L’assenza del pubblico durante gli show televisivi è stata qualcosa di nuovo, che ha messo in luce vari aspetti che prima forse davamo per scontato circa il pro wrestling in generale. Come detto da qualcuno il nostro spettacolo preferito è connesso da un’indissolubile catena di azioni e reazioni, dunque sia la AEW che la WWE si sono organizzate come meglio potevano.

Mentre la federazione di McMahon ha deciso di optare per un notevole numero di commentatori color in grado di rumoreggiare in modo talvolta eccessivo nel corso degli show, la AEW ha invece circondato il ring con buona parte del roster, di fatto “simulando” un pubblico ristretto ed iperqualificato. Due soluzioni diverse, comprensibili, in cui non si può di certo attaccare o analizzare nel dettaglio un piano che piano non è, ma è pura e semplice improvvisazione alla meno peggio. Chi vi scrive non ha ancora avuto modo di poter vedere Wrestlemania, dunque non ho la minima idea di come verrà gestita la sera più importante dell’anno: certo è che la coperta diventa pian pianino sempre più corta.

Eh si, in quanto ad oggi l’ipotesi di rivedere uno show con 15, 20 mila persone (ma anche poche centinaia) sembra distante anni luce, quasi un’utopia di un futuro alternativo. Quanto risulta attraente in questo momento storico la tanta bistrattata normalità? Probabilmente un domani riusciremo ad apprezzarla in modo più pieno e consapevole, sfatando il mito che vede il fan di wrestling poco dotato di una memoria ben funzionante. Ma sto divagando, torniamo al punto.

Per quanto si potrà andare avanti in questo modo, a porte chiuse o semi aperte? Per quanto la AEW e la WWE terranno “duro”, cercando di protrarre questa normalità sottile, tesa, fragile e rarefatta? Per quanto gli USA consentiranno uno show di contatto in un periodo dove il distanziamento sociale dovrebbe essere un obbligo, e soprattutto per quanto il pubblico pazienterà nel vedere show, diciamocelo, che non possono non suscitare un minimo di tristezza e malinconia ad ogni eco di bump e ad ogni parola dell’arbitro, assolutamente insonorizzato prima dell’emergenza COVID19? Francamente non so dare una risposta precisa a questa domanda, so solo che non si potrà andare avanti per molto senza incorrere in qualche dosso che spezzerà i braccetti senza pazienza o pietà.

Al netto di queste considerazioni di tipo negativo, tuttavia, vi sono anche altre più tendenti al positivo. Il palato del fan di wrestling, in questo momento di parziale anestesia, probabilmente si sta affinando ancora di più, riuscendo a discernere la qualità vera ed autentica da quella meno organica. Non essere influenzati dalle reazioni del pubblico live dà un senso di soggettività e di gradimento squisitamente personale che probabilmente prima non avevamo mai provato.

Prendiamo due esempi su tutti: Orton e Edge hanno dato le piste praticamente a tutti gli altri wrestler di ogni federazioni impegnati in qualsivoglia promo. L’intensità, la logica, la sottile psicologia in ogni singola parola sono state una vera e propria masterclass, delle perle da custodire e mostrare ai futuri talenti facendo capire cosa vuol dire essere effettivamente su un altro livello. Peccato che nella sua carriera Orton abbia vissuto periodi di scazzo totale, quando è motivato è veramente un heel quasi alla Jake the Snake Roberts, e non sto affatto esagerando.

Altra perla: le vignette pre registrate, ma solo quelle fatte bene. Futili, già viste, noiose e francamente eccessive quelle di Brodie Lee in AEW (va bene qualche jab a McMahon, ma qui si va nell’accanimento personale e non nello spirito di rivalsa), geniali quelle con Chris Jericho: Y2J si dimostra maestro di longevità, un vero e proprio demiurgo creativo in grado di rendere divertente un segmento tanto semplice quanto efficace. La faida con Matt Hardy si sta sviluppando in una zona grigia tra serio e comedy, in cui il leader dell’Inner Circle sta dando il meglio di se, supportato dalla mancanza di limiti che solo un character talvolta eccessivo come quello di Broken Matt può fornire.

In questo contesto, mi duole ammetterlo, a languire particolarmente è NXT: un po’ per evidenti difficoltà di tipo logistico, un po’ forse per una mancanza di concentrazione creativa lo show è stato violentemente colpito, non godendo della fondamentale spinta della Full Sail Arena e probabilmente della guida di HHH diviso, ovviamente, tra mille e più impegni. Spero che questo trand possa interrompersi, o che a farlo sia lo stesso show.