Premessa: il wrestling è qualcosa di leggero, divertente, totalmente fine a se stesso. Proprio per questa caratteristica diventa molto facilmente una bolla, un mondo a se stante dove le regole di ciò che c’è “fuori”, nel mondo logico e razionale, non riescono a scalfire la parete contenitiva di tale mondo: un po’ come il Natale, come i cartoni animati, come le serie TV, come il mondo Marvel e via discorrendo. Poi accadono cose così oscure, violente, tragiche che non possono non riassestare il vero ordine delle cose, invadendo con la loro cruda brutalità quella bolla ache dovrebbe essere protetta, ed offrire protezione nel suo piccolo, considerando la sua dimensione ludica. La morte di Owen, quella di Eddie, quella di Benoit, lo scandalo steroidi, l’omicidio perpetuato da Jimmy Snuka, e in ultimo lo scandalo che ha coinvolto Vince McMahon, accusato nel dettaglio di cose talmente gravi, inumane e brutali che sarebbe ingiusto e impossibile ignorare in premessa, sono lame in grado di lacerare qualsiasi bolla di protezione.
Se tutto ciò che è stato messo nero su bianco in 67 pagine che non possono non turbare il lettore dovesse corrispondere al vero, un fan di wrestling dotato di raziocinio non potrebbe non tenerne conto, installando un altro retropensiero nero in un mondo fatto di colori sgargianti: sarà difficile compartimentare queste informazioni nel corso di questa Review, ma cercherò di farlo per quanto possibile.
La Royal Rumble è da sempre uno dei miei show preferiti, perchè racchiude in se una serie di piccoli, inestimabili tesori: le sorprese. I giochini della Kinder, se venduti in un negozio di giocattoli senza guscio di cioccolata e capsula contenitiva, non sarebbero acquistati da nessuno. Ciò che appassiona ed ha successo non è l’oggetto in se ma la sensazione di essere sorpresi e nella Rumble è proprio quello che succede: i due secondi che separano il suono della sirena dalla theme music del wrestler sono sempre caratterizzati da un silenzio sospensivo quasi irreale, che da sempre mi diverte ed emoziona. In aggiunta, in chiave “smart” la Rumble può essere davvero un bell’esercizio stilistico per i booker in vista di Wrestlemania: oltre al vincitore ci possono essere numerosi modi per mandare over una superstar quasi immediatamente, se ben gestita e inserita in un contesto a lui/lei funzionale (Stratton, Bronn Breakker, Jade Cargill e Jordynn Grace su tutti). Andiamo dunque a spendere due parole per i 4 match che hanno costituito la card nella sua interezza. Brace yourselves guys, let’s begin!
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ROYAL RUMBLE MATCH
30 Woman Royal Rumble Match to Become the 1st Contender for One of the WWE Women’s Championship (65:00)
La Rumble femminile è immediatamente partita con una bella sorpresa: con il numero due ha fatto il suo ritorno Naomi, dopo un ottimo stint in TNA dove ha anche conquistato l’alloro massimo. Il pubblico l’ha accolta come una vera superstar e la sua entrata resta un bel momento di intrattenimento per freschezza ed esecuzione. Nel complesso le soprese sono state lei, l’attuale Campionessa TNA Jordynne Grace, autrice di una prestazione maiuscola e, stiamone pur certi, prossimo acquisto da parte di Stamford in tempi brevissimi, qualche atleta promettente proveniente da NXT, su tutte Tiffany Stratton e Roxanne Perez ed infine Liv Morgan e Jade Cargill, super atleta proveniente dalla AEW. L’esecuzione dell’intera rissa l’ho molto apprezzata per vari motivi: la storyline che prosegue isolando Bayley dal resto delle sue sodali guidate in segreto da Dakota Kai, Nia Jax che personalmente non apprezzo neanche un po’ ma, onore al merito, è l’unica vera heel della federazione, odiata come nessuna ed in grado di poter costituire un buon gradino intermedio prima di Wrestlemania, l’esordio della Cargill e la sua potenziale rivalità da sogno con Bianca Belair, la gestione di una future superstar come Tiffany Stratton, già pronta per il main roster, la battaglia in salita per Becky Lynch e le sue ambizioni titolate in vista di WM, la gestione di Grace come detto e da non sottovalutare il ritorno di Naomi e Liv Morgan, in particolare quest’ultima ha ancora un alloro massimo da vincere e conservare in modo dignitoso, per coronare la sua bella storia fatta di sacrificio e passione. La vittoria di Bayley di fatto mette un ulteriore tassello in vista del suo turn definitivo e la potenziale vittoria del Titolo a WM contro Iyo Sky: la meno “premiata” delle 4 horsewomen è una performer che non tradisce mai le aspettative, in possesso di un fortissimo legame con il pubblico e questa è la rivalita di cui l’attuale Campionessa ha un disperato bisogno, per un numero infinito di motivi, non ultimo il piattume che definisce non il suo lavoro il ring, ma la sua gestione all’interno delle storyline titolate. Lynch alla fine riuscirà nell’intento di poter sfidare la Ripley a WM ma prima dovrà liquidare una volta per tutte la sua arcinemesi Nia Jax, mentre per la Cargill si prospetta una bella rivalità potenziale con Bianca Belair. Winner and 1st Contender for One of the WWE Women’s Championship: Bayley
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FATAL 4 WAY MATCH
Roman Reigns (c) (w/Paul Heyman) vs AJ Styles vs LA Knight vs Randy Orton for the Undisputed WWE Universal Championship (19:33)
I match titolati che hanno luogo alla Royal Rumble sono quasi sempre caratterizzati da un’ombra particolarmente ominosa: una scontatezza eccessiva. Vorrei poter dire che questo match possa aver interrotto questa brutta tradizione ma, onestamente, mentirei: quanti di noi hanno pensato anche solo per un momento che il pluriennale regno titolato di RR potesse concludersi nel corso di questo incontro, a pochi mesi da WM? Non posso contarvi, ma idealmente penso che il numero sia piuttosto esiguo. E la scontatezza, quando incontra la predeterminazione (elemento genetico inscindibile), può essere un elemento in grado di danneggiare fortemente il godimento complessivo di un match, seppur ben strutturato come quello di cui stiamo parlando. I quattro contendenti, nel corso di quasi 20 minuti, hanno dato vita ad un match ben combattuto, con un ritmo elevatissimo dando davvero il 100% (l’aggiunta di AJ, da questo punto di vista, è stata fondamentale) cercando comunque di creare qualche momento di pathos. Orton è stato in ogni caso protetto, in quanto il Titolo gli è sfuggito dalle mani solo a causa dell’invasione di Solo Sikoa, mentre il momentum di LA Knight sta lentamente ma incessantemente calando, come facilmente prevedibile. La vittoria di Cody pone dunque le basi per un final showdown tra il figlio di Dusty e Roman in quel di WM, per mettere finalmente la parola fine a questa storia di ritorno, redenzione e successo. Winner and Still Undisputed WWE Universal Champion: Roman Reigns
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ONE ON ONE MATCH
Logan Paul (c) vs Kevin Owens for the WWE United States Championship (14:03)
Sono fortemente convinto che se Logan Paul avesse voglia (e necessità) di essere un performer full time, sarebbe un top heel dal minuto uno. La sua boria, le sue espressioni facciali e le sue reazioni sono generatrici istantanee di heat e la sua capacità di star sul quadrato è a dir poco strabiliante: non mi riferisco solo ai suo esagerati sprazzi di atletismo, ma soprattutto alla capacità di prendere un bump, arrampicarsi sulle corde, correre e proteggere l’avversario. Un vero e proprio portento. Dall’altro lato invece abbiamo un performer che molti potrebbero definire come perennemente sottoutilizzato, amato dal pubblico e capace di regalare prestazion in ring di livello assoluto senza mai strafare, facendo sembrare sempre tutto estremamente semplice e naturale. La contesa è stata ben strutturata e realizzata ed il finale, che ad alcuni ha fatto storcere il naso alla luce di quello che molti potrebbero definire “overbooking”, può senza dubbio starci, per proseguire la storia tra i due ed arricchirla in vista di WM: Kevin che abatte Logan con il tirapugni dopo essersi difeso, l’arbitro che se ne accorge con conseguente squalifica giusta ed ingiusta allo stesso tempo. La vittoria netta di uno dei contendenti avrebbe fornito un valore aggiunto così alto allo show nel suo complesso? Francamente non ne sono persuaso. Winner and Still WWE United States Champion: Logan Paul
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ROYAL RUMBLE MATCH
30 Man Royal Rumble Match to Become the 1st Contender for One of the WWE World Championship (68:25)
Arriviamo dunque al piatto forte dello show, ossia la Rumble maschile. Molto bella l’idea di far iniziare i due gemelli Uso (destinati a riunirsi in un futuro più prossimo che remoto) come numeri 1 e 2, mentre contrariamente al match femminile non vi sono state moltissime sorprese, eccezion fatta per il rientrante Andrade El Idolo e l’esordio estremamente positivo di Bron Breakker, atleta decisamente pronto ad occupare un posto di rilievo nel main roster. La rissa in se è stata piuttosto lineare, con un ritmo ben strutturato tra entrate ed eliminazioni e con un final four davvero coinvolgente che ha visto Gunther, Drew, Punk e Rhodes coinvolti in delle interazioni molto emozionanti. Punk e Rhodes, rimasti l’uno contro l’altro, hanno goduto di molto tempo per poter descrivere una loro, personalissima storia: probabilmente due dei tre pezzi maggiormente pregiati che la AEW abbia mail avuto (il terzo personalmente penso sia MJF) si sono contesi uno spot nel main event di Wrestlemania, uno scenario che solo un anno fa sarebbe apparso come fantascientifico. Il finale è stato molto bello, eccezion fatta per lo spoiler fornitoci da Punk “I cannot lose to Dusty’s Kid” (“non posso perdere contro il figlio di Dusty” ndt) frase pronunciata prima di essere buttato fuori dal ring è stata una sentenza autoinflitta abbastanza evidente. Cody vince meritatamente, Punk si proietta come potenziale vincitore dell’Elimination Chamber, è mezzanotte e tutto va bene: Rhodes è il babyface che la WWE stava aspettando dai tempi del ritiro di Cena avendo anche Stardust nel roster, il suo status è intonso e perennemente scintillante e la sua capacità di connessione con il pubblico è qualcosa di difficile da estaurare e virtualmente impossibile da mantenere, soprattutto da “buono”. La rivalità con Roman è oramai alle porte, mentre le ultime pagine verranno scritte da qui ai prossimi due mesi: Punk è stato sufficientemente protetto così come Gunther e Bron, dunque tutto sembra essere pronto per una Wrestlemania magari non sorprendente ma di certo bellissima. Winner and 1st Contender for One of the WWE World Championship: Cody Rhodes
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LIVE EVENT
PLE che ha ben stabilito le basi per una WM che si prospetta molto lineare nella sua costruzione: pochi incontri, ben lottati, con finali ineccepibili. I due vincitori delle rispettive risse sono quelli giusti, mentre gli altri pretendenti sono stati opportunamente protetti in modo molto sapiente: anche gli esordienti e i “rientranti” sono stati gestiti come meglio non si poteva. Chapeau al booking team. My two cents.