per dare spazio a tanti giovani del roster e delle indy, consentendo ad alcuni di questi di essere pure messi sotto contratto. Quella sconfitta era arrivata giusta giusta e lì sarebbe dovuta rimanere.

Si era parlato di un lungo stop. Di serie tv da portare al termine e di un ritorno verso la fine dell’anno. Passato poco più di un mese invece Cody è tornato. Serviva un po’ di star power in più agli show, non vi è dubbio. Ma serviva anche lavorare in altre direzioni che non fossero Rhodes centriche. La scelta è apparsa frettolosa: sarebbe stato meglio se la ricomparsa fosse arrivata dopo un lungo periodo di terrore da parte di Lee.

Cody non solo torna, ma vince un match che ha reso noti tantissimi suoi idoli dell’infanzia, compreso il padre Dusty. Ma la cosa particolare è che a lanciare la sfida non sia stato lui ma direttamente il campione. Perché Brodie aveva tanta premura di rischiare una stipulazione del genere? Non si sa. Certo è che, come già capitò con Moxley, anche stavolta ha pagato dazio dando per scontato il suo avversario.

E ora? Ora c’è Cassidy. E poi? Torneranno di nuovo le open challenge? A che pro? Sarebbe servito allontanare Cody per un po’. Sarebbe servito che desse maggiore forza al regno di Lee. Oggi invece non ci sono molte prospettive, sebbene la AEW abbia lavorato in tutti questi mesi per garantire una giusta conformazione al midcarding e dunque a tutta la base attorno All TNT Title.