Un anno fa nasceva la All Elite Wrestling. O più precisamente iniziavamo a sentire dei germogli grazie a Dave Meltzer, assunto a consulente esterno della compagnia per consentire il più rapido passaggio verso il business. Ci sono state due conferenze stampa, puntate del Being The Elite decisamente straordinarie, quattro ppv fino al debutto ufficiale su TNT con “Dynamite”. Tutto molto bello, ma è stato davvero un successo? Andiamo a vedere quali sono stati i top e i flop, in maniera casuale, di questo primo anno da Elite.

TOP.

  • Presentazioni dei personaggi: a differenza di quanto avviene altrove, la AEW ha saputo tratteggiare diversi wrestler, presentarli in maniera dissimile. Oggi sappiamo chi sono Luchasaurus, Jungle Boy, Darby Allin, Riho, Britt Baker, i Dark Order, Joey Janela, Peter Avalon, Orange Cassidy, Emi Sakura, Nyla Rose, Hikaru Shida, Private Party. Lo sappiamo al di là dei tanti atleti già conosciuti in diverse altre esperienze. E questo è già un primo risultato: far crescere ragazze e ragazzi che tra un anno o due saranno fondamentali per la riuscita dello show.
  • Vendita dei biglietti e ascolti televisivi: la media settimanale è di circa 5 mila tagliandi venduti un po’ ovunque. Era impensabile che potessero mantenere le alte cifre e i sold out dei primi giorni. La situazione attuale del wrestling è la più in crisi degli ultimi quindici anni e riuscire a vendere quanto la WWE è un risultato straordinario. Anche televisivamente va più che bene: Dynamite non è mai sceso sotto i 600 mila telespettatori, obiettivo limite entro il quale investitori e sponsor rimangono interessati al prodotto. E ne hanno ben donde perché nella fascia demografica di riferimento, 18-49, la AEW continua a riscuotere bei risultati e questo è un buon incentivo per chi decide di affidare a loro la pubblicità della propria azienda.
  • Cody Rhodes, Chris Jericho, Jon Moxley: La legacy funziona e Cody viene riconosciuto come il degno successore sia di suo padre Dusty che della storia della WCW. I fan lo vedono come il vero antagonista della WWE, lo adorano e lo supportano dal primo giorno. Vedono in lui l’authority, così come vedono in Chris Jericho il campione ideale per traghettare verso l’anno nuovo. Si è letteralmente rivoltato come un calzino, riproponendosi con un nuovo personaggio e ottenendo come sempre un successone. Importa poco la sua forma fisica, i suoi match non sono mai stati banali e a 50 anni la spiega ancora a tutti. E poi c’è Moxley che si sta avvicinando sempre più ad una nuova forma di Steve Austin dei tempi nostri, lo stanno lasciando libero di fare e disfare a suo piacimento, dandogli tutti i match che gli interessano maggiormente. Un buon modo per rimettersi in carreggiata.

FLOP.

  • Categoria femminile: come detto in un altro pezzo, la sensazione è che stiano sperimentando, andando un po’ a tentoni. Riho ha compiuto bei match, piace tantissimo al pubblico americano, ma intanto è sparita da settimane. Dietro è tutto un muoversi a destra e sinistra senza avere una idea precisa di cosa fare. Chiaro che tutto ciò serve per presentare tutte le ragazze, ma in questo momento serve un po’ di chiarezza, di spazio e soprattutto una storyline una da poter sviluppare. Qualcosa si muove con Brandi Rhodes, ma non comporta nulla (al momento!) per la zona titolata.
  • Consequenzialità e AEW Dark: manca un bel po’ di consequenzialità, di filo conduttore tra Being The Elite, AEW Dark e Dynamite. Ciò che accade da una parte non viene ripresa nello show principale e viceversa. Certo, questo dovrebbe portare il pubblico a seguire tutto. Ma non sono tanti quelli che ne hanno voglia e che intendono davvero farlo. Inoltre Dark, partito con le migliori intenzioni, si è trasformato in un piccolo show in cui far lottare i wrestler con minore esposizione senza un programma o una conseguenza.
  • Kenny Omega: è stato un semi-flop, se pensiamo a tutta l’aurea da super campione che si portava dietro. Le sue prestazioni non sono mai state eccezionali, è sembrato sempre lottare col freno a mano e non ha preso quelle cinque stelle mai, nonostante in qualche caso ci potessero essere gli estremi. Con Janela e Moxley è andato oltre il suo standard, si sta costruendo una nuova verginità ma quest’anno è stato come se si fosse preso del tempo per costruire qualcosa di più grosso. Ci riuscirà? Solo il 2020 ce lo potrà dire.

Questi sono solo alcuni dei punti di questo 2019 targato All Elite Wrestling. Ora tocca a voi, scrivete nei commenti i top e i flop che avete riscontrato nella federazione di Jacksonville.