Sonya Deville sarà in Arabia Saudita, dove parteciperà a Elimination Chamber. Sonya ha recentemente presenziato a un evento del GLAAD (organizzazione no-profit di attivismo LGBT) che si è svolto a Los Angeles, in concomitanza con la settimana del Super Bowl. Sonya è storicamente in prima linea per sostenere le cause LGBT+, identificandosi come tale e, in Arabia Saudita, l’omosessualità è punibile con la morte, quindi è lecito preoccuparsi per l’incolumità della lottatrice di SmackDown. Dal canto suo, l’ex Fire & Desire spera di sfruttare questa occasione per promuovere la causa dell’uguaglianza.
Pericolo di vita?
Dave Meltzer ha discusso della situazione su Wrestling Observer Radio, esprimendo la propria perplessità sulla presenza ad Elimination Chamber di Sonya Deville, dato il contesto sociale in cui dovrà esibirsi:
“Sonya Deville andrà in Arabia Saudita. Passa da un evento del GLAAD all’andare in un paese dove essere gay, non solo è illegale, ma puoi essere ucciso per questo. Voglio dire, non sto esagerando. Credetemi, non la sto incolpando, è il suo lavoro. Ci sono persone lì come John Cena e persino Kevin Owens, Bryan Danielson, che possono andare dalla dirigenza e dire ‘no, non ci vado’, e a loro starà bene. Non so se Sonya Deville rientri in quella categoria. Non è strano per me, perché è wrestling e tutto il resto, ma se ci pensi nella vita reale, lo è eccome”.
La WWE sostiene che stanno lavorando con il paese per aiutare a modernizzare le loro opinioni sociali. I critici credono che sia solo una mossa economica, poiché è stato riferito che ogni show in casa saudita porta più soldi di un’edizione di WrestleMania. Sonya Deville, intanto, sta cercando di trarre il meglio da una situazione che rimane molto controversa.