Money in The Bank, per un determinato lasso di tempo, è stato identificato come possibile “cambio” per le Survivor Series nell’olimpo dei Big Four PPV. L’edizione di quest’anno sarà in grado di avverare questo predizione profetica, oppure ci si sposterà, complice l’assenza di allori massimi maschili, in un terrirorio di alta transizione? Più disidratata di uno sputacchio sull’asfalto alle 13, ecco a voi la review di ZW. Brace yourselves guys, let’s begin!

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MONEY IN THE BANK LADDER MATCH

Becky Lynch vs Liv Morgan vs Asuka vs Alexa Bliss vs Shotzi vs Raquel Rodriguez vs Lacey Evans for a WWE Raw or Smackdown Women’s Championship Match Everytime, Everywhere (16:29)

Ci ho pensato molto prima di dare un voto a questo match. Le contendenti non si sono di certo risparmiate, cercando di essere innovative in molti momenti, forse chiedendo oggettivamente troppo da loro stesse e dalla fisica. Il vantaggio di un ladder match è proprio l’opportunità creativa che offre alle contendenti, il pathos della scalata, il ritmo incalzante che tale contesa può assumere: in questo caso, pur avendoci provato, qualcosa è andato storto. Nonostante un grande coinvolgimento del pubblico live ed un’intensità assolutamente lodevole da parte di alcune contendenti, il match ha subito vari spot non brillantemente eseguiti, creando una farraginosità ritmica che ha privato la storia raccontata della giusta fluidità narrativa. Far vincere Liv, soprattutto per come si è dipanata la storia nel corso della serata, è stata una scelta condivisibile per molti versi: innanzitutto ottimo il finale, con Becky sempre più spinta verso la follia, ed è stato giusto consegnare alla beniamina ex Riott Squad un trionfo importante dopo trope mazzate prese. Essendo una babyface, tuttavia, sarebbe stato forse maggiormente utile creare una rincorsa vincente che prescindesse dalla presenza così contradditoria della valigetta, uno strumento geneticamente heel a mio avviso. Match con un’intesità da 8, ed un’esecuzione da 4. Dunque. Winner: Liv Morgan (6 / 10)

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ONE ON ONE MATCH

Theory (c) vs Bobby Lashley for the WWE United States Championship (11:00)

Bobby Lashley, nonostante la veneranda età, è talvolta proposto come se fosse un giovane virgulto in rampa di lancio: passa da fasi lunghe come contender a titoli secondari asfaltando, nel mentre, altre giovani leve. La sua gestione risulta essere davvero non molto chiara: vista la sua età, considerata la sua crescente popolarità, Bobby dovrebbe essere proposto come minaccia numero uno ai titoli di Roman, soprattutto considerando che Omos e Theory sono stati “sacrificati” al suo altare e le loro due età, sommate, eccedono di pochissimo quella del granitico titano d’ebano. Ad ogni modo, inevitabile “liberare” Theory del pesante (e inutile) fardello del Titolo US alla luce degli accadimenti che hanno avuto luogo nel main event, tuttavia non sono persuaso che l’avversario sia stato quello giusto. Il match è stato valido, ben strutturato ma poco più: staremo a vedere se e come questo regno sarà in grado di ridimensionare la figura di Bobby. Winner and New WWE United States Champion: Bobby Lashley (6,5 / 10)

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ONE ON ONE MATCH

Bianca Belair (c) vs Carmella for the WWE Raw Women’s Championship (07:11)

Bianca Belair è un vero e proprio portento: sul ring ha un atletismo e una forza fisica mai viste prima, la sua padronanza del proprio personaggio cresce sempre più e la sua confidence al microfono è oramai ad un livello più che buono. Il match contro Carmella, che come performer non possiede tantissimi pregi se non la capacità immediata di rendersi poco gradevole, gode delle attenuanti generiche: la vera contendente sarebbe dovuta essere l’infortunata Rhea (a proposito, dove erano gli orfanelli del Judgement Day?), dunque per essere un match scontato, transitorio, semi inutile è andato leggermente oltre le bassissime aspettative della vigilia. La scarsa durata, inoltre, consegna una sufficienza quasi insperata. Winner and Still WWE Raw Women’s Champion: Bianca Belair (6 / 10)

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TAG TEAM MATCH

The Usos (c) vs The Street Profits for the WWE Smackdown Tag Team Championship & WWE Raw Tag Team Championship (23:01)

Match della serata a mani bassissime, anzi senzaamani. Partendo dal lottato: i primi 10 minuti sono stati lenti, metodici (forse troppo), tecnici, prima di un’impennata improvvisa dovuta soprattutto ad un Montez Ford in chiarissima rampa di lancio come lottatore in singolo. Gli ultimi 13 primi invece sono stati al cardiopalma con falsi finali, ritmo serratissimo, grade storia raccontata: se ci fosse stata una maggiore freschezza in questa contesa (si ha comunque la percezione di aver visto questi team contrapposto 123 volte) il match sarebbe stato ancora più bello. Gli Usos sono una macchina perfetta, in grado di mutare stile senza mai stravolgersi, capaci di gestire un’intera divisione per anni e anni senza appassire mai: rimanere rilevanti NONOSTANTE la dimensione tag team in WWE è qualcosa di commendevole, testimonaniza della qualità assoluta sia di questo tag team che, per dirne due, del New Day. A questo punto, come scritto, lo split degli SP è questione di tempo: Ford ha le capacità in ring, il charisma, il look (soprattutto dopo una trasformazione fisica impressionante) per poter emergere come main eventer vero (heel nell’immediato) di qui a breve, mentre Angelo pur essendo un ottimo in ring performer, presenta dei chiari limiti che potrebbero tirarlo verso il basso una volta splittato. Tornando a noi, incontro meraviglioso nella seconda metà, con due pecche riguardanti un inizio claudicante e una mancanza di originalità nel pairing. Winners and Still WWE Smackdown Tag Team Champions & WWE Raw Tag Team Champions: The Usos (8 / 10)

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ONE ON ONE MATCH

Ronda Rousey (c) vs Natalya for the WWE Smackdown Women’s Championship (12:33)

Un match forse non per tutti i palati, contraddistinto da una lunga fase di chain wrestling che mi ha intrattenuto, ma che è stata accolta da un silenzio assordante dal pubblico, complice anche il passaggio dalla rumba del match precedente al valzer messo in piedi da Ronda e Nattie. L’esito non è mai stato in discussione, il match si è dilungato forse troppo e la fase di selling di Ronda non è mai troppo convincente, forse la sua pecca più grande. Incontro tutto sommato sufficiente, che ha messo tuttavia basi per l’avvenimento successivo… Winner and Still WWE Smackdown Women’s Champion: Ronda Rousey (6 / 10)

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ONE ON ONE MATCH

Ronda Rousey (c) vs Liv Morgan for the WWE Smackdown Women’s Championship (00:27)

Il Money in the Bank, per struttura genetica, è uno strumento HEEL: a meno che il match non venga annunciato con congruo anticipo (facendo, di fatto, venir meno tutto il fascino della gimmick) il colpo ferale viene inferto a tradimento, in modo inaspettato, quando il campione è nel suo momento di maggior debolezza. Un character come Morgan, che ha cambiato pelle senza mai cambiarla fino in fondo, che si è impegnata, evoluta, migliorata, avrebbe forse meritato una rincorsa al titolo conquistandolo in modo onorevole, da babyface, superando tutti i fallimenti passati senza espedienti. La percezione che questa campionessa oggi regala al pubblico è quella di un underdog, un titolare di cintura fragile, debole, che con il tempo cederà alle bordate violente delle sue più blasonate colleghe: è un’occasione già in parte sprecata in partenza (l’anno scorso il Titolo lo vines Nikki Ash, ricordiamolo). Certo, il momento è stato emozionante e sorprendente, una fiammata di entusiasmo: ma dopo? La WWE ha intenzione di fare di Liv una parte integrante della vetta della divisione femminile, oppure vuole solo sfruttare il momento per poi, in 5 mesi, riportarla esattamente al punto di partenza? Lo scopriremo solo vivendo. Winner and New WWE Smackdown Women’s Champion: Liv Morgan SV

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MONEY IN THE BANK LADDER MATCH

Riddle vs Seth Rollins vs Sheamus vs Drew McIntyre vs Sami Zayn vs Madcap Moss vs Omos vs Theory for a WWE or Universal or Undisputed Championship Match Everytime, Everywhere (25:26)

Gli standard offerti nel corso degli anni dai MITB maschili sono oramai talmente elevati da averci abituati ad un livello tra l’ottimo e il sopraffino. Contrariamente agli altri anni, tuttavia, non sono stati inseriti grandi highflyer rispolverati solo per qualche spot, ma si sono volute calcare altre tracce narrative: Omos come minaccia da neutralizzare in gruppo, Drew e Sheamus impegnati in una loro guerra a tutto campo, Riddle come babyface beniamino del pubblico, Theory come inserimento “raccomandato” dell’ultimo secondo e Seth astruso dai ritmi frenetici del match e focalizzato a vincere usando astuzia e pianificazione. Con questi ingredienti, e con qualche spot non super innovativo ma certamente ben strutturato, si è ottenuto un incontro valido, una storia avvincente e un vincitore che, in ottica presente e futura, ha senso. La zona altissima della WWE è ancora solida, ma non propriamente verde: Drew ha 37 anni, Seth 36, Lashley 45, Reigns 37, Brock 45, Randy 42, Riddle (il nuovo che avanza) 36. Theory è pronto? No, ma quasi. E i suoi 23 anni, complice anche una maturazione precoce dal punto di vista di sicurezza dei propri mezzi, un livello in ring adeguato e una mic skill ottima lo rendono un asset non importante, ma fondamentale. Pensateci: il main eventer (o upper mid carder) più giovane dopo di lui ha 13 anni in più. Serve dire altro? Theory può permettersi anche di perdere il suo incasso (magari per colpa di Cena, chissà) ed essere proposto il mese successivo come sfidante credibile. In tale ottica, tuttavia, sconfitte come quella subita in modo netto e pulito da Lashley andrebbero evitate come una prece. Winner and Owner of WWE or Universal or Undisputed Championship Match Everytime, Everywhere: Theory (7 / 10)


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LIVE EVENT

PPV di transizione ma neanche troppo, che offre più di qualche spunto narrativo importante in vista di Summerslam. La qualità sul quadrato è stata buona, match della serata senza dubbio l’incontro di coppia ed MVP Montez Ford, che spedirei subito verso la luna con una gimmick heel in grado di far venir fuori il suo charisma graffiante ed abrasivo. (6,5 / 10)