Il dibattito circa la contrapposizione tra AEW e WWE risulta essere talvolta interessante, talvolta divertente in modo involontario. Il discorso oggettivo, a cui tutti i fan sensienti dovrebbero conformarsi, è che avere un’alternativa forte, fresca ed economicamente salda è qualcosa di fantastico sia per i wrestler che per i fan, liberi tanto di poter osservare e godersi uno show diverso ed in aggiunta ad altri preesistenti, quanto di poter ignorare l’esistenza dello stesso concentrandosi invece solo sulla WWE. Un’equazione dalla apparente semplice risoluzione.
La dinamica che si crea, inevitabilmente, rifugge invece dalla sterilità. Vi sono i lealisti della WWE che, ad insaputa dei più, hanno aderito ad una sorta di undicesimo comandamento secondo il quale non è possibile avere o osservare una federazione che non sia quella donataci dal Sommo Vince, che lo stesso è perfetto ed indefettibile e che tutto fa parte di un piano ben strutturato che richiede solo un atto di fede da parte dei fan. Se le cose non hanno senso (vedasi HIAC) semplicemente noi non siamo invece in grado di capirle. La fazione contrapposta, ossia quella dei neo-WCW della AEW, teorizza invece la assoluta superiorità di una federazione nelle fasi embrionali della sua infanzia, credendo alla profezia che in 5 o 10 anni la AEW potrebbe fagocitare non solo la WWE, ma anche la Disney e McDonald’s. Un happy meal con dentro un action figure di Luchasaurus? Please, just take my money.
In questi due estremi dello spettro ci collochiamo un po’ tutti, e tendiamo consciamente o inconsciamente ad uno dei due poli, cercando di restare ancorati al centro come logica vorrebbe. In questo marasma di opinioni, critiche e profezie cassandriche per ora abbiamo qualche dato interessante: Dynamite per le prime due puntate ha totalizzato 1.4, 1.1 e mentre invece NXT 0.9 e 0.8, quasi confermando il trend antecedente all’avvento della competizione il mercoledì sera. Ma cosa si evince da questi dati?
Innanzitutto, che il pubblico transitato da NXT alla AEW non è costituito da una fetta così consistente: i fan dello show nero-oro sono rimasti pressoché gli stessi, mentre la neonata federazione sembrerebbe affondare radici in una fanbase diversa, che magari ha la pancia piena di WWE e vuole semplicemente rinfrescarsi la bocca con qualcosa di nuovo. Altro punto da valutare, è che andare oltre il milione in modo costante potrebbe essere registrata come una grandissima vittoria per la AEW, amatissima nella fascia 18-49 (fascia a cui si rivolgono la maggior parte delle pubblicità nel corso della puntata). La WWE ha dunque fallito, o sta fallendo la sua missione volta a contrastare la AEW? La situazione credo abbia diverse sfumature di grigio.
Credo che pensare che la WWE volesse trionfare settimana dopo settimana contro la AEW sia stato un comune errore di valutazione circa le intenzioni della compagnia stessa. Se la WWE avesse voluto realmente sabotare la AEW avrebbe spostato forse Smackdown allo stesso giorno, mentre invece credo che l’obiettivo fosse più di tipo strategico, una sorta di operazione di disturbo: il contrapporre NXT a Dynamite è una sorta di sminuimento della neonata federazione, paragonata in modo indiretto al proprio settore di sviluppo. La AEW fa più ascolti di NXT, e allora? In teoria trionfare in una guerra di ascolti contro il terzo show per importanza della federazione è davvero un traguardo di cui fregiarsi fieramente?
La WWE potrebbe aver piazzato NXT il mercoledì per creare ciò che è definito jamming, ossia un disturbo del segnale costante, fermo ed insopportabile. È vero che, guardando i numeri, il 10% dei fan che per le prime settimane ha seguito NXT su USA Network è gravitato verso Dynamite, ma è pur vero che senza la concorrenza di NXT forse gran parte degli 800mila seguaci dello show giallonero avrebbe potuto sintonizzarsi su TNT, aumentando in modo ancor più consistente un numero già di per se importantissimo. Ed in quel caso, complici i numeri piuttosto bassi che sta totalizzando RAW (2.3 di media nell’ultima puntata) avrebbero dato ancor più valore ad un 1.4/1.5 costante che la AEW avrebbe potuto totalizzare senza una diretta concorrenza nello stesso slot orario: la WWE probabilmente sta già ottenendo ciò a cui ambiva, in modo silenzioso e mascherato da vuote sconfitte fatte di ratings. La frammentazione degli spettatori credo fosse il suo fine ultimo, ed è stato pienamente raggiunto.
Mi permetto di chiudere con una mia personalissima considerazione. Nonostante la flessione in termini di qualità specifica dello show, essendo stato il tutto diluito in due ore anziché una, credo che, nonostante tutto, NXT sia uno show migliore rispetto alla AEW nel senso più´”puro” del termine. Il match tra Riddle e Cole, il ritorno di Ciampa, Keith Lee vs DD, l’esordio di Balor…tanta succosa carne al fuoco. Le prime due settimane di Dynamite, seppur con dei picchi come il match di coppia tra i Private Party e gli Young Bucks, hanno chiuso gli show con dei multi man tag team match che, francamente, non sanno di rivoluzione, bensí di Smackdown 2012. Anche la scelta di proporre Jake Hager, un reietto della WWE che a distanza di 11 anni dal debutto nella federazione ancora non ha imparato a recitare degnamente, come sorpresona per il climax della prima puntata mi è sembrata una scelta piuttosto incomprensibile. Cioè, tra tanti performer fighissimi a propria disposizione la primissima puntata dello show si doveva proprio iniziare con una glorificazione di un ex-WWE neanche troppo talentuoso? Non so, mi è sembrata una mossa alla TNA 2010.
Ovviamente siamo solo all’inizio ed ovviamente Dynamite ha le potenzialità per divenire…esplosivo in men che non si dica, grazie ad un buon management ed a tanti talenti di spicco. Ci aggiorneremo con il vol.2 tra qualche settimana, per ora sono ansioso di sentire la vostra in merito!