Nel colpire l’immaginario dei fans, la WWE, non ha rivali. Riesce nella difficile impresa di creare delle aspettative, deluderle, per poi addirittura superarle, a suon di colpi di scena degni delle migliori pièces teatrali. SummerSlam è stato un evento unico in questo senso: Dominik che tradisce Rhea Ripley (con bacio annesso a Liv), Finn Balor che impedisce all’amico Damien Priest di vincere. Ed ovviamente il ritorno in pompa magna dell’Original Tribal Chief. Un aspetto che ho gradito di quest’ultima opera è che, senza mezzi termini, Roman è andato diretto su Solo Sikoa, mettendo in chiaro sin da subito quale sia la sua propensione. La serata a Cleveland ha mostrato come, quando ci si mette, la WWE non ha rivali in termini di capacità di lasciare col fiato sospeso, e abilità nel meravigliare sempre la sua fanbase.
La cosa che invece mi perplime, è che questa sua recente attitudine sia parecchio inflazionata di recente. Mi spiego; La gestione Triple H (per quanto sia erronea questa definizione, essendoci sopra di lui altri e più autorevoli personaggi) ci sta “viziando”, con PLE ricchi di colpi di scena, e Main Event dai finali gremiti di wrestler, con l’ultimo atto che diventa il coup de theatre della serata. Vedasi il Main Event di WM XL, dove Taker, a sorpresa, atterra The Rock. A SummerSlam (il secondo evento per ordine di importanza dell’anno), stesso programma: Dopo diverse interferenze, sempre abilmente cadenzate, Roman chiude la serie di intrusioni, concludendo match ed evento. Questo leitmotiv, appesantito dagli altri eventi scioccanti della serata, mi hanno svuotato emotivamente. Troppe cose in troppo poco tempo. Se la WWE ci riserverà questo numero di sorprese (magari cambiandone, di tanto in tanto, le modalità) per il resto dei tempi, allora può anche andar bene. Purtroppo però, presumo che i colpi in canna finiranno prima o poi, come è fisiologico che sia. E allora, cosa si farà per meravigliare sempre la platea?
Percepisco una certa fretta di stupire il pubblico, e di servire il piatto non appena sia cotto. Credo che, se talvolta si riuscisse a farlo desiderare un po’ più a lungo, si otterrebbero due cose in una: Evitare di “intasare” gli eventi di colpi di scena, e garantirsi un arco narrativo costantemente entusiasmante. Inoltre, il ritorno di Roman Reigns ora, può avere ripercussioni negative sul regno di Cody. L’American Nightmare ha ancor bisogno di avversari importanti e di storie avvincenti per affermarsi come nuovo volto della Compagnia. E invece, non è riuscito mai a staccarsi dalla storia della Bloodline, e quando avrebbe finalmente potuto farlo (dopo la vittoria su Solo), per iniziare un nuovo percorso da solo, ecco che, l’uomo più desiderato dal WWE Universe in questo periodo, torna in gran stile, minando seriamente il primato di Cody. In questo senso, e per questo motivo, penso che il ritorno di Roman a SummerSlam sia stato “di troppo”. Come dicono gli Americani, che nei proverbi sono anche più bravi di noi: Less is more. Per patriottismo, cito l’antico adagio nostrano, che suona come complementare a quello sopraccitato, “La gatta frettolosa fa figli ciechi…”.