C’è un momento molto importante nella carriera di un pro wrestler. Quel momento arriva quando puoi tenere tra le tue mani una cintura, una sola, quella di campione del mondo. Per molti è un sogno irrealizzabile, per altri un sogno che si realizza e… da buttare in un cestino. Paradossalmente è quello che è successo nel gennaio del 2000 in WCW quando Chris Benoit si è laureato campione del mondo. Ha deciso di rinunciare al sogno e di lasciare la compagnia.
Il discorso è più ampio di così. Dopo anni di immobilismo, l’arrivo di Vince Russo smuove la acque in WCW. Il writer capisce che la prima cosa da fare è dare spazio a wrestler che fino ad allora ne avevano avuto molto poco. Soprattutto i giovani, le nuove leve, coloro che si sono sempre fatti il mazzo per far funzionare gli show. Tra questi ci sono Jeff Jarrett, Chris Benoit, Dean Malenko, Perry Saturn, Eddie Guerrero, Shane Douglas, Konnan, Billy Kidman, Rey Mysterio. Fanno un gruppo unico, compatto, e sono sostenuti da Bret Hart – che guarda caso non diventa solo un faro nel backstage ma anche il campione del mondo.
Ma Bret subìsce un brutto infortunio a Starrcade ad opera di Goldberg. E’ un brutto colpo, perché in una botta sola fa crollare il castello che Russo e Ferrara si erano costruiti. Non c’è alcun piano B. O meglio c’è, ma si tratterebbe di richiamare indietro i soliti 4/5 che hanno dominato il main event nella WCW di quegli anni. Il problema di Russo poi è quella di reagire alle pressioni trovando cool le uniche idee più stupide ci possano essere sulla faccia della terra. Dunque nel momento in cui le superstar premono, pensa bene di ragionare una battle royal per l’assegnazione del titolo vacante in cui il vincitore (a caso) sarebbe Tank Abbott con un pugno ai danni di Sid Vicious. E’ una idea malsana, ma è anche un modo per dare un pugno a tutti i wrestler che bussavano al suo ufficio per imporre il proprio volere.
Messo all’angolo, Russo dà un aut aut alla dirigenza della WCW: o accettate Abbott campione o me ne vado. Bill Busch, che al tempo era il vicepresidente, decide di cacciarlo e togliersi il pensiero. Al suo posto inserisce Kevin Sullivan, da sempre molto vicino alla vecchia guardia. Nello stesso momento i giovani iniziano a ribellarsi all’esonero di Russo e all’aggiunta di Sullivan. Chiedono tutti di essere licenziati. Per evitare un esodo di massa, il nuovo booker ha una idea abbastanza incredibile: rendere campione del mondo la persona che era riuscito a conquistare la sua ex moglie e col quale c’erano dei pesanti dissapori.
Benoit, dopo diverse riunioni, accetta. Ma l’avversario designato è Sid Vicious, secondo cui perdere contro un “vanilla midget” sarebbe un’onta sulla propria carriera. Non solo: ritiene di dover vincere il titolo senza se e senza ma. Non gli importa se un branco di pesi leggeri decide di andarsene alla WWF. Sullivan lo convince a fatica, trova lo stratagemma: un finale sporco, dove Vicious cede ma con una gamba fuori dalle corde. E’ quello che succede: Anderson, arbitro speciale, non se ne accorge e dà la vittoria a Benoit. Tutto è bene quel che finisce bene. O forse no.
Chris Benoit annuncia che se ne va e lascia il titolo vacante. Il giorno dopo lo segue Eddie Guerrero. Una settimana più tardi tocca a Saturn e Malenko. Hanno già parlato con la WWF, non vedono l’ora di iniziare. In pratica il canadese, per orgoglio e fiutando la puzza che si portava dietro una possibile gestione Sullivan (assieme allo scherno dei vari Vicious, Nash e compagnia), decide di rinunciare al suo sogno più bello. Lo coronerà per davvero solo quattro anni dopo, ma sarà la scelta migliore abbia mai preso nella sua carriera.