Serata da protagonista per Dominik Mysterio, impegnato su più fronti e sempre più a suo agio “in mezzo ai grandi”, frutto del duro periodo in carcere (a detta sua). Da un lato Dominik continua ad infastidire il padre, che si era spostato a SmackDown per non vederlo più, ma apparentemente non è servito abbastanza, dall’altro c’è la Road To WrestleMania da percorrere assieme alla sua “Mami” Rhea Ripley che dovrà affrontare Charlotte Flair con in palio il titolo di SmackDown a WrestleMania 39.
Primo faccia a faccia
Molto attivo Dom Dom stanotte a SmackDown, prima ha interrotto un bel momento backstage tra Santos Escobar e Rey che si sono scambiati belle parole di rispetto e stima. Successivamente il giovane Mysterio è salito sul ring interrompendo Charlotte Flair, ha parlato dell’essere entrambi Superstar di seconda generazione e ha detto alla Queen, dopo essere stato apostrofato come “toy boy” di Rhea, che è gelosa della crescente popolarità di Ripley e che a WrestleMania confermerà quanto disse Ric sul suo non essere all’altezza. C’è stato modo di parlare anche di Andrade, senza però nominarlo, quando Charlotte ha parlato di un vero uomo latino che la attende a casa e la chiama “Mami”. Alla fine quando Charlotte sembrava prossima a colpire Dominik è giunta sul ring Rhea e il segmento si è chiuso con un semplice faccia a faccia.
Rey resiste
La serata di Dominik non è finita qui, è stato protagonista anche nel main event di SmackDown quando è arrivato a bordo ring per bloccare una 619 del padre impegnato in un match contro Karrion Kross. Interferenza che ha poi spianato la strada a Kross per aggiudicarsi l’incontro chiudendo Mr. 619 nella Kross Jacket. Dopo il match Dominik ha continuato a provocare il padre, una scena già vista nei mesi scorsi e uno dei motivi per cui Rey si era rintanato a SmackDown dopo aver addirittura ponderato l’idea del ritiro. Dom ha chiesto a più riprese al padre di colpirlo, Rey ha esitato, è quasi caduto nella tentazione, ma l’istinto paterno ha vinto ancora una volta e ha lasciato il ring.