Parliamo oggi dei due grandi ritorni avvenuti lunedì scorso a Raw!

 

Partiamo dalla commovente come back di Reigns, una storia che ha avuto il lieto fine che tutti sognavamo, ma che ha stupito per le tempistiche in cui si è realizzato. Appena quattro mesi fa veniva annunciato il suo stop, la guerra contro la maledetta leucemia aveva giustamente la precedenza su qualsiasi feud. Un’assenza che al di là della vicenda umana ha creato un gran problema per la WWE, che di colpo si è ritrovata senza il wrestler che spudoratamente spingevano come nuova bandiera della federazione. L’aver puntato così tanto su un uomo rispetto agli altri ha messo in evidenza l’inadeguatezza del roster di Raw in materia di star power, oltre alla necessità di trovare subito un nuovo Universal champion.

Riguardo al titolo si è presa la decisione più semplice, riconsegnandolo all’uomo con lo status più elevato di tutta la federazione, l’onnipotente Lesnar, ma per lo sfidante sono iniziati i problemi. Si è partiti con Strowman (forte in chiave mark ma inadeguato per il titolo) e si è ripescato Balor come avversario di transizione. Nel domandarsi chi mandare contro la Bestia a Wrestlemania fortunatamente in WWE si sono accorti di avere già in casa un main eventer dal grande star power, bravo sul ring e nell’extra e pure amato dai fan: Seth Rollins.

Ma ora che Roman è tornato che succede? Inserirlo in qualche modo nel match già ufficiale tra Rollins e Lesnar lo vedrei come una forzatura. Già avremo qualcosa di simile per il titolo femminile di Raw, forse pure per quello maschile di Smackdown osservando gli ultimi sviluppi, almeno lasciateci un incontro uno contro uno.

La collocazione più naturale per me sarebbe quella di accompagnatore di Seth, magari con il ritorno del figliol prodigo Ambrose all’interno dello Shield. Onestamente non sento l’esigenza dell’ennesima reunion della stable, anzi, come dicevo in un recente editoriale la mia preferenza era per Dean heel a lungo periodo; ma visto che i piani sembrano andare in altra direzione allora non sarebbe male chiudere Wrestlemania (o per lo meno l’incontro del titolo Universale) con Seth vittorioso portato in spalla dai due compagni di avventura. L’alternativa di improvvisare un feud tra Roman e uno tra Lashley, McIntyre, Corbin o Elias non mi attira per nulla.

L’altro grande rientro è stato quello di Batista. Si chiacchierava da tempo del suo desiderio di avere un ultimo match e magari proprio contro Triple H. Poi sono girate voci di un infortunio per The Game, di un possibile feud alternativo con Orton, ma i rumors si sono spenti con il passare dei mesi. La WWE è stata brava a non alimentare le voci, così quando durante il main event tutti ci aspettavamo l’ingresso della Lynch a rovinare la festa c’è invece stata una grande ovazione nel veder comparire l’Animale.

Molti si domandano cosa può darci nel 2019 un feud già visto come quello dei due ex membri dell’Evolution, con Triple H che fa un paio di match l’anno e Batista ormai decisamente più attore che wrestler. Personamente sono contento di questo feud, che non potrà certo sfornare un match a cinque stelle, ma che nell’extra ring penso regalerà grandi emozioni. Batista potrà accompagnare al suo solito carisma delle capacità recitative senz’altro migliorate negli ultimi anni ad Hollywood (e non vedo l’ora di vederlo in Dune in un ruolo che sembra fatto su misura per lui) e The Game è sempre stato una garanzia su questo punto di vista. Se puntando forte sullo storytelling riusciranno a lottare un incontro da almeno 6,5 sarò soddisfatto. Batista è stato uno dei personaggi più significativi delle ultime generazioni di wrester WWE e merita un bel feud d’addio. Vedremo nelle prossime settimane, per ora possiamo dire che il suo ritorno sia stata una bella botta di vita in questa road to Wrestlemania non proprio spumeggiante.

In cauda venenum dicevano i latini, ovvero il veleno nella coda, per cui in quest’ultima parte di editoriale vorrei tirare fuori una questione emersa nei commenti all’annuncio di Reigns, ovvero che sia tutta una messa in scena. La leucemia è una malattia che fa paura quasi a pronunciarla, sembra proprio un miracolo che in quattro mesi Roman sia riuscito ad uscirne fuori, tornando apparentemente non debilitato, girando nel frattempo una parte nel film del cugino The Rock. Dal lato pratico il main eventer di punta odiato da buona parte del pubblico è ora amatissimo per via dell’empatia scaturita dal male che lo ha colpito. Detto ciò la mia opinione è questa: è tutto vero. Il mio pensiero deriva dal fatto che se per qualsiasi motivo uscisse fuori che tutto era stato montato ad arte la WWE subirebbe un colpo un milione di volte più forte di quello subìto dalla vicenda Benoit. Una compagnia che marcia su una malattia così seria solo per aumentare il tifo di un suo wrestler finirebbe per andare in bancarotta. Quale sponsor vorrebbe associare il proprio nome a chi ha commesso una simile infamità? Quale canale accetterebbe di averli nel loro palinsesto? Sarebbe l’inizio della fine, in America l’immagine è tutto e una fetta gigante di pubblico volterebbe le spalle alla compagnia. Per tanto credo che quello che abbiamo visto sia tutto vero, non tanto perché ritengo puri di cuore McMahon & Company, ma perché si assumerebbero un rischio troppo grande perfino per loro.

Sergedge – EH4L