Tyson Fury, pugile inglese di fama mondiale, ha già lavorato in passato con la WWE. Nel 2019 a Crown Jewel lottò contro Braun Strowman. Successivamente i due fecero coppia durante un episodio di SmackDown in onda da Manchester contro il B-Team. Più di recente, il pugile è apparso a Clash At The Castle, mandando KO Austin Theory. La WWE lo apprezza e lo vorrebbe alla Royal Rumble e a WrestleMania 39, ma bisogna fare i conti con i problemi di visto dell’inglese. Sullo sfondo la figura di un boss irlandese ricercato

Niente visto

La WWE ha nel cassetto dei piani per Tyson Fury. La federazione sarebbe interessata ad averlo nei propri show, tuttavia il pugile inglese ha grossi problemi ad ottenere il visto di ingresso negli USA. A riportarlo è il The Sun: “La WWE avrebbe voluto Tyson Fury alla Royal Rumble e anche a WrestleMania, ma la situazione relativa al suo visto di ingresso è complicata nonostante gli sforzi messi in atto dalla stessa federazione e dal team di legali del pugile. Il mancato visto gli sta costando milioni di dollari di guadagni. Forse la gente non lo immagina, ma un match o anche solo una apparizione gli varrebbero molti molti soldi. Fury vuole risolvere i problemi e ottenere il visto”. Insomma una situazione complicata per il Gipsy King. Non poter entrare negli Stati Uniti significa non poter presenziare ai più importanti eventi WWE. Secondo alcune indiscrezioni i problemi sarebbero legati alla figura del boss irlandese Daniel Kinahan, che Fury ha pubblicamente definito amico e consigliere. Lo scorso Aprile lo US Department of Treasury ha emesso sanzioni nei confronti del boss e dei suoi affiliati vietandogli l’ingresso nel Paese. Sul boss una taglia da 5 milioni di dollari. Ad oltre 600 persone è stato proibito l’ingresso negli USA, tra questi anche Tommy Fury, fratello di Tyson Fury.