Il difficile momento di Dean Ambrose e come rilanciarlo,nel momento dello scontro tra Shield e Evolution.

 Nelle ultime settimane, uno dei principali argomenti di discussione nel mondo WWE è stato senza ombra di dubbio il passaggio nello schieramento dei buoni da parte dello Shield. Il terzetto,dopo mesi di voci riguardante uno scioglimento della loro formazione e  con rumors di possibili feud interni, è rimasto unito e ha suggellato il suo nuovo status aiutando Daniel Bryan in diverse occasioni e ponendosi frontalmente contro la nuova riedizione dell’Evolution, andando a generare un feud che dovrebbe essere uno dei perni di tutta la programmazione della federazione per i prossimi mesi.

 Agli occhi di molti, questo scontro dovrebbe essere il trampolino di lancio definitivo per Roman Reigns, ma io credo che in realtà sarà il banco di prova per un altro dei componenti della stable, ovvero Dean Ambrose, che al momento è il lottatore che forse ha più da dimostrare agli occhi del pubblico.

Al momento del debutto dello Shield, infatti, Ambrose era senza ombra di dubbio il wrestler più atteso e con maggiore hype alle spalle, visto il suo passato importante nelle federazioni indipendenti e il lungo periodo nel settore di sviluppo in attesa di un debutto nel roster principale; inoltre era quello che aveva meno dubbi alle spalle, dato che Roman Reigns era ritenuto molto acerbo, visto anche quello che aveva fatto fino a quel momento a NXT e Seth Rollins aveva con sè il solito fardello di lottatore ritenuto bravo sul ring ma non sufficiente al microfono, e questo metteva il biondo lottatore in pole position per essere quello che doveva emergere nel gruppo. Se vediamo la situazione ad oggi, però, notiamo come le previsioni si siano capovolte completamente rispetto a quei tempi, perchè Reigns è ritenuto uno, se non IL, grande prospetto della federazione per i prossimi anni, e ha avuto l’onore di rompere alla Rumble uno dei record più longevi della WWE come quello delle eliminazioni alla Royal Rumble, mentre Rollins si è creato un suo spazio come lottatore creativo sul quadrato e sardonico al microfono, dimostrando buone abilità anche in quel reparto mentre il nostro Dean genera in molti dubbi e sospetti su come potrà essere gestito nel momento in cui, come è naturale accada, la stable verrà sciolta e ognuno dovrà camminare sulle proprie gambe.

Avere dei dubbi su Ambrose mi sembra legittimo ma non condivisibile, e credo siano stati fatti da parte della WWE tre errori nel gestire il lottatore che possono far pensare che il ragazzo abbia meno talento di quanto sembra.

Il primo errore che è stato commesso, dal mio punto di vista, riguarda lo stile di lotta e il modo di porsi sul ring. Come sappiamo, è fondamentale che ogni lottatore riesca a fornire sul ring non solo delle prove dignitose dal punto di vista tecnico ma che riesca anche a crearsi un proprio stile riconoscibile di combattimento,fatto da mosse tipiche e atteggiamenti personalizzati che rendano unico lo stile di ciascuno e portino il pubblico a sapersi cosa attendere. Nel caso dello Shield, questo è stato fatto ottimamente con Reigns, dipinto come wrestler potente e atletico allo stesso tempo, e ancora di più negli ultimi mesi con Rollins, ridisegnato come lottatore super energetico e in grado di volare da una parte all’altra del ring in un batter d’occhio. Con Ambrose questo passaggio fino ad ora è mancato, in quanto è sempre stato usato come lottatore tecnico e in grado di abbassare il ritmo delle contese quando necessario, ma senza che gli venissero date mosse particolari per caratterizzare il suo moveset o atteggiamenti ripetitivi, e ciò ha fino ad ora indebolito la sua posizione, rendendolo meno accattivante agli occhi del pubblico, che invece vuole questi atteggiamenti per affezionarsi ad un lottatore, indipendentemente dal suo essere face o heel.

Il secondo problema che riscontro nella gestione di Ambrose riguarda il suo valore al microfono, o meglio la differenza tra quello che ci si attendeva e quello che abbiamo visto fino ad ora. Al momento, infatti, è mancato il promo definitivo da parte sua, il monologo che ti fa capire che il ragazzo ha qualcosa di speciale dentro di sè facendo definitivamente scoccare la scintilla tra lui e il pubblico. Intendiamoci, si è ampiamente capito che il ragazzo sa parlare e ha tutti i mezzi, ma fino ad ora è mancato quel passo in più, quel colpo d’ala in grado di fargli prendere il volo e il conseguente salto di qualità.

 Il terzo e forse più importante problema che fino ad ora ha impedito a Ambrose di affermarsi è la gestione del suo regno di Campione degli Stati Uniti. A meno di incredibili colpi di scena nel corso della settimana, infatti, Dean diventerà il detentore più longevo della cintura, ma non si può certo dire che il suo regno sia stato memorabile, ma anzi siamo di fronte a una delle peggiori gestioni di titolo mai viste negli ultimi anni, dato che Ambrose difende raramente la sua cintura e non ci sono mai state faide interessanti che lo hanno coinvolto in merito alla stessa, se non alcune scaramuccie iniziali con Kofi Kingston, a cui strappò la cintura, e Kane. Va in ogni caso ricordato come la cintura US, indipedentemente da Ambrose, versa da anni in uno stato di disinteresse totale da parte dei booker e sono diversi anni che non vi sono faide significative che la riguardano; a parte infatti il momento di gloria di Zack Ryder del 2011, infatti,per vedere un feud importante che abbia avuto al centro questa cintura dobbiamo ritornare indietro nel tempo fino al 2008, quando se la contendevano i vari MVP, Shelton Benjamin e Matt Hardy, e va quandi detto che Ambrose non è stato certo messo nelle migliori condizioni per brillare e ridare dignità e lustro a una cintura storica come quella che porta con sè da quasi un anno.

 In sostanza è da buttare questo Ambrose? Io direi assolutamente di no, in quanto le qualità sono lì da vedere e per ora la somma delle parti ha dato molto meno delle singole qualità prese una per ora. Quello che serve al nostro è un momento di gloria, un spot importante o un promo unico che gli dia la chanche di mettere tutto assieme e di rilanciarsi alla grande; il feud tra Shield e Evolution deve essere l’occasione giusta perchè ciò  accada, e il farlo accadere contro gente di assoluto livello come i vari HHH, Batista e Orton può essere il trampolino di lancio ideale per vedere Dean come uomo su cui puntare anche ai massimi livelli per i prossimi anni della federazione.

 

 

Reporter ufficiale di NXT, improvvisatore. non digerisce i peperoni, fan appassionato di Deadpool, fine umorista, fedele alla chiesa di Santo Stefano Curry e delle sue caviglie di cristallo da prima che molti di voi lo conoscessero.