Arrivano nuovi agghiaccianti dettaglin nella storia del tentato rapimento di Sonya Deville. Sembra che la wrestler WWE fosse insieme a Mandy Rose nella sua abitazione quando un uomo è comparso nel cortile sul retro. “Cosa fai, cosa vuoi?” gli avrebbe urlato Sonya da pochi passi. Quindi l’uomo ha cominciato ad avanzare verso di lei.

A quel punto Sonya Deville ha spiegato: “In quel momento ho capito che non era lì per derubarmi, era lì per farmi del male”. Questo è quello che ha scritto Sonya nella sua richiesta di ordinanza di protezione alla corte contro Philip A. Thomas, che nella giornata di domenica ha cercato di rapirla mentre la donna si trovava nella propria abitazione.

Sonya e Mandy erano insieme

Tutto è cominciato la notte di domenica, intorno all’una e un quarto, quando Daria Berenato, questo il suo vero nome, era appena andata a letto. Dopo circa un’ora è scattato l’allarme del soggiorno. A questo punto Sonya è andata a controllare che le porte a vetro fossero chiuse bene ed è stato in quel momento che ha visto l’intruso. E’ corsa quindi a svegliare un’amica che dormiva in casa con lei, insieme le due sono riuscite a scappare. Questa amica era Amanda Saccomanno, ossia Mandy Rose, che in televisione è la sua più acerrima rivale ma che evidentemente intrattiene con lei una relazione più che buona dietro le quinte.

“C’è un uomo in casa, dobbiamo andare” avrebbe detto Sonya a Mandy. Per fortuna la casa in cui vive Sonya è molto grande e su due piani, per cui l’uomo l’ha inseguita credendo che fosse andata al piano di spora, invece lei e Mandy erano rimaste al piano terra. Insieme si sono dirette verso il garage e sono fuggite in auto. Solo dopo la loro partenza Sonya ha avuto modo di chiamare il 911, con le forze dell’ordine che sono poi intervenute per arrestare l’intruso.

La scoperta sui social

Dopo aver conosciuto l’identità del suo aggressore grazie alle forze dell’ordine, la Deville ha cercato su instagram e ha notato che c’erano decine di messaggi nella cartella delle “richieste”, dove finiscono i messaggi degli account che non sono da lei seguiti. Il primo risaliva a marzo 2019, l’ultimo messaggio era di poco dopo la mezza notte e recitava “Guarda fuori, verso la piscina, sono qui. Ucciderò quella troia che c’è con te”.

Un altro messaggio era del 5 luglio e diceva “Ho scoperto l’indirizzo di casa tua”. Parole agghiaccianti che lasciano immaginare che tipo di intenzioni avesse l’uomo. Tra i messaggi c’erano minacce di morte per gli amici di Daria, con tanto di nomi e cognomi. C’era anche una foto del pene del ventiquattrenne e atti sessualmente espliciti descritti a parole.

Sonya Deville ha spiegato: “Sono una figura pubblica con account social seguiti da quasi un milione di persone, quindi tutti i suoi messaggi erano rimasti nella mia cartella delle richieste, che è piena di migliaia di messaggi da parte delle persone che non seguo a mia volta”.

Il piano del rapitore

Secondo la difesa dell’uomo, il rapitore aveva intenzione effettivamente di sequestare Sonya Deville, utilizzando spray al peperoncino per metterla KO e legandola con del nastro adesivo. L’idea era quella di impedirgli di partecipare agli eventi della settimana successiva e di non andarsene dalla casa finché lei non avesse risposto a tutte le sue domande. L’uomo sarà sentito dalla corte questa settimana, ma chiaramente sarà molto difficile che gli venga concessa una cauzione.