La Royal Rumble è da sempre il mio PPV (oggi PLE) preferito, oserei dire anche più di Wrestlemania stessa. Per me ha sempre esercitato lo stesso fascino dei ristoranti con la cucina a vista: al di la delle pietanze più o meno complesse e gustose che possano essere proposte al Grandaddy of’em all, la cosa che più mi affascina è osservare come gli chef preparano la base, tagliuzzano le verdure, aggiustano maniacalmente l’impiattamento. Una buona Rumble crea intrecci, butta basi, alimenta faide, premia la nostalgia: è, di fatto, custode della stessa magia di un ovetto kinder, che pur essendo essenzialmente una semplice barretta in forma diversa, nasconde in se l’intramontabile gusto dell’ effetto sorpresa. Spoiler alert: quest’anno non è andata proprio così, almeno per quanto mi riguarda. Detto ciò… Brace yourself: let’s begin!
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ONE ON ONE MATCH
Roman Reigns (c) vs Seth Rollins for the WWE Universal Championship (14:44)
Diciamo che “è un buon inizio”. Questa faida, tirata fuori un pochino dal nulla a testimonianza del fatto che la WWE sia fisiologicamente incapace di proporre nuovi nomi come sfidanti credibili per Roman, ha comunque avuto un semi-scioglimento abbastanza interessante, a partire dall’entrata shield style di Seth, impegnato a piegare il suo ex fratello con delle contorte trappole mentali. Trappole che, in parte, hanno di fatto funzionato: questo incontro è (credo) una tappa intermedia di questa faida, alla luce del fatto che comunque Seth può vantare una vittoria (seppur per DQ) contro il rivale, al netto dell’annichilimento subito nel post match. Pur non stravolgendo il suo personaggio, Rollins ha avuto il grande merito di creare una dinamica credibile heel/face, cambiando leggermente lo stile di lotta e la sua mimica facciale in modo tutt’altro che semplice. Certo, va sottolineato come questo incontro sia ben lontano dall’essere un capolavoro, ma possiamo dire senza timore di smentita che il suo compito l’ha svolto eccome: un match titolato di transizione, ma non inconsequenziale. Winner by DQ and Roman Reigns Still WWE Universal Champion: Seth Rollins.
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ROYAL RUMBLE MATCH
30 Women Royal Rumble Match to Determinate the First Contender for the Raw or Smackdown Women’s Championship at Wrestlemania 38 (59:37)
Questo match andrebbe valutato da due punti di vista. Il lottato è regredito a un livello infimo, ed è stato interessante ma anche raccapricciante vedere come le divas di qualche anno fa (con l’aggravante di essere arrugginite) siano totalmente non in grado di effettuare cose basilari come un bump, correre verso le corde, venire eliminate senza uccidersi. Veramente uno spettacolo tragico ma anche estremamente nutriente per il nostro lato sadico che si sa, è sempre lì a strizzarci l’occhio sin dai tempi dei traumi cranici di Paperissima Sprint attutiti da un suono cartoonesco o dal commento bonario del Gabibbo, quel vecchio infame rosso e lascivo. Anche le atlete “moderne”, anziché elevare il livello delle loro precedenti versioni storiche, sono invece regredite in modo abbastanza evidente, regalando una contesa piena di botch, di pause, di sguardi confusi. Ma ci sono stati anche aspetti di redenzione, almeno parziale. Da un altro punto di vista, la ricetta di questa Rumble è stata corretta: giusta quantità di cameo e sorprese, su tutti l’interazione tra Nikki A.S.H. e Molly Holly (la cosa migliore di tutta la serata e non scherzo) clash tutto sommato interessanti (come le Bellas contro l’ex Riot Squad, o come Cameron e Sonya), un ottimo inizio (Datemi Sasha Banks vestita da Sailor Moon che fa la spaccata 365 giorni l’anno e sarò sempre e comunque un uomo felice, seppur dalla moralità mediocre), un potenziale match in vista di Wrestlemania per i Titoli di Coppia (Zelina e Carmella vs Sasha e Bayley) e soprattutto il ritorno di Ronda Rousey a 4 mesi dalla nascita della figlia. Certo, il finale poteva essere gestito meglio e la vittoria da parte dell’ex Campionessa di MMA è parsa scontata, ma almeno questo incontro è stato capace di intrattenere in un modo o in un altro, contrariamente a quello maschile. Se potessi dare un 6 meno (meno) lo farei, non è una Rumble da rivedere ma non ha, tutto sommato, offeso l’intelligenza di nessuno. Winner and First Contender for the Raw or Smackdown Women’s Championship at Wrestlemania 38: “Rowdy” Ronda Rousey
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ONE ON ONE MATCH
Becky Lynch (c) vs Doudrop for the WWE Raw Women’s Championship (12:53)
Anche questo match segue la falsariga di quelli che l’anno preceduto, peccando in incertezza per l’esito e dunque del necessario pathos. A questo aggiungiamo anche una certa stanchezza del pubblico, reduce dalla rumble femminile, ed otteniamo un incontro senza infamia, senza lode, fortunatamente non troppo lungo e con una dicotomia face/heel non sempre chiara, perchè non ben spiegata in effetti. Partiamo dal concetto che, storicamente, è sempre complesso recitare la parte del babyface quando di stazza sei il triplo del tuo avversario, ed a questo aggiungiamo come sino a due giorni fa il ruolo di Doudrop fosse decisamente quello della bulla frustrata: perchè il pubblico dovrebbe conoscere la sua storia decennale, il suo percorso, i suoi sacrifici come Piper Niven? Qualcuno si è preso la briga di spiegarlo in TV, di fare qualche promo oppure si ricalca la tendenza che, quando fa comodo, il pubblico è considerato abbastanza smart da sapere tutto e quando invece non fa comodo si da per scontato che non sappia o ricordi una mazza? Questa serie infinita di fattori ha reso questo match trascurabile, tutto sommato innocuo nel lottato ma decisamente non sufficiente. Winner and Still WWE Raw Women’s Champion: Becky Lynch
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ONE ON ONE MATCH
Brock Lesnar (c) (w/Paul Heyman) vs Bobby Lashley (w/MVP) (10:16)
Quando sono indeciso su um match, generalmente mi confronto con Giovanni e Luca, miei soci storici ne il ruestling. Quasi sempre emergono tre punti di vista diversi, ma tutti ugualmente validi a mio avviso: questo breve corollario giusto per dirvi che, come poche volte prima, io e Giovanni ci siamo trovati in totale disaccordo, a lui questo match non è piaciuto affatto mentre io l’ho apprezzato quasi nella sua totalità, passo a spiegarvi il perchè. Innanzitutto il video packaging iniziale è stato uno dei più belli da molto tempo a questa parte: lo scontro è stato presentato, a ragion veduta, come un evento speciale, quasi generazionale, al punto che (forse) avrebbe potuto anche ambire ad un palcoscenico come quello di Wrestlemania. L’esordio di Lashley è avvenuto proprio pochi mesi dopo l’addio di Lesnar, ed ovviamente i due, per fisicità, sono sempre stati accostati nel corso di questi 16 anni. A questo aggiungiamo i loro trascorsi come lottatori di MMA (impietoso il confronto a favore di Brock, divenuto Campione del Mondo UFC) ed otteniamo un mix giusto per un clash epico. Il match in se non mi è dispiaciuto, botte da orbi a suon di suplex, durata giusta (10 minuti va bene, non è lecito chiedere di più) e soprattutto è stato un ottimo tassello in chiave Wrestlemania: Reigns interviene costando il Titolo a Lesnar e riprendendosi il suo “wise man”, Lesnar viene sconfitto (!!!) ma non indebolito, complice la vittoria della Rumble (assolutamente superflua e non necessaria) ed un potenziale rematch, Lashley ottiene la vittoria più importante della sua carriera e continua la sua marcia trionfale. Qui per me non si parla di overbooking, ma solo di booking in senso stretto, e onestamente mi va bene così. Winner and New WWE Champion: Bobby Lashley
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TAG TEAM MATCH
Beth Phoenix and Edge vs Maryse and The Miz (12:26)
Creare il midcard della Rumble è sempre molto complicato, così come trovare il giusto contorno per una portata estremamente abbondante e sostanziosa: questo match, in tale ottica, si è rivelato essere più che idoneo. La costruzione è stata tutto sommato godibile, vedere Edge e Beth così palesemente felici di poter avere questa opportunità è stato un bel momento e il match, pur non essendo stato eccelso, si è dimostrato comunque divertente vista la posizione nella card e la durata. Bella la dedica della Phoenix (che ancora da le piste al 90% del roster femminile) a Luna Vachon, ma Maryse è stata sorprendentemente l’MVP della serata, sia per il suo attire che per la sua combo hurracarrana/DDT, per i quali credo che abbia ricevuto uno dei pop più spontanei dell’intera serata. La vera domanda ora è: cosa far fare ad Edge in vista di Wrestlemania? Winners: Beth Phoenix & Edge
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ROYAL RUMBLE MATCH
30 Men Royal Rumble Match to Determinate the First Contender for the WWE or WWE Universal Championship at Wrestlemania 38 (51:13)
Una grande Royal Rumble è sinonimo di spot mozzafiato, quasi-eliminazioni al cardiopalma, intrecci da dream match, uno storytelling stratificato e trasversale in grado di far avanzare sia il midcard che il main event di WM, cameo nostalgici e sorprendenti, i final four agli angoli del ring che si guardano in cagnesco e che potenzialmente possono tutti vincerla, una prestazione di un performer lunga e intensa che rappresenta di per se una vittoria anche nella sconfitta: pathos, divertimento, agonia, gioia, trionfo, redenzione, coronamento. Questa RR non ha avuto nulla di tutto ciò, e mi è sembrata strutturata senza amore e senza lungimiranza: è stata solo un susseguirsi di midcarders (neanche tutti, dove erano Balor e Cesaro ad esempio?) entrati a breve distanza l’uno dall’altro che si sono scambiati eliminazioni senza rafforzare nessuno, senza curarsi delle storyline minori (i Mysterio’s non si sono proprio incrociati ad esempio, dopo settimane di segmenti a questo punto inutili) e senza creare nessun incrocio sia nella zona bassa che nella alta della card. La stessa eliminazione di Drew, per il quale non ho grandissimo gradimento come performer, ha di fatto sottolineato come gli eventi dal 2020 in poi siano stati un caso, una necessità fortuita. Orton eroe di casa buttato fuori dopo due minuti, Bad Bunny che diventa inspiegabilmente il più rilevante partecipante della Rumble gettando indirettamente feccia su tutto il roster di brocchi (ah se avessimo più cantanti rachitici invece di wrestlers atletici e nerboruti!), Kofi che botcha il suo spot, Omos che ha meno potenziale di Johnny Knoxville, Zayn trattato come Santino e soprattutto Big E, ex Campione e main eventer, che esce da questa Rumble peggio di Madcap Moss e non sto assolutamente scherzando. Un disastro totale da questo punto di vista. Anche il lottato, onestamente, è stato limitato ai compitini o poco più. A questo, aggiungiamo che il combinato disposto sconfitta di Lesnar/partecipazione annunciata alla Rumble ha di fatto sgonfiato tutto l’entusiasmo dovuto alla sorpresa, all’indecisione, alla novità: non sarebbe stato meglio, che so, Lesnar vs Big E alla fine, con Heyman che interviene costando la vittoria al suo ex pupillo, che magari avrebbe potuto trovare redenzione a Elimination Chamber? Quanto una vittoria di questo spessore avrebbe ristabilito lo status sempre più precario dell’atleta di colore? Sarebbe stato chiedere troppo? A quanto pare si. Winner and First Contender for the WWE or WWE Universal Championship at Wrestlemania 38: Brock Lesnar
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LIVE EVENT
Una Rumble maschile pessima, una femminile dimenticabile e tanto midcard da sopravvivenza. La Royal Rumble, potenzialmente un’esplosione di emozioni e sorprese, di sorprendente non ha avuto assolutamente NULLA e questa è una colpa grave, ai limiti dell’imperdonabile: è davvero complicato rendere non una, ma due rise reali scontate quasi al punto della noia (quella maschile su un altro livello, intendiamoci), ma la WWE ha voluto mettere questo ennesimo tassello sul suo personalissimo Guinnes World Record della merda.