Eccoci puntuali a recensire l’ultimo special event WWE, un ppv in cui sembra si siano ricordati all’ultimo di avere una card semivuota, aggiungendo match solo nelle ultime ore. Sono riusciti a risolvere tutto per il meglio? Vediamolo insieme.
(Kick Off) Lacey Evans vs Natalya
Strana scelta per il kick off dove sarebbe preferibile inserire match dai ritmi alti. In questo caso invece abbiamo visto le due avversarie spesso a centro ring con chiavi articolari utili solo a rubar tempo, mentre per il resto non c’è stato nulla degno di nota. Tra le due la Evans ha dominato più a lungo, ma dopo aver provato invano un paio di volte a rubare la finisher della canadese e sbagliato un moonsault ha finito per cadere vittima della sharpshooter. Meglio il Last Woman Standing tra le due il giorno dopo a Raw.
Winner: Natalya in 9’25. Voto: (5 / 10)
Hell in a Cell match for the Raw Women’s Championship: Sasha Banks vs Becky Lynch (c)
Andiamo dritti al punto, è stato un match grandioso. Avvincente fin da subito con Sasha pronta ad attaccare la rivale ancor prima che scendesse la struttura, con poi Becky lesta nell’appropriarsi della catena usandola a suo vantaggio. Il messaggio è stato chiaro fin dalle prime battute: le ragazze vogliono farsi male ancor più che conquistare la cintura. Sono infatti poi passate in fretta all’utilizzo di armi, adoperate al meglio mostrando pure qualche chicca creativa (mi riferisco soprattutto alla sedia montata con le kendo sticks), ma anche la struttura stessa è stata ben sfruttata (ad esempio quando la Banks ha chiuso il braccio della rivale nella porta semiaperta). Tavoli, sedie, kendo stick, scale, catene, non ci si è fatti mancare nulla. Tutto ciò in un contesto dal pronostico incerto, particolare che ha reso tutto più saporito; per la cronaca avrei preferito vincesse la sfidante, ma non mi lamento visto quanto mi ha divertito il match nel complesso. Forse si poteva giustificare meglio il gran numero di sedie nel finale (Sasha che voleva lanciarsi dal paletto su Becky non aveva senso le portasse sul ring), ma non è che un minuscolo neo a questo incontro straordinario. Di solito non sono di manica larga nei miei voti, ma in questo caso mi voglio sbilanciare, se lo meritano.
Winner and STILL Raw Women’s Champion: Becky Lynch in 21’50. Voto: (9 / 10)
Tornado Tag Team Championship match: Roman Reings & Daniel Bryan vs Luke Harper & Eric Rowan
Incontro che decisamente ha puntato più sulle mazzate che sulla tecnica, per dirla in gergo terra terra. Gli heel hanno preso rapidamente il controllo isolando gli avversari lasciandoli spesso in inferiorità numerica. Meglio quando l’azione si è spostata fuori ring, con utilizzo di pannelli e con tavoli inevitabilmente sfondati (fa sempre effetto quando accade per due atleti sopra i cento chili). Paragonerei il tutto a un film d’azione in cui si cerca l’adrenalina più che la trama e i quattro son riusciti a metter su un match con zero punti morti e con colpi di buon impatto. Nonostante fosse un match dall’interesse relativo (traduzione: dopo l’ultimo colpo di scena della storyline mi fregava poco) mi hanno saputo ben intrattenere, segno che hanno impostato l’incontro sui binari giusti.
Winners: : Roman Reings & Daniel Bryan in 16’45. Voto: (7 / 10)
Randy Orton vs Ali
Uno dei tanti incontri improvvisati e ciò è emerso nella prestazione. Match da Smackdown che ha faticato a decollare, riuscendo solo quando è stato concesso ad Ali di fare l’Ali, ovvero regalando qualcosa dal suo repertorio acrobatico dando così una botta di vita a un incontro da ritmi tutt’altro che frenetici. Il pubblico stesso si è messo ad intonare più volte in coro “RKO” come a chiamare al più presto la fine di un match di cui si saranno dimenticati una volta abbandonata l’arena.
Winner: Randy Orton in 12’10. Voto: (5,5 / 10)
Women’s Tag Team Championship match: Alexa Bliss & Nikki Cross vs The Kabuki Warriors (Asuka & Kairi Sane)
Incontro da show settimanale un po’ confusionario, si fatica a trovare un filo conduttore. Continuo a vedere la categoria di coppia femminile WWE come abbozzata, mancano ad esempio mosse combinate tra compagne e spesso c’è poca amalgama nella costruzione dei vari team. Il punto d’interesse dell’incontro è stato l’atteggiamento heel delle sfidanti che hanno cambiato ufficialmente allineamento, con quel finale con green mist che certo non è una novità assoluta, ma ho un buon retrogusto di nostalgia (basta che non se ne abusi troppo nei futuri incontri). Un po’ poco per guadagnarsi la sufficienza.
Winner and NEW Women’s Tag Team Championship match: The Kabuki Warriors (Asuka & Kairi Sane) in 10’25. Voto: (5,5 / 10)
Six Man Tag Team match: The OC (AJ Styles & Luke Gallows & Karl Anderson) vs Braun Strowman & The Viking Raiders (Erik & Ivar)
Match riempitivo come altri, ma che dopo un inizio al risparmio si stava rivelando via via più divertente. I Viking Raiders sempre più convincenti, nonostante la stazza mostrano un buon atletismo e superano bene questa prova in special event. L’incontro proprio quando stava salendo di ritmo e diventando più interessante ha trovato invece la sua conclusione per squalifica. La pessima scelta per il finale fa perdere mezzo voto al totale che volevo assegnare, per un incontro improvvisato che però stava proseguendo bene.
Winner for DQ: Braun Strowman & The Viking Raiders (Erik & Ivar) in 8’15. Voto: (6 / 10)
King Corbin vs Chad Gable
Per la serie “viva la fantasia” ecco l’ennesimo scontro tra i due finalisti dell’ultima edizione del King of the Ring. La storia raccontata in ring è stata semplicissima ma funzionale, con Corbin che ha dominato per il 90% del tempo grazie allo strapotere fisico rispetto al rivale, il quale solo in poche circostanze è riuscito a controbattere (in particolare nella sequenza poco prima del finale). “Shorty” Gable è riuscito infine ad avere la meglio evitando il colpo di scettro (intelligente richiamo a quanto accaduto a Raw un paio di settimane prima) e mettendo a segno un rollup. Se ne poteva fare a meno di questo ulteriore rematch tra i due, ma pur facendo il compitino non hanno deluso.
Winner: Chad Gable in 12’40. Voto: (6 / 10)
Smackdown Women’s Championship match: Charlotte Flair vs Bayley (c)
I match, belli o brutti che siano, si fanno in due, su questo non ci piove. Osservando però l’incontro in questione mi sono accorto di quanta differenza possa esserci a seconda di chi sta guidando l’incontro. In quella gestita da Charlotte rispetto a quella condotta da Bayley c’è una differenza di ritmo, pulizia d’esecuzione e storytelling davvero difficile da non notare. Il modo in cui la sfidante ha continuato ad infierire sulle gambe della rivale era una gioia per gli occhi, così che quando è riuscita a eseguire la figure 8 non c’erano dubbi che la sottomissione sarebbe arrivata all’istante. Purtroppo il match devo valutarlo nell’insieme e vista la prestazione della (ex) campionessa il risultato non è positivo e visto anche quanto fatto dalle controparti di Raw il paragone è impietoso. Credo che il cambio titola gioverà alle future faide femminili di Smackdown.
Winner and NEW Smackdown Women’s Championship match: Charlotte Flair in 10’15. Voto: (5,5 / 10)
Hell in a Cell match for the Universal Championship: Seth Rollins (c) vs The Fiend
Nell’editoriale pre Special Event analizzavo i possibili finali e vedevo problemi in ogni variante. Ecco, sono riusciti a fare peggio di quanto potessi immaginare. Innanzitutto quelle luci rosse che in teoria potevano essere una bella trovata si sono rivelate al lato pratico un fastidio. Passando all’incontro possiamo dividerlo in una parte dove si è visto del wrestling e una seconda in cui c’è stato tutt’altro. Il lottato non è stato un gran ché, con The Fiend che a ritmo compassato scaraventava Rollins da una parte all’altra fino a che Seth non ha trovato qualche contromisura con le armi prese sotto il ring. Mi è piaciuta l’idea di far impugnare a The Fiend il martellone con cui aveva spiaccicato Rumblin Rabbit, ma in fin dei conti gli è stato poco utile. Da lì in poi il delirio, con The Fiend che sembrava avere al massimo un leggero mal di testa dopo aver subito una decina di stomp più un pedigree. Colpito poi da sedie, scale, cassette degli attrezzi è stato infine attaccato con il martello, atto che ha persuaso l’arbitro a fermare l’incontro. Le conseguenze di questa scelta sono sotto gli occhi di tutti: il top face è stato fischiatissimo, The Fiend rischia di diventare ingestibile con uno status che a confronto Lesnar pare Funaki, la gente si è arrabbiata intonando cori per l’AEW. A questo aggiungiamo l’incoerenza con quanto raccontato: nell’ultimo episodio della Firefly Fun House Wyatt aveva voluto dare un esempio di quanto sarebbe accaduto, mostrando Mercy The Buzzard che divorava Ramblin Rabbit. Peccato che The Fiend si sia dimostrato sì un incredibile incassatore, ma dal punto di vista offensivo Seth non ha subito più di tanto (salvo il post match). Oltretutto come giustificare il suo rimanere inerme a terra per poi tirarsi su come niente a incontro concluso? Speravo in qualche risposta al Raw successivo, ma credo fossero così in imbarazzo che non hanno quasi fatto riferimento al match titolato. Insomma, hanno danneggiato sia il campione che lo sfidante, ovvero il personaggio più interessante che presentano da secoli, scontentato il pubblico all’arena e nel resto del mondo. Serve altro per giustificare il mio voto?
No contest in 17:30. Voto: (0 / 10)
Special Event
E’ incredibile, nel match della card principale ho iniziato con uno dei voti più alti che abbia mai assegnato e ho concluso con il peggiore. In mezzo a questi due estremi tanti incontri tutt’altro indimenticabili, che qualitativamente per lo più viaggiano poco sotto o poco sopra la sufficienza. Se le ragazze di Raw hanno scritto una pagina meravigliosa nel wrestling femminile WWE le controparti di Smackdown hanno invece deluso. Lo show blu ha dato il meglio con il tag team di Bryan e Roman contro gli ex Bludgeon Brothers. Con il resto della card da completare hanno inserito poi tanti incontri quasi improvvisati e come detto non ci si poteva per forza aspettare uscisse qualche gioiellino in queste condizioni. C’è poi il main event su cui mi sono soffermato parecchio nella sezione dedicata e non voglio occupare altre righe qui, ma che come ho detto ha reso un pessimo spettacolo e temo creerà problemi anche nella gestione prossima di alcuni wrestler. In un evento già di per sé non memorabile fatta eccezione per il primo Hell in a Cell (il quale salva il tutto da un’insufficienza più grave), è stata la peggior chiusura possibile.
Voto: (5 / 10)
Sergedge – EH4L