È tornato Seth Rollins e solo con la sua presenza, senza considerare un paio di promo nelle ultime settimane, è riuscito a recuperare tutto il tempo perduto con l’infortunio. Roman Reigns campione da Wrestlemania, nonostante abbia brillantemente superato la faida con AJ Styles, è ancora all’inseguimento di una legittimazione che nemmeno Triple H è riuscito a dargli.
Inutile dire, che vedere due dei tre ex Shield a contendersi il titolo assoluto WWE è un successo per la compagnia, che li ha innalzati a nomi di punta, senza discussioni, magari con qualche trucchetto, ma alla fine conta il risultato. Abbiamo capito tutti, figurarsi chi stacca gli assegni, come utilizzare al meglio i due. Seth Rollins ha avuto un miglioramento spaventoso, rispetto ai primi mesi di esordio in cui faceva fatica ad allinearsi allo stile di wrestling proposto dalla WWE, inteso nella definizione più ampia, nell’ultimo anno ha mostrato le stimmate del predestinato, capace di promo di altissima intensità e capacità di adattarsi a qualsiasi tipo di lottatore. Il problema è che, inutile girarci intorno, nel 2016 rischia di fare fatica con un Reigns in versione John Cena 2005.
E se cerco di dare una occhiata un po’ più lunga e ragionata, mi viene in mente che lo scorso anno è stato l’anno in cui la WWE ha letteralmente costruito Seth Rollins come main eventer, credibile, riuscendo a sfruttare tutte le caratteristiche dell’ex campione di NXT fino alla vetta della federazione e del mondo. Non dico niente di nuovo, affermando che in ogni storia ci deve essere sempre un cattivo, altrimenti come si fa a rendere qualcuno un eroe? E citando alcuni esempi del passato WWE, come poteva raggiungere il successo il character di Stone Cold senza Vince McMahon o Batista senza HHH; faccio un passo indietro rispetto al dire che si tratta dei due nomi che guideranno questa generazione per i prossimi anni, faccio un discorso più pratico, mettendo sul piatto il puro starpower che possono esprimere, aldilà di quello che sanno combinare sul ring.
Roman Reigns sta vivendo il suo regno da campione come un pesce fuor d’acqua rispetto alla forza innovativa che attraverso gli ex indy si sta proponendo in WWE, il che, per assurdo, si sta rivelando per lo stesso una vera e propria fortuna. Avere la sorte talmente favorevole da lavorare nella tua prima difesa titolata con un motivatissimo AJ Styles, subito dopo avere uno come Seth Rollins che ha voglia di dimostrare quanto vale dopo lo stop e, per di più, ti conosce benissimo, ci fa pensare che il caro Roman abbia avuto un discreto destino fino a questo momento. In altre storie di regni titolati fallimentari, questo è stato il fattore decisivo, non dimentichiamocelo.
Non voglio dire che un campione così sia l’ideale, anzi, il rischio che si viene a creare è che nonostante limiti oggettivi, ci si possa fare l’idea che, in fondo, non ci sia nessuno di meglio a cui dare la cintura in questo momento. Naturalmente questa situazione sarà congelata fino all’atteso draft che porterà nel bene e nel male tante novità, che scioglierà diversi nodi e attese. Chiaro anche che in questo 2016, si voglia fare l’operazione inversa dello scorso anno su Rollins, su Reigns, ma, realisticamente, a meno di scossoni veramente significativi (turn heel), è facile immaginare che a fine anno saranno ben pochi a votare il samoano wrestler dell’anno.
Per quanto riguarda Seth Rollins, i prossimi mesi saranno decisivi da un certo punto di vista, è già chiaro che vale il main event e la cintura di campione assoluto, è in sospeso ancora per tutti capire se può valere anche qualcosa di più. Tranquilli, insomma, non stiamo guardando Bret vs Shawn versione 2016.