Luci basse, musica da sfilata di moda, bizzarri stivali pelosi, pellicciotto smanicato e sguardo fisso sull'I-Phone (con tanto di cover in pelliccia) per ammirarsi e assicurarsi che nessun capello sia fuori posto; no, non si tratta di un'adolescente particolarmente vanitosa, ma di Tyler Breeze, uno dei lottatori più in voga in quel di NXT, il settore di sviluppo della WWE di cui mai si è parlato così tanto e che non ha mai fornito un simile numero di wrestler al main roster in così poco tempo (sarà, forse, per pubblicizzare il WWE Network sul quale NXT va in onda in esclusiva? Domanda retorica ovviamente…).
Ora, sembra paradossale che un appassionato di wrestling, il quale spera di assistere a match spettacolari e combattuti fino all'ultimo, possa apprezzare un tizio che, durante i suoi incontri, si cura più di lasciare integro il viso fino al prossimo evento di Armani che non di mettere KO l'avversario; eppure, Tyler Breeze è stato capace di conquistare l'NXT Universe che non fa altro che gridare “Breeze is gorgeous!” prima, durante e dopo i suoi match.
Io stesso, quando lo vidi debuttare poco meno di un anno fa, ero tutt'altro che entusiasta di fronte a quello che, a prima vista, mi sembrava un personaggio stupido, banale, e non certo privo di precedenti nella storia più o meno recente della WWE; del resto, sono numerosi i lottatori che, sia pur con alcune varianti e con esiti altalenanti, hanno portato in scena la gimmick del “good looking guy” o “sexy boy” che dir si voglia: basti pensare a Shawn Michaels, per arrivare a Val Venis passando per Rob Conway senza dimenticare che, solo pochi mesi prima, Fandango avesse appena fatto capolino negli show della federazione di Stamford.
Tuttavia, col passare del tempo, sono stato piacevolmente smentito da quello che, adesso, considero una delle principali ragioni per seguire NXT, nonché uno dei maggiori indiziati a fare il salto nei prossimi mesi a venire (insieme a Sami Zayn e Adrian Neville).
In particolare, sono stati alcuni fattori specifici a farmi ricredere su Tyler Breeze: innanzitutto, la fantastica interpretazione da parte di Matt Clement, il wrestler che impersona la gimmick e che sembra essere diventato un tutt'uno con il suo personaggio; è sufficiente ascoltare la voce suadente in occasione dei suoi promo, guardare il suo passo felpato durante l'ingresso sul ring e, più in generale, osservare gli atteggiamenti tenuti dentro e fuori dal quadrato per rendersi conto del fatto che il lottatore abbia fatto proprio ogni singolo aspetto del modello portato in scena, con risultati molto apprezzabili per gli spettatori, che non riescono a fare a meno (me compreso) di sorridere di fronte alle smorfie di Tyler Breeze, ai suoi selfie trasmessi sul titantron o ai suoi buffi tentativi di nascondere il viso dagli attacchi degli avversari; in tutto ciò, non va dimenticata la nuova theme song, cantata dallo stesso lottatore (in stile Shawn Michaels) e che contribuisce sicuramente a trasmettere un senso di piena immedesimazione tra la gimmick e il suo interprete (nonostante quella usata precedentemente si adattasse comunque molto bene al personaggio).
Inoltre, ultimamente, anche grazie ad un'insolita noncuranza per i lineamenti del viso e, conseguentemente, ad una maggiore propensione al contatto fisico, si è assistito ad un netto miglioramento delle prestazioni in-ring di un wrestler il quale, di per sé, è già dotato di un discreto parco mosse (ricco di numerose varianti di calci) e di una finisher, la Beauty Shot (che altro non è se non un semplice spinning wheel kick), tanto efficace quanto imprevedibile e improvvisa (mi sento di assimilarla, sotto questo punto di vista, all'RKO) e che, nell'ottica di un eventuale stint nel main roster, potrebbe assicurargli diverse vittorie di rapina contro avversari ben più esperti e quotati, senza con ciò risultare inverosimili o forzate; per avere conferma delle buone capacità di lotta di Tyler Breeze basta recuperare il Triple Threat Match, tenutosi qualche settimana fa a NXT per determinare il #1 contender al titolo detenuto da Adrian Neville, contro Sami Zayn e Tyson Kidd (vinto da quest'ultimo) o, meglio ancora, il sorprendente incontro disputatosi a Takeover una settimana fa, in cui “The Gorgeous One” ha sconfitto “il fu Generico”, laureandosi così primo sfidante di Adrian Neville, il quale, nella stessa sera, ha mantenuto l'NXT Championship contro l'ex membro dell'Hart Dynasty.
Infine, un altro dei motivi per il quale ho cambiato idea su Tyler Breeze è stata una rilettura, puramente soggettiva, del suo personaggio che mi ha portato a guardarlo da una prospettiva diversa; infatti, tra le righe della gimmick del lottatore canadese, scorgo (forse sbagliandomi) un intento parodistico, se non di denuncia, da parte degli autori della WWE nei confronti degli adolescenti di oggi (di entrambi i sessi) i quali, in una società sempre più improntata sull'apparire (tanto per ricollegarmi al mio blog della settimana scorsa), non fanno altro che riempire i social network con decine di autoscatti, nei quali si atteggiano da veri e propri modelli o modelle, assumendo pose che, oltre a fare invidia allo stesso Breeze, sfiorano spesso il limite del ridicolo; a tal proposito, nulla mi toglierà dalla testa l'idea che, se i genitori ne fossero a conoscenza, probabilmente impedirebbero loro anche solo di accedere al web, prima ancora che permettergli di iscriversi a un social network al quale dare in pasto una quantità industriale di immagini e dati personali.
Ritornando a Tyler Breeze, egli sembra, dunque, avere tutte le carte in regola per farsi apprezzare anche a Raw e Smackdown. Ora, è chiaro che un personaggio con una gimmick così marcata e caricaturale non possa aspirare al WWE World Heavyweight Championship o alla parte altissima della card; tuttavia, in un mid-carding che langue di faide e personaggi interessanti, un wrestler come Breeze sarebbe grasso che cola e, in ogni caso, niente gli impedirebbe di ambire ad uno dei titoli secondari, attorno ai quali l'attenzione sembra tornare soltanto nel breve periodo che segue il cambio di detentore, salvo poi cadere nell'indifferenza più assoluta.
Piuttosto, l'unica ragione che potrebbe giustificare un ulteriore indugio prima di una definitiva promozione nel main roster, è la possibilità che lo spettatore medio della WWE possa percepire un'eccessiva somiglianza tra il suo personaggio e il sopraccitato Fandango (che ha debuttato soltanto l'anno scorso) nonostante si tratti di due personaggi sostanzialmente diversi, sia pur accomunati dal narcisismo e, se vogliamo, dagli atteggiamenti un po' “effeminati”.
In ogni caso, sono convinto che, una volta che Tyler Breeze sarà noto anche al grande pubblico della WWE, non ci vorrà molto tempo prima di sentire partire nelle arene di tutta l'America (e non solo) il coro “Breeze is gorgeous!”, proprio come oggi accade alla Full Sail University di Orlando.
ChristiaNexus