Poco dopo aver appeso gli stivali e il cappello nero al chiodo, Undertaker si è attirato le ire dei fan e di diversi wrestler affermando che l’industria si è rammollita. Il WWE Hall of Famer ha parlato in modo entusiasta dell’epoca in cui ha sfondato, commentando che la crudezza del business ha contribuito a renderlo ciò che era. Parlando al suo nuovo podcast “Six Feet Under”, il Deadman ha poi ritrattato quei commenti, spiegando che il wrestling non è diventato più morbido, ma solo più intelligente – qualcosa che, ammette, non sapeva bene come affrontare.
I tempi cambiano
“È incredibile che ora ci siano tutti questi protocolli in vigore. Oggi siamo trattati come i giocatori della NFL, della NBA, della Major League Baseball. C’è una lista di protocolli da rispettare a seguito di un infortunio prima di poter tornare sul ring. Ai tempi non c’erano allenatori che viaggiavano con noi. Se qualcuno aveva un rotolo di nastro bianco, quello era l’allenatore perchè possedeva qualcosa che poteva porre rimedio all’infortunio. Oggi abbiamo due o tre allenatori che viaggiano, abbiamo medici che viaggiano, protocolli per le commozioni cerebrali. Devo essere sincero, per me è stati difficile accettarlo all’inizio, perchè era come dire: ‘Ah, amico, ora tutto si rammollisce’. Per me è stato difficile accettarlo. ‘Amico, la nostra disciplina si sta ammorbidendo’. Non si stava ammorbidendo. Stava diventando più intelligente. Sono contento di aver fatto parte della generazione che ha portato a questo, perchè oggi, se vedi un arbitro che fa la X, sai che è successo quacosa di brutto. Non c’è un mucchio di sangue sul ring. Se qualcuno ha una commozione cerebrale o un infortunio di una certa entità, l’incontro si ferma e gli atleti vengono trattati nel modo giusto. Anche con tutto questo, il rischio di infortunarsi è comunque alto”.