Dal Wrestlemania in poi in WWE si respira un’aria strana, nuova, meno rarefatta del solito. Preludio di un “nuovo inizio” oppure breve periodo di transizione? In questo editoriale tratteremo di questa bella fase dello show rosso, soffermandoci su due dei suoi protagonisti: Zayn e Cesaro. Più longevo de “Er Cappe”, ecco a voi l’editoriale odierno.
We’ve arrived. Una frase buttata li, che ho sentito più e più volte nel post-Wrestlemania, frase ripetuta quasi esclusivamente dalla new breed (senza nessun riferimento alla vecchia stable marchiata ECWWE) che ultimamente ha fatto e sta facendo capolino nel main roster. Potrebbe essere tranquillamente un caso ma la scomparsa dell’Authority, il permanere di una figura come Shane McMahon ed il push improvviso, condito da nuovi interessanti debutti, di stelle “smart friendly” mi sembra tutto fuorchè una coincidenza. A proposito di Shane O’Mac.
Il Character messo on screen da Shane è molto complesso e sottilissimo nella sua psicologia. Se tutte le critiche mosse a Vince, alla gestione creativa di determinati personaggi ed al depush di altri potessero prendere sostanza in modo improvviso, darebbero vita ad un singolare Frankenstein in Air Jordan. Shane è il fan smaliziato che ha magicamente acquisito potere decisionale: il potere di mettere in un n°1 contender spot tre delle quattro stelle maggiormente amate dal fan “smart” generico medio, il potere di far debuttare un act amatissimo come Enzo e Big Cass, il potere di portare sotto l’ombrello della WWE un tag team come Gallows & Anderson, il cui destino futuro sarà chiarissimo (stiamone pur certi) dopo il main event di Payback, card che sembra al momento a dir poco interessante dal punto di vista creativo. Reigns attuerà una politica di repressione preventiva verso Styles, coinvolgendo i suoi cuginetti? Ed Anderson & Gallows sono il braccio armato di quale figura nell’ombra?
In questo contesto così interessante, due sono le figure che stanno muovendo seri passi in avanti nel sottobosco, leggermente in sordina ma nemmeno troppo lontani dalla proverbiale rampa di lancio: Cesaro e Zayn. I due sono usciti perdenti dal n°1 contender’s match del Raw post-Wrestlemania, è vero, tuttavia il loro ruolo televisivo pare essere in assoluta ascesa, pur partendo da punti diversi del nostro diagramma mentale. Ma partiamo con ordine, analizzando in primis il caso Cesaro.
Atleta dalle potenzialità infinite, nonchè worker in grado di effettuare mosse dall’elevatissimo coefficiente di difficoltà non mettendo mai a repentaglio la salute e l’integrità fisica dei propri compagni di danza, dote senza dubbio apprezzata non poco nel backstage. Nonostante questa innata capacità di stupire tra i quattro lati di corda di un ring di wrestling, tuttavia, Cesaro ha incontrato delle forti difficoltà nell’affermarsi in modo definitivo, nonostante l’affiancamento, per un certo periodo di tempo, al manager maggiormente efficace di tutti i tempi. Dunque cosa manca a questo lottatore per fare il salto di qualità?
L’essere non Novi bensì Svizzero, direbbe Mister Mc Mahon. La spiegazione, abbastanza paradossale, fornita da Vince nel podcast di qualche tempo fa con Stone Cold Steve Austin, ha reso in ogni caso chiaro il concetto di base, ossia che agli occhi dell’ultimo potere decisionale della compagnia Cesaro non è fatto della stessa sostanza dei main eventer. Un’eresia direte voi, a ragion veduta. Eppure nonostante la follia insita nelle parole di una persona oramai parzialmente distaccata da “ciò che è meglio per gli affari”, un minimo di verità c’è: nonostante l’enorme talento in ring, nonostante lo straordinario carisma fisico, quella scintilla in grado di far sprintare un ottimo performer verso il main event talvolta sembra essere troppo debole in un atleta che in ogni caso meriterebbe di più, e che sta raccogliendo di più essendo coinvolto in un match valido per il Titolo Intercontinentale contro The Miz, un heel da midcard assolutamente PERFETTO per essere contrapposto ad un favorito-indy del pubblico smart. Onore a Mike Mizanin, che nonostante il continuo affossamento riesce sempre e comunque a risalire la china, suscitando in ogni luogo sempre sincere reazioni di sdegno. Reazioni diametralmente opposte a quelle suscitate da Zayn.
Assieme a Bryan, Cena, Punk e Rollins Sami Zayn è, potenzialmente, uno dei character maggiormente “completi” in circolazione. Capace di creare un legame empatico pressochè immediato con il pubblico (come Bryan), questo lottatore riesce ad essere vincente nelle sconfitte (come Bryan) grazie alla sua innata capacità di raccontare un’efficace storia di pedalata in salita durante il match (come Bryan), creando eccezionale coinvolgimento nei suoi spot principali (come Bryan) e godendo di un appoggio pressochè unanime da parte del pubblico (come Bryan), elevando in ogni caso il proprio avversario al proprio livello (come Bryan). Ebbene si. Dire che Zayn sia il nuovo Bryan sarebbe decisamente ingiusto nei confronti di due wrestler ben definiti nella loro forte individualità. Tuttavia, un po’ come Owens che ha rosicchiato quella parte di pubblico sentitasi orfana con la dipartita di CM Punk, Sami Zayn può avere l’opportunità di raccogliere la torcia lasciata malvolentieri dall’American Dragon, regalando alla storia degli underdog, quelli veri, un ulteriore, efficace e fantastico capitolo. Basta crederci.
Aria di cambiamento dunque, affiancata da quella strana sensazione di quiete che riescono ad evocare gli scacchi in posizione prima di uno scacco al Re. Sento puzza di un importante angle tra fazioni… e voi?
Danilo