In diversi miei articoli ho messo in evidenza la dignità del wrestling quale forma di intrattenimento dotata di una certa profondità e che può avere un impatto positivo sugli spettatori; ebbene, una bella storia conferma questo mio pensiero. Adam, giovane ragazzo americano, si è visto diagnosticare in tenera età la sindrome di Asperger, un disturbo persuasivo dello sviluppo che incide in maniera negativa sulle relazioni sociali. A causa di questo disturbo, il giovane non si trovava a proprio agio in luoghi pubblici e aveva difficoltà a parlare dinanzi ad altre persone come, ad esempio, i propri compagni di classe. Tali difficoltà sono state acuite dagli scherni ingiustamente rivolti dai propri compagni e da vergognosi atti di bullismo, che hanno costretto Adam a cambiare scuola e lo hanno indotto a pericolosi pensieri suicidi.
In queste difficoltà, però, oltre a un centro specializzato su tali problematiche, il giovane Adam ha trovato conforto e sostegno in Bray Wyatt e nei suoi discepoli. Infatti, il protagonista di questa storia ha rivelato di essersi immedesimato nella Wyatt Family la quale pensa e agisce in maniera differente rispetto all’ortodossia comune. In particolare, i complessi e profondi discorsi pronunciati dall’ “Eater of Worlds” hanno rincuorato Adam e gli hanno dato la forza, la fiducia e la consapevolezza necessari per stare in pubblico e intrattenere relazioni con gli altri salvandogli, di fatto, la vita.
Questa storia, esposta dallo stesso Adam su Twitter, non è passata inosservata allo stesso Bray Wyatt il quale ha risposto così a questo particolare sostenitore:
@wweRE13
Life, is our greatest gift
Keep your head up, you are never alone
— Bray Wyatt (@WWEBrayWyatt) February 11, 2016
“La vita è il nostro dono più grande.
Tieni la testa alta, non sei mai da solo.”
Il ragazzo ha poi ringraziato nuovamente Bray Wyatt, ed è stato letteralmente tempestato da tanti messaggi di solidarietà di numerosissimi utenti di Twitter.
Insomma, voi che non avete visto neanche un incontro di wrestling ma che non perdete occasione per spalare fango sulla nostra disciplina preferita, siete ancora convinti che il wrestling sia soltanto una pagliacciata americana in cui (citando quanto scritto da diverse testate nazionali italiane durante il tour invernale della WWE nel 2014) “nani, ballerine e uomini in mutande se le danno per finta”?