Più che una vera e propria news questa è una considerazione che arriva dalla penna virtuale di Mike Johnson del Pro Wrestling Insider. Il noto giornalista infatti, ha fatto notare a un lettore come non sia poi cosi facile, né sicuro, per gli atleti licenziati, firmare un pre-contratto che abbia inizio nel momento in cui la propria clausola di non competizione scadrà.
Come detto da Johnson infatti (e da noi fatto notare in passato), un licenziamento da parte della WWE (si parla sempre di licenziamenti, e non scadenze naturali del contratto) non è definitivo fino a quando non finisce il periodo di 90 giorni posteriore allo stesso, nel quale la compagnia di Stamford continua a pagare uno stipendio.
Al momento diversi atleti licenziati della WWE starebbero guardandosi intorno, tutti, probabilmente, vorrebbero finire nella AEW o nella NJPW, ma anche i nomi di più basso profilo saranno alla ricerca di un nuovo lavoro nelle compagnie indipendenti. Non potranno però firmare un nuovo contratto fino a quando la loro clausola di non competizione non sarà scaduta, perché fino all’ultimo giorno la WWE potrebbe reintegrarli e tenerli legati fino alla scadenza naturale del contratto.
Non ci sarebbe quindi da sorprendersi se in un caso limite nel quale un nome importante, per fare un esempio Rusev, dovesse essere molto vicino alla AEW o magari firmare un contratto, la WWE tornasse sui suoi passi riportandolo nei ranghi e tenendolo sotto contratto, alle condizioni precedenti di retribuzione, fino alla fine dello stesso.
La WWE è quindi forte di questo vantaggio, e può lasciare fino all’ultimo giorno (dei 90) la decisione finale su alcuni dei talenti licenziati, soprattutto sui nomi migliori, a proposito dei quali aveva, probabilmente, anche qualche dubbio sul licenziamento.