L’ultima edizione della Royal Rumble si preannunciava incerta come non mai. Ha mantenuto le alte aspettative o è stata una cocente delusione? Riviviamo la serata con la nostra review!
(Kick Off) Sheamus vs Shorty G
Fase iniziale dove l’irlandese fa valere la sua superiorità fisica, buon come back successivo di Gable che però alla fine deve arrendersi. Una discreta passerella per il rientrante Sheamus, che mostra però ancora un po’ di ruggine a causa del lungo stop.
Winner: Sheamus in 12’35. Voto:
(Kick Off) United States Championship match: Humberto Carrillo vs Andrade (c) (with Zelina Vega)
Un incontro in stile lucha da kick off, con niente di memorabile ma che riesce a scaldare il pubblico tramite qualche atletismo dei due messicani. Raggiunge l’obiettivo che gli era stato richiesto prima della main card, ma l’ho trovato peggiore del loro incontro di TLC.
Winner and STILL United States Champion: Andrade in 14’20. Voto:
Falls Count Anywhere match: Roman Reigns vs King Corbin
Venti minuti che ho vissuto come fossero il doppio. Tanto tempo a disposizione per i due brawler che hanno faticato a dare motivi di interesse al pubblico. Intendiamoci, quello all’arena si sarà anche divertito a vederli combattere a un metro di distanza da loro, ma per chiunque abbia assistito lo spettacolo da casa l’effetto è stato ben differente. In un incontro con questa stipulazione la parte forte deve essere quella lontana dal ring, ma di tutto quello che si è visto salvo soltanto il momento comico quando Corbin viene rinchiuso nel gabinetto chimico e per poi essere ribaltato. Troppo scontato l’intervento di Ziggler e Roode, così come lo è stato quello degli Usos; a tal proposito ho trovato sconveniente veder concedere ai quattro spazio televisivo smettendo di inquadrare i due veri protagonisti dell’incontro. Essi devono essere un supporto al match, non un un spin off, ma fortunatamente la loro parentesi è durata poco. Riguardo il finale mi è piaciuto giusto a livello di regia, con la spear eseguita nel corridoio tra due parti del pubblico, ma è mancato il pathos per arrivare a quel momento. Siamo almeno giunto alla fine di una rivalità servita soprattutto a tenere occupato Reigns in attesa del ppv più importante dell’anno, quando quasi sicuramente punterà il piatto più ricco.
Winner: Roman Reigns in 21’20. Voto:
30-Women Royal Rumble match
Rumble che come la maschile si può dividire in due parti, con una gestione però molto differente. Non mi è piaciuta troppo la scelta di partire con la Bliss viste le sue doti in ring, mentre approvo in pieno quella della Belair, vera protagonista del match. Rispetto alla rissa maschile si è scelto di ritardare le eliminazioni aumentando il numero di ragazze presenti sul quadrato, infatti bisogna attendere quasi dieci minuti prima di vedere una lottatrice sbattuta fuori. A interpretare il ruolo è stata Lana seguita a breve dalla Morgan, scelta giusta data la rivalità tra le due. Nel proseguo purtroppo si avverte l’assenza di spunti narrativi per una larga fase in cui l’unico episodio degno di nota è Otis che immola (beato lui) il suo corpo per evitare l’eliminazione della sua adorata Mandy. Come dicevo si arriva poi a una seconda fase in cui il ring si svuota, rimane solo la Belair in seguito raggiunta da atlete importanti come Charlotte e Naomi (suo il salvataggio della serata Kofi-style); per il fronte nostalgia arrivano la bella Kelly Kelly e soprattutto Beth Phoenix, che si allea con Natalya per poi tradirla nel momento decisivo. A proposito di vecchi volti ho trovato innocuo ma divertente il segmento con Santina, è sempre uno spasso. La fase finale parte con il roboante ingresso della Blazer che in breve mette a segno un gran numero di eliminazioni mettendo in chiaro il suo status. Nel duello con Charlotte è stata presa quella che a prima vista sembra una scelta sbagliata, come testimoniato anche dalla reazione del pubblico. La figlia di Flair ha già un grande status e un immenso palmares, non aveva bisogno di aggiungere l’ennesimo traguardo; credo però che tutto sarà funzionale a una scelta inaspettata, credo infatti che non prenderà la decisione scontata di competere per il titolo di Raw. Staremo a vedere. Nel complesso essendo un Royal Rumble match è difficile non divertirsi, ma tra mancanze strutturali del roster femminile e fatica a raccontare storie il risultato non può soddisfare pienamente.
Winner: Charlotte Flair in 54’20. Voto:
Smackdown Women’s Championship match: Bayley (c) vs Lacey Evans
Incontro che avrebbe mal figurato pure a Smackdown, figuriamoci in uno ppv importante come quello della Royal Rumble. Ritmo spesso troppo rallentato, botch, pochezza tecnica generale. La presenza della figlia della Evans aiuta a dare un pizzico di emotività alla contesa, ma non può certo bastare. Già Bayley nonostante il turn non sta funzionando come campionessa, Lacey non può essere la sfidante giusta che ti salva la situazione: atleticamente validissima, come wrestler lascia ancora a desiderare. Per fortuna il minutaggio non è stato alto.
Winner and STILL Smackdown Women’s Championship match: Bayley in 9’20. Voto:
Strap match for the Universal Championship: Daniel Bryan vs “The Fiend” Bray Wyatt (c)
Innanzitutto un doppio ringraziamento: niente luci rosse e si è evitata la stupida regola di dover toccare i quattro angoli del ring. Prima fase con The Fiend in completo dominio un po’ lenta, ma funzionale al proseguo dell’incontro con la rimonta di Bryan. La cinghia usata come arma fa effetto, così come vedere i segni che lascia sul corpo di Daniel, è lo strumento ideale per mettere in luce la ferocia della seconda personalità di Wyatt. Poi il beniamino del pubblico prende in mano la situazione, l’incontro cresce di intensità e ci si diverte di più, fino ad arrivare a dei falsi finali adrenalinici, come quello della Yes Lock con cintura infilata tra i denti The Fiend e il successivo running knee. Il match termina poi quando il campione entra in modalità invincibile non sentendo più i colpi dell’avversario e schienandolo dopo la mandible claw. I due hanno messo in scena un buon incontro, complimenti in particolare a Bryan per aver tirato fuori il meglio che si potesse ottenere da Bray, che significa comunque essere lontani dai livelli di eccellenza.
Winner and STILL Universal Champion: “The Fiend” Bray Wyatt in 17’35. Voto:
Raw Women’s Championship match: Asuka (with Kairi Sane) vs Becky Lynch (c)
Incontro con gran ritmo fin dai primi minuti, con equilibrio tra le due contendenti. Le due non si risparmiano, andando a cento all’ora e mettendo a segno anche colpi stiff ancora più apprezzabili nei replay. Il problema dell’incontro è che per mantenere una certa intensità hanno finito per gestire male lo storytelling, attaccandosi senza parvenza di strategie. Stride inoltre l’eccessiva resistenza data a Becky, che quasi volendo imitare The Fiend a un certo punto chiede all’avversaria di colpirla, riceve un calcio in faccia mentre è in ginocchio (e poco prima ne aveva subito un altro tale che l’arbitro stava per fermare il match) e riesce comunque poi ad alzare la spalla in tempo nel conteggio. Sono esagerazioni che fanno parte del wrestling, ma il rischio di passare il limite c’è e in questo caso per me lo si è prevaricato. A parte questa parentesi rimane un discreto match, messo in una posizione “pericolosa” dato che era subito prima del main event; avessero messo quello per il titolo femminile di Smackdown il pubblico sarebbe rimasto in silenzio tutto il tempo e avrebbe inziato a fare cori a caso, mentre così sono riusciti a catturare l’attenzione dell’arena, nonostante il loro precedente dell’anno scorso fosse stato migliore. Chicca quella di Asuka che colpita nel finale spruzza a vuoto il green mist che aveva preparato per colpire a tradimento.
Winner and STILL Raw Women’s Champion: Becky Lynch in 16’25. Voto:
30-Men Royal Rumble match
Una parte fondamentale nei match di wrestling è il saper raccontare una storia all’interno del suo svolgimento; nel Royal Rumble match questa componente è ancora più importante, data la presenza di tanti wrestler contemporaneamente che spesso rende più difficoltoso il trovare un senso logico alle azioni in ring. Premesso ciò, la Rumble maschile da questo punto di vista è stata quasi perfetta. Lesnar che domina metà incontro non solo è innovativo, ma protegge Brock dalla eliminazione e innalza lo status del suo prossimo avversario di Wrestlemania. Per McIntyre la ciliegina sulla torta è stata trionfare nella rissa reale, ma fosse anche arrivato secondo ormai il suo destino si era intrecciato con quello della Bestia. Oltretutto mi è piaciuto che tra gli avversari del protetto di Heyman ci fossero due con precedenti recenti come Rey Misterio e Kofi, che con Big E hanno creato un’alleanza che per un momento ha fatto credere al pubblico di avere una chance di eliminare il campione WWE, così come ho apprezzato il siparietto con l’(ex)amico Benjamin. Anche l’ingresso in successione di Keith Lee e Stromwan sapeva di fine dei giochi per Lesnar, ma Brock ha avuto la meglio mostrando furbizia oltre alla solita forza. La seconda parte della Rumble è stata altrettanto divertente, con l’arrivo di Edge che potete capire che effetto possa aver avuto per uno con Sergedge come nickname. Dal fisico un po’ appannato pre ritiro ha fatto parecchia dieta, cosa che gli ha permesso di perdere grasso ma ahimé anche tanta massa magra. Meno muscoloso, rughe e barba bianca che lo invecchia molto, ma nonostante questi nove anni si facciano sentire è stata una gioia vedere lui stesso incredulo al momento dell’ingresso, mentre è stato confortante vederlo subire colpi (sintomo che non sia così fragile da dover essere protetto). La sua alleanza e rottura con Orton ha permesso di creare l’ennesima storia all’interno della rissa e ora mi aspetto un loro match a Wrestlemania che vada a scavare nel passato dei due. Per il resto abbiamo avuto una continuazione del feud tra la stable di Rollins e il duo Owens e Joe, a cui sembra si sia aggiunto definitivamente Black. Reigns, probabile prossimo sfidante di The Fiend, arriva secondo cementificando il suo status vincente, non aveva bisogno di vincere e hanno preso la decisione giusta. In tutta questa meraviglia un peccato non si siano visti salvataggi miracolosi e acrobazie particolari, data la presenza di Kofi, Benjamin e Morrison me li sarei aspettati. In particolare l’alleato di The Miz appena ritornato aveva bisogno di fare una figura migliore di quella di carne da macello per Lesnar. Male i due atleti NXT, credevo ci sarebbero stati più ingressi e che avrebbero fatto una figura migliore. Ad ogni modo questa è stata una delle risse migliori da tanti anni a questa parte, ce ne ricorderemo anche in futuro.
Winner: Drew McIntyre in 61’30. Voto:
Special Event
Partiamo da un concetto: in un ppv impostato in questo modo se riescono i due Royal Rumble match è già un successo, il resto è un riempitivo. Lo dimostra anche il fatto che su quattro difese i campioni in carica siano stati tutti confermati. Riguardo la Rumble femminile hanno dei problemi di star power nei tre roster, così gli ingressi generano poca emozione. All’interno dell’incontro inoltre hanno faticato a creare storie, ma nonostante tutto è stato divertente, che è la cosa più importante. La Rumble maschile è stata invece meravigliosa, come non si vedeva da tanto tempo. Gli unici difetti che vi trovo solo la mancanza dei tradizionali salvataggi acrobatici e del mandare al macello diversi wrestler che potevano dare di più, ma tutto è stato funzionale a ciò che volevano raccontare. Riguardo McIntyre nell’editoriale di giovedì scorso scrivevo il suo nome per primo tra quelli degli atleti di Raw da tenere d’occhio alla Rumble. Riporto: “Vincendo domenica notte e sconfiggendo il fu Legend Killer arriverebbe a Wrestlemania nelle migliori condizioni per affrontare Brock: tra i due sarebbe una sfida molto fisica e stiff, un match che prima o poi mi piacerebbe proprio vedere. Accadrà già il prossimo aprile?”. Probabilmente non ci saranno ulteriori rivincite con il Legend Killer, ma pur temendo la mancanza di coraggio della WWE sentivo che nonostante un ruolino di marcia passato non eccezionale c’era potenziale per mandarlo contro Lesnar. Non serve poi spendere altre parole per il ritorno di Edge, una carezza al cuore di ogni fan del canadese e della disciplina in generale (un delitto la regia che si perde la prima spear). Passando agli altri incontri hanno mal figurato nel Falls Count Anyware e soprattutto in quello per il titolo femminile di Smackdown (prevedibile in entrambi i casi), mentre personalmente speravo in qualcosa di meglio tra Becky e Asuka. Bryan invece è riuscito nella missione di tirar fuori qualcosa di positivo da Wyatt, per un match che non passerà negli annali ma che durante la serata ha saputo intrattenerci e darci per un attimo l’illusione che l’eroe potesse battere il demone. Nel complesso nonostante qualche pecca è stato un evento godibilissimo, che apparecchia al meglio la tavola verso il ppv più importante dell’anno.
Voto:
Sergedge – EH4L