Quando sei una Compagnia di intrattenimento con una vasta copertura televisiva ed hai tanti azionisti, soci e partnership di peso mondiale, ad ogni pomposo annuncio che fai deve corrispondere necessariamente un evento straordinario. Non ci si può permettere di illudere i fan che ti seguono che il prossimo evento sarà epocale, quando poi si rivela un fiasco già nelle tue intenzioni. Ecco, il Draft di quest’anno (ma anche dell’anno scorso) è la quintessenza del fiasco televisivo. Due puntate intere dedicate al Superenalotto del wrestling in WWE, che nella sua natura ha lo scopo di rimescolare le carte affinché il prodotto sia sempre originale, per poi dichiarare a sorpresa che, in fin dei conti, alla WWE conviene più il mantenimento dello status quo. Un “lasciamo tutto come sta che infondo tutto sta andando bene, e i nostri progetti per il futuro già sono stati stilati, quindi non smuoviamo troppo le acque”. Anzi, non smuoviamole per niente. Ma allora, che senso ha farlo ? Verrebbe da chiedersi…

Non che le premesse fossero rosee per quest’anno, visto il peso che le decisioni del Draft 2023 hanno poi avuto sugli show nel corso dell’anno. Praticamente nullo. Piano piano, infatti, i roster delineati dallo scorso Draft hanno finito per mescolarsi, confondersi fino a, escluso qualche “fedelissimo” che ha mantenuto il suo brand, perdere una propria identità tanto che alcuni atleti ci si è dimenticati a quale show appartenessero, per quante volte hanno saltellato un po’ qui un po’ lì a seconda della convenienza. Quindi il Draft di quest’anno immaginavo sarebbe stata la classica mossa pubblicitaria (giusto per far sintonizzare qualche migliaio di telespettatori in più) del quale gli effetti sarebbero decaduti già nel breve periodo. Quindi mi aspettavo qualche nome importante “draftato” a sorpresa da uno show all’altro, tanto per far clamore, quantomeno per i primi mesi successivi alla lotteria. Quest’anno però nemmen quello c’è stato. Non un wrestler di punta che abbia cambiato maglietta, nessun effetto shock, nessun inaspettata sorpresa. Ci si è limitati a dire “Tutti fermi dove siete! Nessuno si muova”. A poco sono serviti le voci illustrissime di leggende del ring, ex GM storici e qualche socio di minoranza ad annunciarli, i cambi epocali tanto attesi non ci sono stati. Anzi, c’è stato anche di peggio.

Si, perché gli annunci non sono stati relativi a chi veniva spostato, il che sarebbe stata cosa logica e giusta, ma anche a chi restava nello show di appartenenza, “sprecando” delle slot per altri cambi. Che senso ha aver dichiarato che Orton, Owens, Gunther, Bianca, Cargill e gli altri sarebbero rimasti al loro posto ? Che senso ha aver scomodato le stelle del passato per questa sceneggiata ? E perché non declamare per intero i roster a questo punto, evitando di fare inutili “parzialità” che non hanno avuto alcun senso ? Se due puntate non sarebbero bastate a delineare tutto il parco lottatori dei due show, e si aveva a disposizione un minutaggio televisivo limitato, allora perché non usarlo esclusivamente per annunciare solo i cambi di roster ? Non si è ben compresa l’intenzione di questo Draft, a cosa puntava e che cosa ha voluto significare. Non credo, come qualcuno osa dire, che questo strumento sia ormai superato, e ce lo dimostra il fatto che questo tipo di evento è adoperato in diversi settori ancora oggi con discreto successo. Penso però che dovrebbero rendere questa iniziativa un pelino più seria, consentendo ai suoi effetti di perdurare stabilmente nel lungo periodo. E se proprio non si ha alcuna intenzione di spostare gente di peso, almeno azzardare con il midcarding. Ma se poi lo stato attuale dei due roster piace così come è, allora diventa del tutto inutile annunciare un Draft. Ogni cosa deve avere senso, soprattutto oggi che la WWE gode di una popolarità enorme e per cui enorme è anche l’attenzione critica al prodotto. Perchè la fama ha i suoi onori, certo, ma anche i suoi oneri. Ed un Draft che “drafti” è uno di questi.