Un saluto a tutti i lettori di Zona Wrestling da Giammarco Ibba che da Cagliari, ma col cuore al Delta Center di Salt Lake City nello Utah, vi dà il benvenuto all’appuntamento numero 240 con UFC Corner, oggi sui vostri schermi in occasione di UFC 307: Pereira Vs Rountree Jr.

Women’s Bantamweight bout: #2 Ketlen Vieira Vs #3 Kayla Harrison

La serata inizia con l’incontro valevole il posto di prossima sfidante per il tiolo dei gallo femminili che verrà difeso nel co-main event della serata, tra la strafavorita Kayla Harrison e la veterana Ketlen Vieira; quella nel primo round è una buona prestazione da parte della judoka che mette a segno dei buoni colpi e dimostra di avere in pieno controllo la contesa con una buona fase a terra che le consegna il primo 10 della serata. Il secondo round è sempre in favore dell’americana che, seppur non dominando, mantiene salde tra le sue mani le sorti dell’incontro con un controllo a parete che, però, le procura due buone gomitate destre sulla fronte. Anche il terzo round è sulla stessa linea d’onda del primo e le permette di portare a casa piuttosto agevolmente una decisione unanime al termine di una performance che, per quanto funzionale, non aggiungerà certo un assegno da 50mila dollari al cachet di questa serata.

Winner: Kayla Harrison (UD: 30-27; 30-27; 29-28).

Middleweight bout: #10 Roman Dolidze Vs Kevin “Trailblazer” Holland

Inizia l’interessante confronto di stili tra i sempre pericolosi Dolidze ed Holland e, non appena li vediamo l’uno davanti all’altro, si nota subito la differenza di chi ha avuto bisogno di tagliare il peso e chi arriva tranquillamente a 15 libbre sotto il peso attuale, il che potrebbe presentare un pericolo per Holland per quanto riguarda la fase  a terra dove la stazza naturale e la forza che ne consegue è di un’altra dimensione. Dolidze non s’impegna nello smentirmi e porta a terra Holland alla prima occasione disponibile dove controlla la situazione e quando sembra che Kevin stia andando in una miglior posizione ci delizia con un delicatissimo “OHHH FUCK”, che poi scopriamo essere per l’infortunio alla costola che pone una fine prematura alla contesa.

Winner: Roman Dolidze (TKO: 1:00 – RD1).

Featherweight bout: #10 “The King Of Rio” Jose Aldo Jr Vs #11 Mario Bautista

Vedere i saltelli di Jose Aldo è sempre da pelle d’oca, ma è sconcertante vedere una leggenda dover combattere contro i giovani leoni della divisione nella terza parte dei rankings; Bautista è chiaramente pronto a tenere il piede premuto sull’acceleratore e togliere un 10% dai propri colpi per poterne mettere a segno il doppio e tenta diversi takedown contro il miglior anti-wrestler nella storia delle arti marziali miste, durante una ripresa da dare a Mario per la maggiore attività. Il secondo round ha tutta un’altra musica ed Aldo comincia quasi a giocare con l’avversario una volta visto l’importante taglio nella zona dell’occhio sinistro, tenendo la guardia bassa e colpendolo con importante combinazioni pugilistiche dal bellissimo flow, che ci ricordano perché Aldo porti una corona alla testa nella camminata verso l’ottagono. Sulla situazione di probabile parità (ma con le scorecards viste durante la serata, non si sa mai), Aldo e Bautista mostrano i primi segni di fatica e l’americano continua a cercare disperatamente il takedown e fallisce diverse volte, al termine di una contesa in cui, se dovessero esser presi in considerazione elementi come la difesa efficiente e gli attacchi falliti, Aldo sarebbe stato il padrone, ma che potrebbe andare all’avversario per la maggior attività.

Winner: Mario Bautista (SD: 29-28; 28-29; 29-28).

Il fatto che, con una performance del genere, Mario Bautista possa vantare il nome di Jose Aldo nel suo record dovrebbe far scattare un allarme nel mondo dei giudici delle MMA. Senza aver provocato un graffio, e dunque perdendo nel parametro ufficialmente più importante (il danno) e con 0 takedown su 10 riusciti, la contesa va a lui.

UFC Women’s Bantamweight Chmapionship bout: (C) Raquel “Rocky” Pennington Vs #1 Julianna “The Venezuelan Vixen” Peña

Le due atlete, dipinte dalla stampa quasi come agnelli sacrificali pronti per Kayla Harrison, mettono in piedi un primo round tutto fuorché eccellente da un punto di vista tecnico, con la Peña che rimane nella sua tipica e spaventosa guardia, ma ancor più spaventoso è il lavoro fatto dal suo team all’angolo che la loda per quello che definiscono un “ottimo round”, in chiaro favore della campionessa in carica. Inizia il secondo round e si arriva alla prima fase di clinch dove pare esserci stato uno scontro di teste che segna visibilmente la fronte della campionessa, che viene poi portata a terra e controllata a parete fino al suono della campana. Il terzo round è una fotocopia del secondo ed, a quanto pare, Julianna si è ricordata di sapersi orientare nella fase a terra e riesce perfino a sfiorare la Rear Naked Choke. Arriva il primo championship round e la campionessa ascolta il proprio angolo che la invita a dare il tutto per tutto: connette quindi un High Kick sinistro ma poi smette anche solo di tentare colpi significativi, per poi portare a casa il primo knockdown in 19 incontri per la UFC. Il quinto ed ultimo round è forse il più decisivo, con la Pennington che riesce  a portare a segno i colpi migliori e dettare i ritmi dello striking sempre portando la sfidante ad indietreggiare.

Winner AND NEW UFC Bantamweight World Champion: Julianna “The Venezuelan” Peña (SD: 47-48: 48-47; 48-47).

Non sono particolarmente interessato alla categoria dei gallo femminile, il cui livello è il più basso nella promotion, ma la vittoria di Julianna Peña è scandalosa. Vince dunque una contesa che, per quanto passiva e con poca attività, è stata agevolmente vinta dalla campionessa. Torna ancora una volta il discorso dei giudici e, per il match titolato appena visto, sono stati designati tre tra i più attivi nella storia dello sport. Si tratta comunque di una delle peggiori dimostrazioni della disciplina nella storia delle MMA.

UFC Light Heavyweight World Championship bout: (C) Alex “Poatan” Pereira Vs #8 Khalil Rountree Jr

Questo è uno dei match oggettivamente più attesi dell’anno: sebbene si possa discutere dei meriti di Khalil, siamo in un business d’intrattenimento e bisogna dare alla folla ciò che la folla vuole.

Dopo due walkout al cardiopalma ed uno staredown degno dei migliori film di Sergio Leone, i due strikers si studiano in un primo round che, grazie alla maggiore incisione, va a Khalil che pare quasi aver trovato il modo di oltrepassare l’ostacolo fisico posto dalle braccia di Pereira, la cui attenzione viene più volte richiamata dai blitz dello sfidante, sopra nei cartellini al termine dei primi 5 minuti. Inizia il secondo round e Pereira sembra essere in controllo della situazione ed estremamente rilassato, allorché Khalil connette un buon gancio e riesce perfino a sfiorare il knockdown approfittando della distrazione di Poatan sull’High Kick, il che porta sorprendentemente lo sfidante sul 20-18, quando Alex sembra ancora volersi prendere i suoi tempi per premere l’acceleratore. Parte il terzo round ed Alex sembra entrato nel match: i calf kicks cominciano ad accumularsi sul polpaccio sinistro di Khalil ed, insieme all’affaticamento, la mobilità dello sfidante inizia a deteriorare. Inoltre, i Jabs di Pereira cominciano ad arrivare all’obiettivo in rapida successione e, senza che quasi ce ne si accorga, l’occhio destro di Rountree Jr comincia a chiudersi ed il momentum pende ora dalla parte del campione, quando arriviamo alla prima ripresa titolata. È questo round a dare il titolo all’appuntamento odierno della rubrica. La quarta ripresa è stata un’esecuzione pubblica: Alex fiuta il momento giusto per far piovere colpi sulla testa di Rountree che, ormai stanco dall’attività e l’altitudine, altro non può che camminare come uno zombie in quella che si dimostra essere una maturazione professionale di Pereira. Conscio di quanto successo a UFC 287, Pereira calcola i suoi colpi e più volte non li lascia andare oltre la metà della strada, mostrando in una continua sequenza di quasi 2 minuti riflessi ed Head Movement magistrali ed inimitabili nella categoria delle 205lb. Una sequenza di ganci, montanti e ginocchiate, ma alla fine Rountree, completamente irriconoscibile, crolla con una sequenza di ganci al fegato. Pereira e Rountree salvano la serata.

Winner AND STILL UFC Light Heavyweight World Champion: Alex “Poatan” Pereira (TKO: 4:32 – RD4).

Performance Of The Night: Alex “Poatan” Pereira.

Fight Of The Night: Alex “Poatan” Pereira Vs Khalil Rountree Jr.

PANORAMICA RECENSIONE
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