La prossima Elimination Chamber purtroppo riassume benissimo i problemi della WWE nella valorizzazione dei main eventer di domani. Basta osservare gli sfidanti al titolo di McIntyre per avere la sensazione di essere tornati indietro nel tempo, addirittura di più di dieci anni. AJ Style è l’eccezione alla regola, ma parliamo di un wrestler arrivato in WWE già pronto, che non hanno costruito loro.

Partiamo da Sheamus. Fa il suo esordio in WWE nel 2009 e diventa campione del mondo nel corso dello stesso anno. Prestissimo, al punto che c’è chi pensa che il suo primo regno sia avvenuto per errore, che in quel table match lui e Cena avrebbero dovuto infrangere i tavoli nello stesso momento e la mancata tempistica abbia obbligato ad affidare il titolo irlandese. Se guardiamo il suo palmares è davvero invidiabile, ogni wrestler ci metterebbe la firma, ma il periodo in cui sia stato considerato un main eventer è durato relativamente poco e risale ormai a parecchi anni fa. La storyline tra lui e McIntyre si scrive da sola, il fatto che nonostante ciò lo abbiano inserito nella Chamber e non abbia lottato in singolo contro lo scozzese la dice lunga sulla considerazione che abbiano di lui in certe zone della card.

Abbiamo poi Jeff Hardy, che in WWE è presente da ben più di dieci anni, tra pause e ritorni. Credo che se avesse condotto una vita da atleta e fosse rimasto in WWE oggi sarebbe un main eventer con un bel po’ di titoli mondiali in bacheca, invece tornando al presente è un jobber nemmeno di lusso, utilizzato nel midcarding. Ogni tanto salta fuori qualche rumors o intervista in cui si suggerisce possa tornare ad interpretare la gimmick di Willow vista in TNA, ma finora tutto si è rilevato fumo negli occhi. In WWE ha un bello stipendio e quindi ci sta bene, la federazione non ha progetti per lui e per la Chamber non sarà altro che un tappabuchi.

Un altro veterano è Randy Orton. Nel 2020 è rinato, con belle rivalità e un personaggio sempre interessante. Il suo destino sembra scritto: la faida con Edge ha avuto una sua conclusione, quella contro The Fiend è ancora tutta da scrivere. L’attesa per il ritorno di Wyatt credo sia dovuta al fatto che con due ppv di mezzo prima di Wrestlemania avrebbero faticato a gestire il tutto. La possibilità che vinca il titolo per metterlo in palio contro Bray ci sono, anche se personalmente lascerei il feud senza cinture di mezzo.

Infine The Miz con il Money in the Bank, un altro salto nel passato di dieci anni. Ha uno status neanche così diverso rispetto allora: è quasi sempre nel midcarding, ottimo al microfono e con limiti sul ring. Fallirà l’incasso questa volta? Dato che fatico a immaginare Edge fulltimer penso che la valigetta si presterebbe bene all’interruzione di un ipotetico regno del canadese. Staremo a vedere.

Come abbiamo visto la scelta degli sfidanti è caduta in quasi massima parte su veterani, a manifestazione della fatica che fanno i volti nuovi ad affermarsi. Riddle e Keith Lee sono stati dirottati sul titolo degli Stati Uniti, detenuto da un altro wrestler di vecchio corso come Bobby Lashely. Di questo passo magari i primi due ce li troveremo in una futura edizione di Elimination Chamber nel 2031, ma non metterei la mano sul fuoco che non ci sarà un The Miz cinquantenne con la valigetta!

Sergedge – EH4L