Dopo Brock Lesnar, Sami Zayn, Cody Rhodes, The Rock e il Papa, per detronizzare Roman Reigns si inizia a sperare in Solo Sikoa. Che per carità, a me piace tanto. Anzi, ero davvero felice quando lo hanno inserito nel Main Roster accanto ai fratelli. È una versione più “moderna” di Umaga, e forse anche un pochettino più “caratteriale”. A penalizzare molto il compianto Umaga fu la scelta di farlo parlare samoano, che implicava il doverlo affiancare sempre ad un manager molto bravo. Da solo non avrebbe mai brillato, e così purtroppo fu. Oggi lo rimpiangiamo tutti, più perché la sua famiglia è al top, che perché lo vorremmo davvero rivedere sul ring. In vita sì, per carità, sul ring non credo.
Sikoa, come dicevo, è più moderno dello zio, intriso qual’è di una cultura da “ghetto” che fa molto chic. Ma per quanto sia perfetto nel ruolo di “problem solver” nella stable, credo che per una sua ascesa al top dovremmo aspettare un bel po’. E non è detto che arrivi mai. Piuttosto c’è un altro “Uso” che credo potrebbe iniziare la sua personale salita al vertice, ed ovviamente parlo di Jey. In origine credevo fosse Jimmy quello più dotato, più carismatico. L’infortunio di due anni fa lo ha tenuto troppo lontano dalle scene, permettendo al fratello di primeggiare e di costruire, lentamente, il suo personaggio. Quando Jimmy è tornato, il divario tra i due oramai era incolmabile, e Jimmy sembra sempre più il “portaborse” personale del fratello Jey.
So che l’outfit di un atleta non è tutto, anzi. Un wrestler può indossare il vestito più bello, la maschera più colorata, ma se non “attecchisce” sul pubblico può far poco. Però l’outfit, se in sintonia col personaggio e la storia che racconta, può fungere da vero propellente. Immaginate Stone Cold, che indossava una semplice mutanda nera e un paio di stivali, in perfetta armonia col suo personaggio “nudo e crudo”, se avesse indossato i vestiti di Seth Rollins, avrebbe suscitato lo stesso appeal? E Bret Hart, del quale il colore rosa è diventato sinonimo, avrebbe ottenuto lo stesso successo? Tornando all’outift, Jey Uso nello scorso Smackdown ha scelto di indossare un pantaloncino da Boxeur, che ai miei occhi lo ha reso molto più “credibile”. Un ragazzo come lui, rissaiolo, vendicativo, arcigno e pieno di acrimonia, che veste i panni di un artista marziale che sembra scappato all’ultimo momento dall’Oktagon, a me non dispiace affatto. Spero che anche a Stamford se ne siano accorti.
Ma sapete qual’è il più grosso limite di Jey secondo me? Di certo non il modo in cui veste. Il suo vero ostacolo è il suo linguaggio. Si esprime in un inglese storpiato dallo slang, che rende incomprensibile tante volte le cose che dice. In una Compagnia che punta a colonizzare il Mondo, il linguaggio degli atleti è una chiave per superare tutte la barriere. La comunicativa di un personaggio è fondamentale: Quanto più è chiara ed efficace, tanto più il pubblico è in grado di “comprendere” e familiarizzare. I promo di Jey sono un minestrone di imprecazioni e frasi mozzate, con l’aggiunta di termini samoani che se non spiegati rompono un po’ la comunicazione, tutti pronunciati in un gergo non a favore di pubblico. Perlomeno non americano. Se si rendessero i suoi promo meno sibillini alle volte, e si continuasse a costruire il suo percorso, sarebbe “quello” giusto. Con buona pace di Brock, Cody, The Rock, Sikoa e Sua Santità.