Nella storia del wrestling probabilmente non c’è mai stata, né prima e né dopo, una squadra di main eventer in grado di avere uno starpower enorme. La WCW tra il 1996 e il 2000 è riuscita a concentrare in pochi posti disponibili una schiera di atleti in grado di spostare gli equilibri di uno show. Quella stessa schiera che poi sarà la pietra tombale sulla federazione.

Ve li cito come se fosse la cantilena di una squadra di calcio: Hulk Hogan, Ric Flair, Sting, Sid Vicious, Randy Savage, Bret Hart, Diamond Dallas Page, Kevin Nash, Scott Hall, Scott Steiner, Lex Luger, Roddy Piper, Goldberg. Non conto ovviamente i comprimari, ma anche qui c’è tanta roba: Arn Anderson, Rick Steiner, Curt Henning, Bam Bam Bigelow, Buff Bagwell, Chris Benoit, Raven, Dean Malenko, Perry Saturn, Shane Douglas, Konnan e tanti altri. Ci sarebbero anche The Giant e Chris Jericho, ma arrivati nel nuovo millennio avevano già preso altre strade.

Se li contate sono 13, tutti assieme appassionatamente. Per due anni si sono scontrati in tutte le salse, cambiando da heel a face e viceversa, alternando successi e delusioni, mantenendo comunque intatta la loro forza – sia sul ring che nel backstage. È possibile che una compagnia con tutto questo ben di Dio riesca a crollare negli ascolti? Sì, ci è riuscita. Tra il 1996 e il 1998 Nitro ha mantenuto una posizione predominante grazie alla forza di questi fenomeni dallo starpower imponente. Messi assieme sommavano oltre un centinaio di titoli vinti già allora.

Ma per i fan è stato come mangiare un solo piatto tutti i giorni per due anni. Alla lunga ti stufi e vorresti provare qualcos’altro, e dall’altro lato dei canali televisivi c’era un RAW che proponeva facce nuove, diverse, slegate dal concetto di NWO o di qualsiasi versione gli girasse attorno. Il 1999, con la chiusura del regno di Goldberg e il ritorno in pompa magna dei Magnifici, è stato a livello di scrittura il peggiore in assoluto al fianco dei primi 3 mesi del 2000. Nemmeno il peggior Russo è riuscito a far peggio del peggior Bischoff.

Cosa successe nel 1999? Cambi titolati quasi ogni settimana, campioni del mondo che cambiavano come mutande, continui turn anche nel giro di pochi mesi, idee strampalate, no contest e squalifiche come se piovessero, Bret Hart utilizzato come wrestler di lusso, sempre gli stessi feud e sempre gli stessi atleti nelle zone principali della card. Senza contare che il backstage era una polveriera per le continue lotte di potere tra Hulk Hogan, Kevin Nash, Ric Flair e gli altri.

Quando nel 2000 è nata la faida tra i Millionaire’s Club e il New Blood, sembrava che la WCW si fosse messa in testa di iniziare scrivere una nuova storia. Ma niente è andato come previsto.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.