WrestleMania 34 fu un’edizione piuttosto atipica per John Cena. Il Leader della Cenation non aveva un incontro per il Grandest Stage of Them All, ed allora decise di assistere allo show dal pubblico e sedendosi tra i fan, finché, durante la serata, gli fu proposto un match, sulla carta, da sogno. Successivamente, un altro assente di lusso si presentò sullo stage, ovvero Undertaker, che distrusse Cena in un incontro lampo, dopo che quest’ultimo aveva chiamato il nome del Deadman a gran voce nella Road to WrestleMania per sfidarlo in un incontro. Nonostante per i fan sia sempre stato un piacere vedere Cena distrutto sul ring, in molti furono delusi da quell’incontro, durato poco più di tre minuti. Parlando con Chris Van Vliet, Undertaker ha rivelato che non sapeva dello squash a Cena, ma di essere stato messo al corrente nello stesso giorno di Mania. Nonostante la preparazione per l’incontro, volta a redimere il match perso contro Reigns nell’edizione precedente, alla fine tutto è andato secondo i piani di un divertito Vince McMahon:
“Non sapevo che sarebbe stato così breve finché non sono arrivato lì quel giorno. Mi sono allenato per una guerra di 45 minuti, ok, ecco la mia redenzione. Sto per sto per dare fuoco a questo posto, mi sentivo bene. Vince mi chiama nel suo ufficio e mi dice: ‘Ok, ci vorranno solo cinque minuti, lo squasherai’. E io: ‘Cosa? Che cosa?!’ E Vince ha pensato che fosse una cosa divertentissima, perché sapeva quanto mi ero allenato. E io: ‘No, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no. O faccio 30 minuti di match o non esco’. E lui: ‘Mark, non è quello che ci serve’. Io gli dico: ‘No, Vince’, e poi: ‘Dov’è John? Dov’è?’ Così John arriva e dice: Ho parlato male di te, amico. Sì, devi battermi in fretta e farla finita. E io: ‘Mi prendi in giro? È come se non avessimo mai lavorato in pay-per-view, sei serio? E questa è WrestleMania, che cavolo’. Ed entrambi si sono coalizzati contro di me. Alla fine ho alzato le mani. Ho detto: ‘Non posso crederc'”, e Vince ha pensato che fosse la cosa più divertente del mondo perché, come ho detto, mi sono allenato come un animale, ero davvero insopportabile a casa. Voglio dire, per quanto riguarda la mia dieta, l’allenamento e tutti i miei protocolli di recupero e riabilitazione, ero un incubo. Arrivavo lì e sì, cinque minuti. Tutto lì”.
Un aneddoto che la dice lunga sull’etica lavorativa e l’approccio ai match di entrambi i protagonisti della storia.