Questa “Road to Wrestlemania” è essenzialmente trainata da due costanti di eccellenza pura, Paul Heyman e Seth Rollins. Cosa rende questi due gli asset più importanti dell’attuale WWE? Più credibile della nipote di Mubarak, ecco a voi l’editoriale odierno!
Diciamo la verità: questa edizione di Wrestlemania si presenta qualche “meh” di troppo. Premesso che, a prescindere dalla qualità intrinseca, lo show sarà comunque gradevolissimo per l’elevata dose di valori produttivi e per quella strana atmosfera che il nome “Wrestlemania” porta con se, c’è più di qualche pecca nella costruzione globale della card.
Il feud tra Cena e Rusev, non me ne vogliate, mi sta abbastanza piacendo: la stipulazione dell’”I Quit Match”, chiave conclusiva della faide (vinte) più aspre di Cena (JBL, Orton, Batista, Miz) potrebbe essere perfettamente inserita in un contesto abbastanza scevro di gimmick match, dunque nulla questio. Il midcard è abbastanza innocuo: l’incontro dei Tag Team potrebbe essere tranquillamente inserito nel preshow, la Andre The Giant Battle Royal dovrebbe essere poco più di un angle per Mizdow (decisamente il più over dei partecipanti), il match delle Divas esisterà ed il ladder match per il Titolo Intercontinentale, seppur quasi sicuramente di ottima fattura, risulterà comunque essere poco più di un contentino per uno dei pochissimi Main Eventer della federazione, che avrebbe potuto (e dovuto) ambire a ben altri palcoscenici. Salendo di qualche gradino, l’incontro tra Wyatt e Taker non mi entusiasma per la costruzione abbastanza monotona della faida e per la possibile mediocrità a cui si rischia di andare incontro (Wyatt è un worker decente se trainato, e Taker è ben lontano dal poterlo fare), della faida tra Orton e Rollins parlerò a breve ed infine il main event è viziato da un enorme, colossale difetto: Heyman e Lesnar sono così fantastici come performer e Reigns è così inviso dalla componente smart che prevedere un’inversione di ruoli tra face e heel, a WM, è un’ipotesi tanto sgradita alla dirigenza quanto inevitabile.
Rollins ed Orton, dicevamo. Il primo, l’ex architetto dello Shield, sta traendo quanto più possibile da questa sua parentesi heel. Se analizziamo le sue caratteristiche, Seth ha tutte le carte in regola per essere un babyface con i controzebedei: uno stile inring molto “fanfriendly”, un aspetto abbastanza riconoscibile ed una stazza in grado di essere credibile sia contro il big man di turno, sia contro il terribile e scorretto heel. Ciò che mancava, siano a qualche mese fa, era un corretto e chiaro delineamento della sua personalità, in grado di farlo emergere sulla massa e, da che mondo è mondo, non esiste babyface realmente over che non abbia avuto una parentesi più o meno lunga come top heel. CM Punk, Batista, Bryan, Cena, Triple H, Shawn Michaels sono solo alcuni dei nomi più recenti che potremmo annoverare in questa lista.
Si guarda al futuro da face di Seth con grande ottimismo, dunque. Tuttavia è lecito e legittimo rallegrarsi già del suo radioso presente: il suo stint come heel ha ancora tanto succo e vita, e sin dal suo inaspettato tradimento ai danni dei fratelli dello Shield, Seth ha dimostrato a pieno di essere non sono un heel capace, ma anche un vero performer a tutto tondo. Sul microfono i suoi progressi sono stati impressionanti. La sua gimmick, con l’aggiunta della valigetta e della J&J security (due guardie del corpo che sono la metà di lui…geniale!), è stata decisamente migliorata. Il suo stile inring, pur rimanendo decisamente da highflyer, è stato completamente asservito al suo essere heel, non snaturandosi ma adattandosi. Un lavoro che ha messo in risalto sia le sue innate doti, ma anche il suo duro impegno volto a migliorarsi nei suoi punti “deboli”: non è mai stato CM Punk al microfono ne lo sarà mai, tuttavia i suoi promo scriptati sono recitati come meglio non si potrebbe, dunque va benissimo così.
L’anno di Seth Rollins è stato davvero un anno dal sapore di consacrazione: tanti match di altissimo profilo con lo Shield, tante vittorie in PPV, un’alleanza con l’Authority che, volente o nolente, lo ha sempre lasciato nella zona altissima della card e soprattutto un match a 5 stelle in un main event con due delle più grandi stelle dell’ultimo decennio. Perché si, anche nel 2015 per essere considerato in modo serio come Main Eventer con la lettera maiuscola è necessario fare un match della madonna in un contesto d’alto profilo.
Detto questo, la faida con Orton ha subito troppi rallentamenti e troppe retromarce per risultare essere coinvolgente, senza contare che Rollins ha avuto una gestione di booking almeno perfettibile: nell’ultima puntata di Raw, infatti, Seth ha fatto (forse eccessivamente) la figura del tordo, offrendo sul piatto d’argento la possibilità di essere livellato dalla sempre piatta Vipera. Proprio per la straordinaria ordinarietà di questa faida, mi sento di poter dire che i conti tra i due potrebbero tranquillamente essere chiusi a Wrestemania, in modo da poter permettere un incasso salvifico proprio nel main event in caso di vittoria di Reigns oppure, in alternativa, la sera successiva a Raw.
Per quanto riguarda Heyman, invece, mi sento di poter dire una cosa: stiamo assistendo alla storia. Così come quelli che hanno visto Tyson boxare, Jordan andare a canestro o Tiger Woods maneggiare una mazza (non fate pensieri strani), la nostra generazione sta assistendo il perenne spettacolo offerto dal più grande parlatore di tutti i tempi. Non c’è promo di Heyman che non possa essere il promo della vita di qualsiasi altro performer, così come non c’è nessun performer in grado di sublimare con ogni singola parola una psicologia che mescola realismo, finzione, iperboli e fattualità.
Il suo futuro, inutile dirlo, dipenderà dall’esito delle contrattazioni tra Lesnar e la WWE: se la bestia dovesse rimanete a Stanford, beh ci sono ancora molte miglia da poter strappare a questo campione tweener. Se invece Brock dovesse partire per altri lidi ottagonali, vi direi: un affiancamento dello stesso Paul ad un Reigns HEEL potrebbe fare tutti felici. La WWE avrebbe il suo main eventer, Heyman avrebbe la sua star, Reigns avrebbe successo al microfono semplicemente stando zitto ed il pubblico potrebbe subissarlo di fischi non per protesta, ma per allineamento.
Non sarebbe male, no?
Danilo