Wrestlemania è passata da oltre una settimana ma, quest’anno in particolar modo, ci ha lasciato tante questioni di cui parlare e approfondire. Tutti d’accordo nell’indicare il ritorno dei “ragazzi” Hardy in uno dei più apprezzati momenti dell’intero show. Vincitori dei titoli di coppia di Raw, aprono una serie di questioni interessanti e prospettive assolutamente inedite fino a poche settimane fa. Rileggendo il momento attuale mi sembra di vedere una WWE bipolare, da una parte tende sempre più verso la novità e al progetto NXT e dall’altra con una visione conservatrice che nei due main event dell’ultima Wrestlemania utilizza tre part timer su quattro.

Chiaramente una compagnia generalista come la WWE deve cercare di offrire un prodotto “schiacciato” verso un livello medio, ovvero che cerchi di offrire momenti emozionanti ai più giovani e ai più grandi. Se ricordate qualche mese il segmento tra Enzo Amore, Lana e Rusev, un segmento backstage che poteva tranquillamente vedersi nell’era Attitude, se vi siete chiesti il perché di quel momento così diverso rispetto al normale, senza tirare in ballo il sangue e alcuni stili di lotta, è semplice. Ogni tanto fanno dei test per misurare la reazione su certi segmenti, una sorta di indagine di mercato inserita direttamente nel prodotto stesso.

Riportare “a casa” gli Hardy è, tra le altre cose, una mossa calcolatissima, si tratta di lottatori che hanno avuto l’apice di popolarità in WWE in un certo periodo, in cui un qualsiasi abbonato trentenne del Network ha vissuto da adolescente e allo steso tempo comprende quella fascia di mercato, seppur risicata, di chi guarda gli show extra WWE, che mediamente (ho detto mediamente…) si attesta in una fascia di età che varia tra i 15 e i 25 per l’onda lunga del lavoro fatto ad Impact Wrestling. Fatta questa valutazione freddina, bisogna poi aggiungere che hanno un fattore X che raramente vediamo in giro. Nonostante gli anni e tutte le stupidaggini che hanno combinato, tipo i video su YouTube dove si stordiscono con il taser e tutto il resto, il pubblico riesce ancora a considerarli e ad amarli, vedi la reazione del pubblico di Orlando. E altre considerazioni che lascio soggettivamente ad ognuno di voi.

Facendo, invece, una considerazione su quello che possono dare alla categoria tag team di Raw, la questione tocca altri argomenti. Jeff Hardy è un ex campione WWE e Matt Hardy è stato il personaggio più “caldo” dello scorso anno, sono due nomi che potrebbero tranquillamente essere lanciati come singoli, che sommati insieme magari alla lunga potrebbero perdere di fascino, ma sicuramente alzano di molto l’interesse verso la categoria, che era stata letteralmente sotterrata da un certo punto di vista dal mega regno dei New Day. Probabilmente in WWE non si fidano molto a separarli, forse invece l’obiettivo è cercare di controllarli meglio, forse per diventare nella migliore delle ipotesi degli allenatori in campo, come gli ultimi Dudley. Le ipotesi si potrebbero sprecare.

Sinceramente, sentendoli parlare, soprattutto Matt ho avuto l’impressione che questa volta abbiano capito la lezione, che difficilmente potrà ripetersi il miracolo dell’operazione “Broken” e che questa, anche per ragioni anagrafiche, sarà per davvero l’ultimo loro stint ad alto livello. E allora a queste condizioni, avere Matt e Jeff mentalmente predisposti, desiderosi di fare molto bene, la WWE ha fatto un affare e sono certo faranno un ottimo lavoro. Le aspettative della dirigenza sono medio-basse, starà a loro stupire.