Il veterano della WWE Tyler Breeze è stato ospite di un recente episodio di Into The Danger Zone with Chris Denker. Breeze ha parlato del suo licenziamento dalla WWE e dei suoi piani per il futuro, considerando anche un possibile ritiro permanente dal wrestling professionistico: “Se guardo alle cose che ho fatto, e non soltanto i miei match ma anche le persone che ho aiutato ad arrivare su un ring, penso che sia più che abbastanza. Non ho bisogno di dire alla gente quanto sono bravo, o che i giovani dovrebbero venire ad addestrarsi nella mia scuola, o che faccio parte di una determinata categoria, non importa. Potete guardare quello che ho fatto e decidere. Se quello che ho fatto vi ha intrattenuto, fantastico. Il mio lavoro è fatto. Se guardate la mia roba e credete che lasci a desiderare, va bene lo stesso”.
L’interesse rianimato
“È vero che il troppo stroppia. Va bene rimanere con una voglia di qualcosa di più. Sono stato molto, molto fortunato in tutta la mia carriera, sono stato molto fortunato per tutti i match in cui ho potuto lottare. Mi sono divertito da pazzi a lottare in giro per il mondo. Se mi è rimasta qualche cartuccia, quella è un’altra questione, specialmente dopo la pandemia. Lottare senza il pubblico mi ha drenato, per certi aspetti. Ricordo che una volta ero nel mezzo di un match con Tony Nese e gli ho detto ‘Amico, se solo ci fosse un pubblico… si divertirebbero’. Mi sentivo come se fossi stato truffato. La ragione per cui facciamo questo lavoro è intrattenere un pubblico. Il mio interesse si è rianimato quando gli eventi hanno iniziato a riammettere gli spettatori dal vivo, ma ciò che l’ha riacceso definitivamente è stato il debutto di Adam Cole in AEW. Quand’è venuto fuori da dietro le quinte, sentire il boato del pubblico mi ha fatto pensare ‘È per questo che lo facciamo’. Fortunatamente, essendo un membro di Da Party, avevo il privilegio di sapere dall’inizio che Cole avrebbe debuttato in quella data, quindi mi sono assicurato di vedere il pay-per-view in diretta. Non solo per sostenere il mio amico, volevo vedere il pubblico dare di matto”.