Molto spesso nel mondo del wrestling alcune figure finiscono con il passare quasi inosservate, a volte perchè passano la loro carriera all’ombra di qualche grande nome o magari perchè pur impegnandosi non riescono a trascendere dal peso del loro cognome o dalla tradizione di famiglia. Oppure preferiscono non essere i protagonisti assoluti di ciò che fanno preferendo invece dividersi i meriti con un compagno di squadra finendo magari per ricevere meno di quanto abbiano dato. Tra questi mi sento di citare Alex Shelley.
Durante le ultime puntate di ROH Tv abbiamo visto Shelley dare l’addio al wrestling e alla Ring Of Honor che lo aveva lanciato nell’ormai lontano 2003. Il discorso d’addio fatto al fianco di Chris Sabin oltre a far cadere la lacrimuccia servirà anche per il push in singolo dell’ormai ex compagno di squadra.
L’ultimo suo match è stato il 3-Way Tag Team a War Of The Worlds dove i Motor City Machine Guns avevano affrontato gli Young Bucks e i Roppongi 3K. Un ultimo match che ben rappresentava tre dei migliori tag team ‘indy’: il passato con i MCMG, il presente con gli Young Bucks e il futuro con i Roppongi 3K.
Il wrestler di Detroit fu scoperto dalla canadese Border City Wrestling di Scott D’Amore, uno che ci ha visto lungo su parecchi nomi e che ora ricopre meritatamente un ruolo di rilievo ad Impact Wrestling. Vince il titolo Televisivo della BCW per poi andare a fare esperienza in federazioni più importanti come la Combat Zone Wrestling e la IWA Mid-South, oltre che ad esperienze europee come nella WxW. Nello stesso anno arriva in Ring Of Honor lottando spesso al fianco di Jimmy Jacobs e seguirà, pochi mesi dopo, il debutto nella stable Next Generation di cui fecero parte gente come Austin Aries, Jack Evans, Matt Sydal e Roderick Strong. Mica male come partenza, no?
Non solo Canada, non solo Europa e non solo Usa per il buon Shelley che nel 2005 vola in Giappone per lottare con la Pro Wrestling ZERO1 dove oltre che a conquistare il titolo United States conosce Ikuto Hidaka che, come rivelerà Shelley stesso, coniò il nome per i futuri Motor City Machine Guns. Infatti il giapponese, affianco a Minoru Fujita, affrontò parecchie volte il duo americano mettendo spesso in palio il titolo NWA International Lightweight Tag Team.
Il team composto con Chris Sabin inizierà a macinare titoli poco tempo dopo divenendo campioni di coppia in AAW, NJPW(Jrs.) e anche in TNA dove si toglierà lo sfizio di vincere perfino il titolo X-Division. Nel 2012 i MCMG si dividono con Sabin che rimane nella TNA mentre Shelley torna in pianta stabile in Giappone dove continuerà a lottare per la New Japan Pro Wrestling. Questa nuova avventura sarà, ancora una volta, nella divisione tag team. Infatti verrà affiancato a KUSHIDA e formerà i Time Splitters che andranno a vincere per ben due volte il titolo Junior Heavyweight Tag Team.
Solo nel 2017 riuscirà a conquistare uno dei pochi allori di coppia che gli mancavano vincendo il ROH World Tag Team (sempre al fianco di Sabin) che lo consacra definitivamente come uno dei migliori ”tag team specialist” del decennio 2000/2010.
Può sicuramente dirsi soddisfatto della carriera avuta, ma da fan viene da porsi la solita e scomoda domanda ”cosa sarebbe stato se..” avesse avuto una carriera più incentrata sul singolo. E voi che ne pensate? Avreste preferito anche voi vederlo di più in singolo? Oppure volevate vedere i Motor City Machine Guns più in alto, chissà magari in WWE?