Summerslam, il più importante evento dell’estate di ruestling, è da sempre il secondo SE per importanza, ovviamente dietro Wrestlemania. Quest’anno, tuttavia, questo show assume un valore simbolico ancora più alto: per la prima volta nella storia recente, alle redini di questo PPV non c’era Vince McMahon, ma il suo genero e nuovo deus ex machina, HHH. La sua impronta è stata resa evidente sin da subito, oppure bisognerà aspettare il dipanarsi delle storie attualmente messe in piedi? Più rinfrescante di Piedone Algida, ecco a voi la review di oggi. Brace yourselves guys, let’s begin!

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ONE ON ONE MATCH

Bianca Belair (c) vs Becky Lynch for the WWE Raw Women’s Championship (15:03)

Quando scrivevo con maggiore regolarità, mi occupavo alternativamente di NXT e di Lucha Underground: scrivere di wrestling era un piacere, avevo davvero solo l’imbarazzo della scelta per quanto riguarda i contenuti. Avendo vissuto, quindi, da attento osservatore la parabola di Bianca Belair (33 anni, non più un prospetto), sono a dir poco felice nel poter constatare il suo attuale livello. Bianca è tutto ciò che una Superstar dovrebbe essere: atletica, carismatica, caparbia, tendente in modo perenne al miglioramento. Pur non avendo raggiunto i livelli del loro precedente incontro, questa contesa di 15 minuti ha regalato una storia ben strutturata, avvincente, con Becky mai troppo celebrate per la sua pulizia tecnica e Bianca capace di effettuare mosse come la spanish fly dalla terza corda perfette per esecuzione, logica e rapidità. L’invasione successiva ad opera di Bayley, Kai e Sky, con contestuale turn di Becky, apre a mille possibilità interessantissime. Il punto di forza di NXT (black and gold era) è stata per moltissimo tempo la divisione femminile: che HHH nn sia pronto a replicare il tutto nel main roster? In soldoni, incontro validissimo, ottimo come opener. Winner and Still WWE Raw Women’s Champion: Bianca Belair (7,5 / 10)

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ONE ON ONE MATCH

Logan Paul vs The Miz (14:13)

Logan Paul ha il look, le capacità atletiche e la faccia da schiaffi per essere un heel concretamente futuribile. Il mai troppo celebrato Miz, versatile come nessuno e di certa affidabilità quando si tratta di gestire situazioni “sui generis” a 360°, è stato il perfetto controaltare in ring per questo fenomeno acerbo, ma senza dubbio stupefacente (lo standing moonsault è stato davvero perfetto). Il vero problema di questo match, al netto di qualche sbavatura scusabile, è il voler proporre Logan Paul come babyface: un multimilionario, presuntuoso, fenomeno social, fisicato e con un volto da guascone come può esser mai percepito come uno dei “buoni”? Se davvero la WWE ha intenzione di puntarci, sarebbe il caso di proporlo in modo immediato come heel, magari turnandolo nuovamente proprio ai Danni di un wrestler amato come AJ Styles…e che match ne potrebbe venirne fuori! In soldoni, incontro estremamente solido, dalla durata importante, che ha raggiunto gli obiettivi prefissati.  Winner: Logan Paul (6,5 / 10)

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ONE ON ONE MATCH

Bobby Lashley (c) vs Theory for the WWE United States Championship (04:38)

Credo proprio che si stia andando verso un ridimensionamento di Theory, così come credo che potrebbe mettere in palio la valigetta tra non molto tempo proprio contro qualcuno maggiormente accreditato, magari un redivido di NXT. Non si è trattato di un match vero e proprio, piuttosto di uno squash oserei dire, e non escluderei che per “liberare” Bobby di questa cintura che, forse, è più una zavorra che un premio per lui, la prossima settimana Ciampa non possa emergere come vincitore, magari proprio grazie a Theory. A 46 anni suonati, Lashley si ritrova ad essere uno dei babyface più amati di RAW dopo aver asfaltato il suo ultimo avversario e Omos, tra i pochissimi under 30 del roster che godono o hanno goduto di un push rilevante, tracciando una narrativa con un duplice solco. Da un lato, la maturità piena di questo super atleta è arrivata lontano dalla WWE, e prima di riconquistare il terreno perduto ha dovuto scontare anni di trattamento mediocre, anche in periodi di vittorie blasonate. Da un altro, almeno sino ad oggi, la WWE ha avuto forti difficoltà a proporre dei giovani in modo efficace, pushandoli per breve tempo per poi farli triturare, poco alla volta, dai soliti volti noti dal sicuro affidamento. Tornando a noi, match ad ogni modo insufficiente ma troppo breve per essere definito come carta vetrata per gli occhi. Winner and Still WWE United States Champion: Bobby Lashley (5,5 / 10)

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TAG TEAM MATCH

The Mysterios vs Finn Balor & Damian Priest (w/Rhea Ripley) (11:05)

Quando un’idea non funziona, in particolare quando un gruppo heel parte con il piede sbagliato, credo che sia sempre inutile incaponirsi ed insistere. Penso a The Corre, la versione pezzotta del Nexus, penso ai Retribution, Los Boricuas, alla League of Nations (Del Rio, Sheamus, Barrett, Rusev): gruppi cattivi e minacciosi che, immediatamente, vengono proposti come perdenti sin dal primo vagito, magari anche contro upper/midcarder e non contro star di primissimo taglio. Una volta concettualizzata questa stable attorno ad Edge, non ha avuto il minimo senso proseguire tenendola in vita solo per essere (è solo questione di tempo) formalmente distrutta dal suo creatore: se vi fosse progettualità, i JD avrebbero dovuto annichilire i Mysterios, per poi proporre Priest (40 anni) come papabile minaccia ad alti livelli. Ad ogni modo, credo che Edge e Rey potrebbero essere proposti in Tag Team (avendo visto RAW, ciò troverebbe conferma nell’infortunio a Dom causato proprio dal canadese) sino ad assurgere come contendenti per i Titoli, dopo aver sconfitto Priest e Bàlor. A quel punto, il tanto (?) agognato turn

di Dominik dovrebbe finalmente avvenire (con annesso feud parricida), in modo da poter capire se vi può essere o meno un futuro in WWE per questo ragazzo che ha dei punti di forza, ma anche limiti evidenti. Nota a margine: so che questa stable è ormai ancillare al push di Rhea, ma quest’ultima non ha bisogno di niente e di nessuno per potersi nuovamente proporre come minaccia credibile, solo di un booking decente. Winners: The Mysterios (6 / 10)

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ONE ON ONE MATCH

Happy Corbin vs Pat McAfee (10:35)

Gli standard offerti da Pat nel corso delle sue precedenti contese è stato piuttosto alto, dunque le aspettative circa l’esito di questo match erano piuttosto alte. Allo stesso tempo, forse, il parallelismo tra questo incontro e quello di Logan Paul ha giocato un ruolo nella percezione del pubblico: entrambi i match hanno visto personaggi di altissimo profilo extra/ring, particolarmente dotati ed atletici, contrapposti ad heel “puri” e vecchia scuola. Paul, come scritto, ha impressionato senza tuttavia riuscire a creare un legame empatico con il pubblico, mentre Pat, pur concedendosi più sbavature del previsto (la senton è stata pericolossisima e deve la sua integrità lombare a Corbin, mentre il code red/panama sunrise finale è stato davvero brutto da vedere) è riuscito a rinsaldare quella connessione così netta e pura con il pubblico pagante. Incontro dunque sufficiente alla fine, ma non più stupefacente: che questo esito sia bastevole per mantenere Pat come una special attraction, oppure l’effetto sorpresa per la sua capacità in-ring è stato diluito a tal punto da essere totalmente inconsequenziale? Lo scopriremo, forse, tra un paio di mesi. Winner: Pat McAfee (6 / 10)

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TAG TEAM MATCH

The Usos (c) vs The Street Profits for the WWE Raw & Smackdown Tag Team Championshiop with Jeff Jarrett As Special Guest Referee (13:21)

Quando c’è alchimia tra due tag team non c’è nulla da fare, l’incontro è e sarà sempre appassionante bell to bell, nonostante l’assenza di originalità tra le interazioni. Questo incontro, di livello (e minutaggio) leggermente più basso rispetto a quello di MITB, ha di fatto raccontato la storia della progressiva e montante frustrazione di Montez, soffermandosi tantissimo sulle sue reazioni e sulla incapacità, da parte di questi due atleti, di riconquistare un alloro che è oramai divenuto una chimera. Dal punto di vista in-ring, come detto, tutto assolutamente liscio e strutturato (bellissimo uno shoulder tackle tramutato in suplex) nonchè splendidamente asservito alla storia che ci si era prefissi di raccontare. Ora sorge un dubbio: lo split (che avverrà, serve solo sapere quando) sarà poco originale seguendo una ferrea logica, proponendo quindi Tez come heel, oppure ci sarà uno swerve poco sensato ma in grado di creare il tanto amato “effetto sorpresa”? A mio modesto avviso, visto che tra un anno e mezzo Ford potrebbe essere un babyface estremamente efficace e potenzialmente da main event, un iniziale stint heel potrebbe e dovrebbe essere un crocevia obbligato e fondamentale. Dawkins, d’altro canto, è in perenne miglioramento fisico e atletico, tuttavia resta un talento piuttosto bidimensionale (talvolta piatto) e meno prospettico. Winners and Still WWE Raw & Smackdown Tag Team Champions: The Usos (7 / 10)

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ONE ON ONE MATCH

Liv Morgan (c) vs Ronda Rousey for the WWE Smackdown Women’s Championship (04:35)

Il finale di questo match mi ha ricordato il match shoot del 2004 tra Daniel Puder e Kurt Angle (https://www.youtube.com/watch?v=ewQZR2ecN4U), dove Kurt venne di fatto “salvato” nel suo onore da Jimmy Korderas, visto che il lottatore di MMA e concorrente Puder era sul punto di sottometterlo via kimura. Tornando ai giorni nostri, Liv è stata asfaltata senza pietà da Ronda, riuscendo in via quasi casuale a schienarla durante l’applicazione di una armbar ed a battere il tap un decimo di secondo dopo. Un booking del genere, in un match del genere, non ha redenzione: a breve Morgan perderà la cintura, vista la sua percezione come campionessa “per caso”, e verrà rispedita nella zona Nikki Ash, ossia quella dei midcarder definibili come former champion. Ronda heel, con tanto di makeup alla Devilman, è qualcosa di estremamente efficace e funzionale: che il suo controaltare babyface non possa essere proprio Sasha Banks, una volta tornata? Sarebbe una storyline a dir poco perfetta, in bilico tra finzione e realtà. Tornando a noi, il match è senza dubbio insufficiente, così come lo sforzo creativo dedicato alla gestione di un personaggio amato a singhiozzo come Liv, che sembra oramai aver raccontato tutto ciò che aveva da raccontare. Winner and Still Smackdown Women’s Champion: Liv Morgan (5 / 10)

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ONE ON ONE MATCH

Roman Reigns (c) (w/Paul Heyman) vs Brock Lesnar in a Last Man Standing Match for the WWE Undisputed Universal Championship (23:01)

Un match che, senza dubbio, risulterà essere divisivo a prescindere dalla valutazione che gli verrà data. Brock Lesnar sorridente sulla ruspa è un’immagine che per sempre occuperà i nostril sogni, i nostril meme, la nostra felicità: mai nessun mezzo di locomozione fu più adatto ad un personaggio, non l’Harley di taker e nemmeno il quad di SCSA. Impressionante, a margine, il livello di fiducia che Roman ha mostrato di possedere verso il suo temibile collega/avversario: a prescindere dal fatto che lo spot in cui il Campione è stato caricato sulla ruspa sia stato safe con il senno del poi, tantissime cose sarebbero potute andare storte, sia in quell frangente che in occasione dello spot del ring divelto alle sue basi. L’incontro ha avuto un minutaggio impressionante (l’unico incontro disputato da Lesnar 2.0 che lo ha superato è quello contro Taker a WMXXX, durato 25 minuti), la storia raccontata è stata indirizzata dalla stipulazione, ossia i due contendenti hanno fatto di tutto per impedire all’avversario di rompere il conto di 10, tuttavia alcune fasi sono state eccessivamente lente e ripetitive, soprattutto nel finale. Forse questa lentezza e parziale farraginosità ha inciso sulla “digeribilità” del match, che condensato (magari con 5 o 6 minuti in meno) sarebbe risultato maggiormente gradevole a tutto tondo. Resta ora da capire cosa ne sarà di Brock e di Reigns: per quanto concerne il primo, nonostante voci sul suo presunto ritiro unite al tramonto creativo di Vince, credo che ci sia nelle sue corde un ultimo, importante stint. Lo stato di forma mostrato in questo match è quasi senza precedenti, la sua connessione con il pubblico è genuina e sincera e resta in ogni caso la stella più luminosa di tutto il firmamento WWE, nonostante età e status da part timer. Per quanto riguarda il Campione, onestamente non credo che Drew possa essere la persona giusta per “capitalizzare” l’heat accumulato dall’Head of the Table in questi mesi di regno, credo piuttosto che si stia aspettando con fiducia il ritorno di Big E, il babyface di cui questa WWE ha disperatamente bisogno. Winner and Still WWE Undisputed Universal Champion: Roman Reigns (7 / 10)

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LIVE EVENT

PPV che lascia ben sperare per il futuro, soprattutto se messo a sistema con una puntata di RAW che per rilevanza e cambio paradigmatico, forse, meriterebbe una review a se. Sono fiducioso: con HHH al comando, che ha una visione simile a quella di Tony Khan ma decisamente più a tutto tondo, la WWE potrebbe divenire nuovamente un posto appetibile per i talenti, che finirebbero con l’essere equamente distribuiti tra le due federazioni (e loro satelliti) non depauperando un versante e non ingolfandone un altro, in chiara crisi digestiva da oramai un anno. Restando con i piedi per terra riferendoci a Summerslam, penso che questo show sia stato estremamente gradevole nonostante qualche sbavatura, ma che non si possa gridare al miracolo creativo. Troppo poco, troppo presto. La parola a voi, sono ansioso di sentire la vostra. Cheers! (6,5 / 10)