In genere gli anniversari riportano indietro con la mente a fatti felici, visti con l’occhio nostalgico del sorriso. Dieci anni fa però alcuni fatti scossero ulteriormente il mondo del wrestling sancendo la rovinosa caduta del business che di lì a poco avrebbe dilapidato tutto il suo potere a favore della fiorente UFC. In Italia il wrestling venne bandito dalle tv generaliste, nel resto dell’Europa si posero le basi per fare a meno della WWE, la WWE stessa faticò per un lungo periodo a riprendersi dall’accaduto dopo la dipartita improvvisa di Eddie Guerrero e in questo caso di Chris Benoit. I main eventer di una delle edizioni di Wrestlemania più emozionanti ci lasciarono uno a distanza di un anno e mezzo dall’altro, in condizioni tragiche e differenti.
Dieci anni fa sono morti Chris Benoit, sua moglie Nancy e suo figlio Daniel. Anzi, per la cronaca non sono morti e basta: Chris ha ammazzato la moglie e il figlio, quindi si è impiccato. Uno scenario macabro da film horror riprodotto nella realtà con una crudeltà assoluta. Col tempo sono saliti alla ribalta ipotesi di omicidio da parte di sicari al soldo di Kevin Sullivan, noto ex wrestler WCW ed ex marito di Nancy, oltre che nemico giurato di Benoit. Ma le illazioni rimangono tali se non sono corroborate da prove certe. Quel 25 giugno fu abbastanza traumatico da rendere impossibile la credibilità di una notizia del genere: prima solo la morte, quindi la puntata tributo di Raw, dunque le notizie sconcertanti di quel che fosse accaduto. Omicidio-suicidio, dichiararono gli inquirenti. I tifosi della WWE non potevano crederci, proprio Benoit che duro risultava essere ma non altrettanto in famiglia dato l’amore riposto nella moglie e nel figlio. No non poteva essere vero nel giorno in cui avrebbe dovuto vincere per la prima volta in carriera il titolo ECW, simbolo della federazione dalla quale la sua carriera ha spiccato letteralmente il volo. E no, non poteva essere vero che i wrestler più amati muoiano proprio lo stesso giorno in cuidevono vincere un titolo del mondo (accadde anche a Eddie Guerrero).
Chris Benoit sparisce dai radar. La WWE lo cancella, i fan decidono di non ricordarlo. È un assassino, uno sporco lurido assassino. Non importa quali emozioni possa aver suscitato, non importa la scissione tra uomo e wrestler, la storia parla chiaro: Benoit ha ucciso. Ha raggiunto Eddie, e Victor Mr e Johnny Grunge, tutti colleghi e amici morti tra il 2005 e il 2006. Da quel momento, si disse, Chris ha iniziato a pensare pensare pensare. È entrato in depressione, ha iniziato a correre come in un film di fast and furious senza la coscienza di poter rallentare. Davanti un muro, impossibile da schivare. L’unico modo? Rallentare. Rallentare significava lasciare il wrestling, come aveva intenzione di fare secondo le dichiarazioni della cognata Sandra Toffoloni. Basta lottare, dentro una scuola di wrestling e più tempo per la famiglia. Basta steroidi, antidolorifici, ansia da prestazione, voli, match su match e la costrizione di dover partecipare ad un mondo che non era più il suo.
Dall’autopsia sono emersi due rilievi: aveva i tessuti cerebrali danneggiati in modo tale da assimilarlo ad un ottantenne con l’alzheimer; aveva il cuore più grosso del normale, pronto ad esplodere da un momento all’altro. Possibile che Benoit sapesse e avesse fatto di tutto per evitare il dolore della moglie e del figlio piccolo? Possibile, eccome. Ma ciò non giustifica il gesto né giustifica il suo egoismo nel voler togliere la luce alle due creature più importanti della sua vita. Non giustifica le paranoie, i messaggi criptici ai colleghi e la tenuta umorale disturbata come dichiarato in seguito dal padre. Da quel momento Benoit è sparito per sempre dai nostri ricordi, dal nostro amarcord esattamente come è sparito dai video e dalla storia visiva della WWE. Vi è ritornato solo di recente con un atto di estrema sensibilità e buon senso da parte di Vince McMahon: « Non possiamo far finta che non sia mai esistito. Un conto è includerlo in un contesto storico, il che credo sia giusto, e un altro è promuoverlo, il che non va bene per la nostra compagnia ». Benoit è riemerso per rimanere un punto senza storia. Dieci anni dopo, la sua morte e quella della sua famiglia sanguinano ancora e fanno male come lame tra le carni.