Un altro viaggio sembra essere finito. Il mondo del Wrestling, come quello dello sport in generale, vede i suoi protagonisti lasciarsi alle spalle i propri anni migliori, colmando di tristezza noi, i fan, che per anni abbiamo sognato e goduto delle performance e delle emozioni regalateci. Succede per chi al Pro Wrestling da magari non tanto, ma succede, purtroppo, anche a chi al mondo del Wrestling ha dato tantissimo, quasi la vita.

 

Lo so che probabilmente questo ritiro non è definitivo, perché Kurt Angle è legato al Ring da un filo troppo resistente per essere spezzato, però comunque vada, non sarà più come prima. Qualunque cosa succeda d’ora in poi, tornare a calcare il quadrato significherà spostarsi dalla sua vita presente per un breve ritorno al passato, per aiutare qualcuno, come fatto nel suo ultimo, triste incontro con Baron Corbin, uno che con tutta probabilità non era all’altezza, nonostante, umanamente, forse meritava quanto gli altri.

Ora ci resta il Kurt Angle Producer, quello che aiuta i Wrestler a costruire i Match, a mettere insieme i pezzi che arrivano dalla stanza dei bottoni e trasformarli in pratica, sudore e carne che sbatte forte,  come un decodificatore che trasforma codici alfanumerici in poesia in movimento. Sarà un grande maestro nel farlo, come un grande maestro è stato sul quadrato.

E pensare che il suo rapporto con il Wrestling, quello professionistico, era partito piuttosto male. Si era affacciato aprendo soltanto un occhio, dopo aver vinto la medaglia olimpica con “un fottuto collo rotto”, e aveva visto qualcosa che non gli piaceva, che si era spinta troppo oltre, aveva passato i suoi limitila sua Integrità Non voleva che la sua immagine venisse rovinata, sporcata da un manipolo di pazzi che avevano fatto dell’estremo e dell’estremizzazione, la loro ragione di vita. Kurt non sapeva però, che in quello stesso rifiuto albergava anche un seme che ben presto avrebbe germogliato facendo esplodere dentro di lui una passione irrefrenabile, talmente forte da costargli tanto, tantissimo.

L’eroe olimpico  firmerà con la World Wrestling Federation nel 1998, in meno di un anno diventerà uno dei lottatori migliori del globo terraqueo. Vincerà un titolo degli Stati Uniti WCW, un titolo intercontinentale, un titolo di coppia, il King of the Ring del 2000 e ben 5 titoli del mondo, sei se contiamo quello della World Championship Wrestling. Regalerà Match d’antologia, con Chris Benoit, Eddie Guerrero, Rey Mysterio, The Rock e soprattutto Shawn Michaels. Sputerà sangue e verserà lacrime per poi andare via, per intraprendere un’altra strada.

Quando la WWE decide di irrigidire i propri programmi antidoping, Kurt, ormai logorato da anni di incontri ravvicinati con avversari, col Ring e soprattutto col suolo, sa che non può andare avanti senza qualche pillola qua e la, senza qualche aiuto. Cosi decide di accasarsi nella sempre crescente Total Nonstop Action, dove, nemmeno a dirlo, si tramuta immediatamente in un punto di riferimento, in un bersaglio per tutti. Tutti vogliono lavorare col migliore.

Saranno Samoa Joe, Desmond Wolfe, Sting, AJ Styles, Jeff Jarrett e molti altri, coloro che avranno questo onore, saranno tutti un tassello in più nella fantastica carriera di Kurt Angle. A ognuno di essi, Kurt, regalerà un pezzo di se stesso, sempre con la stessa fenomenale, immancabile Intensità. Saranno coloro che lo spingeranno ad andare avanti, a fargli capire che può ancora dare tanto al mondo del Pro Wrestling, e soprattutto, il nostro Kurt, capirà che gli aiutini, qui, sono abbastanza leciti e nessuno fa troppe domande.

Niente è infinito però. Angle dopo le ultime date indipendenti decide di tornare in quella WWE che tanto sa di casa per lui. Decide di tornare dopo la TNA, il Giappone, le più svariate Indy in giro per il mondo, decide di tornare per ricevere l’onore più grande, la corona da re, l’anello della Hall of Fame. E’ il 2017 e Angle si fa vedere a Stamford. E’ un altro Kurt. Stavolta il passo non è più svelto e regolare come quello di una volta, non è più quell’atleta implacabile e fiero. Adesso Kurt è cresciuto e proprio come Bilbo Baggins senza l’anello, anche lui comincia di colpo a invecchiare senza i Painkillers.

Ha combattuto poco Angle dal suo ritorno. Ha combattuto male. Ogni vibrazione del Ring significava una potenziale perdita di equilibrio, ogni tentativo di empatizzare col pubblico sembrava patetico. Purtroppo, dentro di lui, sentiva la terribile paura di non poter più essere ciò che era una volta. Sentiva la rassegnazione di doversi fermare. Niente più manovre ad alto rischio, niente più Belly to Back Suplex a decine. Nella sua testa, pur non essendolo, si sentiva lo scarto di se stesso, nonostante quegli “You Suck”, che per anni avevano rappresentato il suo essere sempre lui, continuavano ad essere intonati.

Sarà dura Kurt, ma noi saremo qui. Tutti noi. Perché preferiamo vederti e sentirti per anni, per decenni, anche se non tornerai a darci le emozioni di un tempo, perché la cosa importante è non provare quel sentimento oscuro e tetro che proviamo ogni volta che leggiamo di qualcuno che ha regalato troppi anni alla morte. Ma per fortuna tu hai capito, l’ultima, più importante, dimostrazione d’Intelligenza.

Per tutto il resto, per i tuoi errori del passato, sei e sarai sempre perdonato, in una vita cosi ricca di stimoli, non è mai facile rigare dritti e il fatto che tu sia arrivato qui, dopo tutto ciò che hai conquistato, per noi è già un bel regalo. Ricorderemo sempre ogni tua manovra, ogni tua posizione, ogni tua parola. Sei e resterai uno dei migliori di sempre, quel punto di riferimento luminoso che non può essere spento, quella pietra di paragone difficile da non tenere in conto. Ora però è davvero tempo di riposare, lo capiamo e dobbiamo accettarlo, senza chiedere troppo, senza dirti che ce la puoi ancora fare, perché sarebbe come sfondare una porta aperta, ma per poi trovare una stanza vuota.

Intanto, per tutto ciò che hai regalato al mondo fino ad ora, grazie, per quello che verrà in futuro, avremo occasione di farti sentire il nostro calore, anche se non ti vediamo, anche se sei nascosto delle cuffie nel Backstage, anche se solo correrai fuori a dividere una rissa, anche soltanto, semplicemente, sapendo che ci sei, perché questa, davvero, è la cosa importante. It’s True. It’s Damn True.

Direttore di Zona Wrestling. Appassionato di vecchia data, una vita a rincorrere il Pro Wrestling, dal lontano 1990. Studioso della disciplina e della sua storia. Scrive su Zona Wrestling dal 2009, con articoli di ogni genere, storia, Preview, Review, Radio Show, attualità e all'occasione Report e News, dei quali ha fatto incetta nei primi anni su queste pagine. Segue da molti anni Major ed Indy americane e non.