L’anno nuovo inizia, pieno di buoni propositi e di idee per quello che sarà un fantasmagorico periodo di ruestling da masticare a piena bocca. Siamo ufficialmente entrati dell’era dell’acronimo PLE, “Premium Live Events”, che andrà di fatto a seppellire l’ormai vecchio, brutto e obsolete mule PPV. Questa transizione lessicale sarà di certo foriera di una qualità “premium” che saprà permeare ogni pixel dei nostri teleschermi: sarà riuscita la WWE in questo intento con il suo primo PLE della storia? Brace yourself: let’s begin!
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KICK OFF PRE SHOW
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TAG TEAM MATCH
Ridge Holland & Sheamus vs Cesaro & Ricochet (09:47)
“Non è un buon inizio”. Pronti via, e in men che non si dica il povero Holland si trova catapultato in un film di Dario Argento, con il naso che si trasforma nel Vayont colpito accidentalmente da Ricochet. Nonostante questa situazione di handicap, Sheamus travolge i due babyface vincendo pulito, dopo un match abbastanza intenso ma tutto sommato anonimo. Ora, premesso che la posizione gerarchica di Cesaro e Ricochet pare essere tristemente chiara, possibile che non si sia potuta intraprendere una strada diversa al volo (che so, una vittoria di Sheamus ma sporca) per proteggere un minimo questi due disgraziati? Questa perizia non è stata usata, e l’heel trionfa in una situazione di inferiorità numerica non ricorrendo ad alcuna scorrettezza…tipica tattica da Ric Flair dei tempi d’oro. Winner: Sheamus and Ridge Holland
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MAIN SHOW
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TAG TEAM MATCH
The Usos (c) vs The New Day for the WWE Smackdown Tag Team Championship (17:09)
Mi è molto, molto difficile essere emotivamente coinvolto osservando un match che avrò visto almeno 15 volte negli ultimi tre anni, eppure…questi due tag team, con un minutaggio sufficientemente elevato e senza troppi ghirigori di storyline annessi, riescono sempre a confezionare degli “istant classic” in modo abbastanza disinvolto e naturale. Il match è stato ordinato, la storia chiara e, contrariamente al passato, la variabile è costituita dal fatto che l’heat degli heel non viene raccolto più da Xavier ma da Kofi, con il primo oramai parte “alfa” del team a tutti gli effetti, destinatario e non più recettore degli hot tag. Anche il finale ha costituito un importante elemento di novità: la 3D effettuata su Kofi (non su King Woods) è qualcosa di abbastanza inaspettato ma tutto sommato ci può stare, soprattutto dopo essere stata ribattezzata “1D” (quindi Day One, frase presente anche nella theme degli Usos) al tavolo di commento. Match della serata per me. Winner and Still WWE Smackdown Tag Team Champions: The Usos
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ONE ON ONE MATCH
Drew McIntyre vs Madcap Moss (w/Happy Corbin) (09:40)
Anche qui, diciamo che è si live, probabilmente è un event ma di premium questo match non ha assolutamente nulla. Avrebbe avuto senso uno squash match, anche alla luce del susseguente attacco subito dallo scozzese nel backstage, invece questo incontro, a conti fatti, è durato più del main event: Drew domina sino all’interferenza di Baroncino, momento di sofferenza poco credibile superato dagli eventi e da una Sonora Claymore. La gimmick di Corbin e Moss è un trauma visivo, una carta vetrata a grana grossa che per osmosi trasuda dal mio schermo e inonda la mia retina, creandomi più che un fastidio un vero e proprio dolore emotivo: se questo è l’obiettivo di nonno Vince, chapeau, you got me. Winner: Drew McIntyre
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TAG TEAM MATCH
RK-Bro (c) vs Street Profits for the WWE Raw Tag Team Championship (10:17)
Terzo match a coppie su quattro incontri iniziali…diciamo che la loro distribuzione all’interno della card è catalogabile quantomeno come perfettibile, mettiamola così. Gli RK-Bro, accompagnati dai celeberrimi Migos, sono attualmente una delle cose migliori che la WWE ha da offrire, dunque il pubblico live ha immediatamente risposto con un elevato grado di coinvolgimento. I Profits, per la prima volta, cominciano a mostrare qualche manierismo in-ring tendente al lato oscuro, tagliando il ring a metà e isolando Riddle, che pur tuttavia riesce a far entrare Orton che, prontamente, fa piazza pulita di tutto e tutti. Il finale, una pop up RKO, ricorda parecchio la 3D come finisher (vista pochissimi minuti prima), tuttavia la contesa resta gradevole, il minutaggio giusto così come l’esito. Nulla di terribile, nulla di memorabile: credo tuttavia che I contenders
abbiano un disperato bisogno di una svolta, che sia un turn o altro, in quanto i loro character sono oramai intrappolati in una dimensione bidimensionale che, francamente, rischia di star stretta soprattutto a Ford, che presto o tardi dovrà essere proposto in singolo. Winner and Still WWE Raw Tag Team Champions: RK-Broi
ONE ON ONE MATCH
Miz (with Maryse) vs Edge (19:59)
Mezzo voto in più per l’entrata e per il finale con il ritorno di Beth, mettiamo le cose immediatamente in chiaro. Il cerchio di fuoco stile Brood, che sembra quasi restituire al pubblico l’ingresso di una presenza infernale e demoniaca, sinceramente non mi stanca e non mi stancherà mai, essendo il wrestling alla base di tutto una spettacolarizzazione della violenza, nonostante il condizionamento che ci porta scientemente a percepirlo come altro, perchè più spendibile e meno ideologicamente manipolabile. Detto ciò, il match francamente non supera la sufficienza. Edge ha dimostrato di poter disputare incontri con un minutaggio molto consistente se assistito da una controparte eccelsa (come Rollins o Bryan) o da una storyline super coinvolgente (come Orton), chiedere di bissare i precedenti successi contro un worker onestissimo ma non trainante come Miz, credo sia stato abbastanza ingiusto: questo incontro, considerata anche la diluizione della storia al suo interno, non credo che avrebbe dovuto superare i 12 minuti. Ad ogni modo, l’atteso ritorno di Beth è finalmente avvenuto, e credo proprio che si possa andare verso un mixed tag team match alla Rumble, un’attrazione speciale in grado di impreziosire il midcard in modo perfetto. Winner: Edge
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ONE ON ONE
Becky Lynch (c) VS Liv Morgan for the WWE Raw Women’s Championship (17:14)
Ogni volta che inizia un match, come esercizio mentale, mi concentro molto sull’osservare i volti e le espressioni facciali dei contendenti durante le entrate. Sapere di vincere (o perdere) una cintura può essere chiaro già da questi momenti iniziali, in quanto spesso i performer non riescono a celare quel velo di tristezza, come Big E nel main event, o di entusiasmo irrefrenabile. Ecco, con Liv Morgan non ci prendo praticamente mai, onore a lei: ogni volta che effettua la sua entrata per un match titolato ho l’impressione di intravedere ansia, felicità, trepidazione allora finisco con il pensare “si, è la volta buona”…e ogni volta cilecco senza possibilità di appello. L’incontro è stato abbastanza strano: si sono intraviste cose molto pregevoli, come le transizioni di Becks o come la springboard sunset powerbomb di Liv, ma anche tantissime fasi condite da indecisioni, incertezze, botch (il finale su tutti) ed anche un arbitraggio molto strano, dove quest’ultima si è trovata più volte fuori posizione, ha effettuato conteggi lenti e non ha avuto la prontezza di spirito di salvare il finale, e quindi lo status di Liv, che avrebbe avuto almeno l’attenuante della vittoria sporca. Onestamente, per tutte queste valutazioni e per un minutaggio decisamente ottimistico (non credo che l’apprezzabile Morgan abbia ancora quella fluidità nei fondamentali in grado di poterle garantire uno spot di questo tipo) non mi sento di voler andare oltre la sufficienza. Winner and Still WWE Raw Women’s Champion: Becky Lynch
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FATL FIVE WAY MATCH
Big E (c) vs Bobby Lashley vs Brock Lesnar vs Kevin Owens vs Seth Rollins (08:23)
Incontro nato dall’emergenza sorta con la positività di Roman, dunque legittimo non aspettarsi qualcosa di effessivamente lungo…tuttavia, considerate la presenza di 5 contententi, mai mi sarei aspettato che questo sarebbe stato il match più breve della card: divertentissimo per quello che è durato, ma un 5 minutini in più non avrebbero fatto male. Detto ciò, qualcosa mi è parso davvero strano sin dall’inizio: Big E che entra come quarto anzichè come ultimo, nonostante fosse il detentore della cintura, è stato uno sgarbo davvero brutto, oltre ad un indicatore circa l’esito finale. L’incontro in se, come detto, parte in quarta e chiude in sesta, i tre big man hanno dato vita ad uno scontro stile Kaiju, mentre Owens e Rollins hanno dovuto necessariamente unire le proprie forze per poter contrastare la forza brutale degli altri contendenti sovrumani. Lesnar ovviamente la fa da padrone, annichilendo tutti a suon di F5, ma alla fine viene chiuso nella Hurt Lock da Lashley, steso a sua volta dalla Big Ending. Subito dopo, Lesnar schiena proprio il Campione dopo una devastante F5: 1,2,3…e fine del dimenticabile regno di Big E, sul quale vorrei spendere due parole. E’ fin troppo facile etichettare come fallimento un regno come quello dell’ex New Day, soprattutto nelle modalità con cui è stato concluso. Il fatto che sia stato proprio lui a beccarsi il pin, sa di bocciatura senza appello: proprio come quando HHH pose fine al primo regno di Orton, in modo netto e pulito e questa cosa non è affatto giusta. Big E non è mai stato il centro dello show: non gli è mai stata data questa possibilità, essendoci sempre altre attrazioni più rilevanti di lui. Questa possibilità, forse, avrebbe potuto elevare un minimo lo status di questo performer, il cui stock rischia di precipitare se le avvisaglie note diverranno preludio di sventura annunciata, ossia di un ridimensionamento rapido, spietato e brutale come quello subito proprio da Kofi. A tal proposito, forse avrebbe proprio senso passare Big E a SD, ricostituendo il New Day e regalando a Reigns il babyface rivale di cui ha disperatamente bisogno. Perchè ne ha dannatamente bisogno, non giriamoci intorno. Winner and New WWE Champion: Brock Lesnar
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LIVE EVENT
La qualità del lottato è stata in larga parte buona, e questa è già una notizia, tuttavia la saga dei PLE nasce dalle ceneri di quella dei PPV, la filosofia non cambia e si tratta solo di semantica. Lo show non ha avuto grandi picchi e nemmeno profonde valli, eccezion fatta per il main event, con l’inizio del sesto regno Titolato di Lesnar che crea, ancora nel 2022, interesse e attenzione come nessuno.