Lo so, lo so. La NWA la guardiamo in sei in tutta Italia, quindi non dovrei prenderla neanche troppo in considerazione ma tant’è. Dopo il boom di popolarità (più curiosità che altro) della prima stagione di Powerrr che aveva creato un discreto buzz su internet, tanto da essere citato da The Rock in un suo tweet, il crollo del post covid che è di fronte a tutti.
Se qualcuno mi dovesse chiedere “Vale la pena seguire la NWA?”, risponderei no senza neanche pensarci. Il livello di wrestling è pessimo, i promo si salvano, le faide sono stupide e confusionarie e soprattutto il roster è veramente terribile.


Nonostante ciò, io ogni settimana guardo lo show, pagando l’abbonamento mensile a FITE e comprando sempre con larghissimo anticipo i ppv, che complice l’orario favorevole per l’Europa seguo sempre in diretta. Lo so è una follia che faccio anche fatica a spiegare. Credetemi non lo faccio neanche per poter dire che quel tizio lo conoscevo già quando era in NWA prima che diventasse il Ricky Starks o la Thunder Rosa di Dynamite, uno show così scalcinato invece a mio modesto avviso ha un cuore e uno stile ammirevole.
Dicevo prima che il Covid ha falcidiato la NWA in maniera fin troppo severa, non che ci fossero eccellenze da match dell’anno, anzi, ma quanto meno era stato possibile con un budget limitato trovare un equilibrio. Adesso no, tolto Nick Aldis e qualcosa di buono attorno al titolo femminile, c’è il deserto.


Per ottimizzare le risorse è stata fatta l’unica scelta percorribile, ovvero utilizzare la Championship Wrestling from Hollywood come serbatoio per rimpolpare il roster. Inutile raccontarvi l’esito penoso.
Ma in fin dei conti, i sopra citati sono ragionamenti per una promotion che vuole competere con le altre per primeggiare o almeno farsi notare, ma siamo sicuri che questa NWA abbia questo obiettivo?
Ho grossi dubbi al riguardo, le major fanno corsa a parte a suon di Summerslam in stadi da 65mila persone e acquisizioni top con contratti importanti come Andrade, le altre piccole come Impact e ROH si sono riprese il loro spazio senza emergere in maniera considerevole e, tolta la ROH, come Impact, anche la NWA cerca la collaborazione di comodo con la AEW.
AEW che ha il coltello dalla parte del manico sempre, come logico che sia in una dinamica di rapporti non alla pari. In questa situazione provare a tenere “dritta la schiena”, immagino non sia semplice per promotion che hanno attivi in bilancio non significativi.


Mi lascio sicuramente trasportare tra l’affetto verso Billy Corgan e quello per il marchio NWA mentre scrivo queste righe, ma come si fa non essere un po’ romantici? Nick Aldis vs Trevor Murdoch è stato un main event che letto dall’esterno faceva sorridere, oggettivamente mediocre, ma con una “spinta verticale” che sta alla base del concept di Powerrr.
Siamo inferiori a tutti, nessuno ci prenderà sul serio, divertiamoci almeno e riviviamo il passato per come possiamo.
“Per come possiamo” perché ormai dopo oltre trenta puntate di Powerrr quel feeling da tv anni Ottanta è svanito. Tutto ruota intorno al valore della cintura e alla figura statuaria di Nick Aldis e nulla è più importante.
Non è la concorrenza quella da temere, è da temere solo il perdere la rotta immaginandosi di dover essere altro.