NXT è un mare sempre in movimento, uno show dinamico dove un call up può sconvolgere interi piani creativi a medio/lungo termine per finalità di sopravvivenza del main roster. Uno specchio dove un marinaio fedele può divenire pirata, e dove vecchi lupi di mare possono tornare alla ribalta rimettendosi in gioco e salpando verso nuove mete.
In questo momento lo show sta vivendo un momento abbastanza particolare. A causa dei numerosi e rilevanti passaggi nel MR, nuovi personaggi stanno facendo capolino e vecchi personaggi stanno trovando nuovo spazio e rilevanza, al fine di poter aiutare le nuove leve in rampa di lancio e, perché no, in modo da rinverdire carriere che forse stavano tendendo ad un avvizzimento prematuro lontano dalla serra protetta della Full Sail. Senza contare un paio di passaggi al lato “oscuro” che potrebbero dare tanto, anzi tantissimo allo show attuale.
Partiamo proprio dai turn, pronti od imminenti, che stanno avendo luogo nello show giallo-nero. Io Shirai da heel mi fa impazzire come idea, e questa gimmick (look compreso) mi ricorda tremendamente della sua parentesi come parte della Triade del Loto contrapposta a Pentagon Dark (https://www.youtube.com/watch?v=6vPHs_Vgumo), una tra le tantissime perle generate da Lucha Underground. Abbandonare acrobazie, colori sgargianti e stile fan-friendly era un’operazione necessaria per creare un’identitá definita che si staccasse in modo netto da Sane ed Asuka, in modo da dar si continuità all’intensità nipponica a NXT, ma anche da fare le opportune differenze. Inutile dire che, per me, Shirai dovrebbe andare over contro Candice, una performer che non mi dice assolutamente nulla ed in cui non intravedo il potenziale da top face femminile. Davvero, al di là dell’associazione con Gargano perché dovrebbe fregarcene qualcosa di della Lerae? Il suo character è stato poco sviluppato e quel poco che si è visto è anonimo come una pastina al burro. Non dico che sia scarsa, dico che sia profondamente mediocre sotto un aspetto di character development.
Un altro turn imminente è quello di Keith Lee. Chi ascolta il podcast (per chi non lo ascolta: “perché? Ma soprattutto…peeerché?
”) sa quanto io ami i panzoni forzuti: non l’ho mai nascosto ed anzi ne vado fiero. Lee per me ha solo avuto la “sfortuna” di essere entrato a far parte della famiglia WWE nel momento in cui il talent pool ha conosciuto il momento di maggior splendore: emergere o anche avere solo spazio quando ci sono Gargano, Ciampa, Baszler, Ricochet, Dream, Cole, Black e Riddle in giro sarebbe impresa ardua per il 95% dei talenti in circolazione. Dopo i call up, Keith avrebbe avuto bisogno di una faida importante, di una scossa in grado di non concedere altri passi laterali ma di procedere finalmente in avanti. In tale ottica, un suo turn capita davvero a fagiuolo, ed il suo carisma unito alla sua tremenda fisicitá potrebbe regalarci un performer in grado di dare grande soddisfazione anche nei piani altissimi del settore di sviluppo. E non è il solo mostro di cui doversi preoccupare a quanto pare.The Beast of Belfast, Killian Dane ha fatto il suo ri-debutto la scorsa settimana attaccando spietatamente Matt Riddle, riprendendo il canovaccio lasciato la Lars Sullivan ed affrancandosi in modo direi definitivo dalla parentesi Sanity. Con le opportune precauzioni e con una gestione di un certo tipo, anche questo performer potrebbe offrire uno stile in grado di incastrarsi perfettamente con quello di altri colleghi più´” leggeri”, dando finalmente il via a quello stint di rilievo che un po´tutti gli abbiamo augurato dopo essere stato, a mio avviso, l’MVP dell’inaugurale Ladder Match per il Titolo Nordamericano piú di un anno fa. Un ritorno brillante, ma non il solo.
Apollo Crews ha avuto una vera e propria accoglienza da conquistadores per il suo match contro Kushida (un capolavoro). Pur essendo un performer assolutamente valido, Crews ha faticato e continua a faticare nel main roster perché, pur essendo fenomenale tra le corde, fatica a fornire al pubblico un motivo ulteriore per potersi attaccare emotivamente a lui. Il territorio di sviluppo, probabilmente, potrebbe essere estremamente utile per questo lottatore nel complesso sufficiente, ma che alterna spettri di eccellenza in alcuni ambiti e piena mediocrità in altri. Ma il vero ritorno rilevante non appartiene a lui.
Breeze sembrerebbe aver trovato nuova linfa e nuova voglia di mettersi in gioco in quel di Orlando. Usato come un reietto, jobber o nella migliore delle ipotesi come siparietto comedy nel main roster, in quel di NXT sta dimostrando, anzi ridimostrando di essere un wrestler validissimo sul quadrato ed ancor più valido fuori, avendo sempre ben chiaro chi sia il suo character e soprattutto la direzione futura da fargli intraprendere. Una dote assolutamente non comune, un approccio che potrebbe dare tanto, tantissimo a quei talenti indipendenti eccellenti sul ring ma incapaci di dare direzione al loro personaggio in un contesto non solo “sportivo” ma tendente sempre piu´all’intrattenimento.
Tanto per cambiare, è un bel momento per essere fan di NXT.
Danilo