Nella precedente puntata di WCW History vi ho spiegato in breve la storyline che a partire dall’aprile del 2000 era sorta tra i giovani e i veterani del roster. Era un modo per consentire alla compagnia di avere un ricambio generazionale, ma tante scelte scellerate avevano trasformato una bella idea in un risultato pessimo. Così si arrivò a luglio dove esplose letteralmente una bomba.
Gli antefatti
Hulk Hogan aveva accettato, sotto mediazione di Eric Bischoff, di sfidare Billy Kidman in un feud. La storyline andò male per incompatibilità tra i due, però l’Hulkster vinse il confronto. Nel mentre, superando la scusa di mettere over i giovani, il WCW Title era andato a Ric Flair e Kevin Nash, con esiti poco positivi. Preso sia dall’invidia verso i due colleghi che dalla volontà di rialzare le sorti della compagnia, Hogan bussò alla porta dei creativi e mise davanti un paragrafo del suo contratto che recitava il passaggio di “controllo creativo”. Cosa voleva dire? Beh, avrebbe semplicemente voluto vincere la cintura.
Un mese prima Bash At The Beach 2000
Le pressioni di Hogan si fanno pesanti. E’ convinto che la risalita passi da lui, che la storyline vecchi contro giovani sia una scemenza. Non ha tutti i torti, visto come sta andando. Ma questa cosa del controllo creativo sta mandando fuori di testa il booking team e nemmeno Bischoff riesce a metterci una pezza. Tre settimane prima il ppv Bash At The Beach, Hogan batte Curt Henning e conquista una title shot al titolo. Nonostante sia previsto nel match, l’Hulkster non lo promuove col pensiero che il suo solo nome basti per far vendere biglietti. Ma non solo: ha saputo da Russo che non vincerà la cintura quella notte, cosa che porta ulteriore pressione e screzio.
Le trattative e la decisione finale
Vince Russo è convinto che Hogan non si presenterà al ppv. Così, pochi giorni prima, anche Booker T vince una title shot al titolo mondiale. Così, in caso di forfait, avrebbe avuto la soluzione pronta. L’Hulkster però si presenta a Daytona Beach diverse ore prima dello show pronto a dare battaglia. Johnny Ace gli mette sott’occhio quel che era stato pensato per lui: la sconfitta contro il campione Jeff Jarrett. Ovviamente non ci sta, riporta la questione del controllo creativo sul tavolo e scatena una guerra di urla con Vince Russo nel suo camerino.
Secondo il racconto di Hogan, lui avrebbe dovuto vincere il match dopo una serie infinita di interferenze andate a vuoto di Russo e dopo esser stato colpito da Jarrett con la sua chitarra. Si sarebbe ripreso, avrebbe fatto il suo comeback e vinto con la combo big boot-legdrop. La versione è stata smentita in più occasioni sia dai protagonisti del match e sia da Johnny Ace, che sarebbe stato il creativo impegnato nella stesura.
Secondo il racconto di Bischoff nella sua biografia, Hogan avrebbe dovuto battere Jarrett e andarsene via con la cintura. Si sarebbe dovuto fare un’altra sfida per il titolo mondiale che sarebbe stata vinta da Booker T. Dopo una serie di mesi, Hogan sarebbe tornato e avrebbe sfidato Booker per l’unificazione delle due cinture, e vinto ovviamente il match.
Secondo le reali cronache però, alla fine un accordo si trova, anche questa volta con la mediazione di Bischoff: Hogan avrebbe vinto per squalifica il match contro Jeff Jarrett. Nessun passaggio di consegne ma neppure una sconfitta. Va bene così. O meglio, andrebbe bene così. Perché nel backstage WCW quasi tutti sono stanchi di Hogan, delle sue manie di grandezza, delle sue politiche. Russo, in corso d’opera, decide dunque di cambiare le carte in tavola. Convince Jeff Jarrett, il suo delfino, e avvisa Booker T di tenersi pronto per il main event.
L’onta della vergogna sul ring
Vince Russo, Jeff Jarrett e Hulk Hogan salgono sul ring. Russo ordina a Jarrett di sdraiarsi sul tappeto e a Hogan di vincere il match. L’Hulkster è infastidito, chiede al booker se non sia una delle sue stupide trovate e al suo avversario di alzarsi. Messo in imbarazzo però segue le parole di Russo e vince il titolo. Dopo di che pronuncia la frase “è per ca**ate come questa che la WCW è in pessimo stato“.
Poco dopo il match tra Sting e Vampiro, Russo ritorna sul ring e spara a zero su Hogan. Spiega di aver rischiato di lasciare una seconda volta la WCW a causa delle politiche del backstage portate da gente come l’ex capo della NWO. Ma è tornato per i suoi ragazzi: per Jeff Jarrett, Booker T, Scott Steiner, Buff Bagwell, i Misfits in Action, i Filthy Animals e tanti altri. Ovvero quelli che a testa bassa hanno contribuito a mantenere a galla la federazione a dispetto delle mosse da politicanti dei soliti 4/5 veterani presenti nel main event dal 1996. E la sua mente va anche a quei ragazzi che per colpa di quelle mosse hanno poi saltato la barricata e sono andati in WWF: Chris Benoit, Dean Malenko, Perry Saturn e Eddie Guerrero.
Russo ci mette anche il carico da 90 insultando Hogan. Il pubblico, invece di fischiarlo, applaude. E’ essenzialmente una sorpresa per tutti. A chiusura di quel promo che sa di screwjob, il booker indice un nuovo match a conclusione del ppv tra Jarrett e Booker T: dopo oltre dieci anni di onorata gavetta, l’ex Harlem Heat riesce a vincere il titolo mondiale e a diventare un main eventer.
Cosa è successo dopo quella serata?
Hulk Hogan sarebbe voluto intervenire a mettere a tacere Russo in diretta televisiva, ma è stato fermato dal capo della sicurezza della WCW (precedentemente avvisato del promo e delle possibili conseguenze). In solidarietà con l’Hulkster, Bischoff si dimette dal suo ruolo e lascia la federazione. Le storyline della WCW vanno avanti in maniera traballante per qualche mese, ma da settembre in poi inizia una nuova fase che inizia a mandare over tanti nuovi volti e vecchie conoscenze (i Natural Born Thrillers, Lance Storm, Mike Awesome, Scott Steiner, Shane Douglas, Goldberg, Kevin Nash, General Rection, Rey Mysterio, Billy Kidman, i Kronik, Chavo Guerrero, Konnan, gli Jung Dragons, i 3 Count, Shane Helms).
Hulk Hogan ha denunciato Vince Russo e la WCW per quanto accaduto al ppv Bash at the Beach. La compagnia lo ha contro-denunciato per non aver ottemperato agli impegni del suo contratto (la partecipazione ad almeno 6 ppv l’anno) e per essersi rifiutato di tornare sul ring nel 2001 in quello che sarà l’ultimo ppv della storia della WCW.
Vince Russo ha vinto la sua causa poiché il suo discorso venne riferito ad un personaggio di finzione. Hogan non riuscì a ribaltare la decisione del tribunale anche a causa delle sue deposizioni, in cui confermò sostanzialmente di essere a conoscenza di tutto quello che era accaduto prima e durante l’evento (meno degli insulti). Ebbe invece la meglio sulla WCW, anche grazie alle testimonianze di Eric Bischoff e dello stesso Vince Russo.
La narrativa dopo quell’incidente
La narrativa, dal 2001 in poi, venne presa dalla WWE. Che, sostanzialmente, propose Hogan come vittima e Russo come distruttore della WCW. Ecco perché, ancora oggi, si pensa che la compagnia di Atlanta sia morta solo a causa del booking deciso dal writer; e non a causa delle politiche di backstage di pochi che hanno distrutto sia l’armonia del roster che la logica delle scelte interne sin dalla fine del 1998.