Summerslam, da sempre o quasi, è il secondo evento per importanza che la WWE mette in scena durante il suo “anno accademico”, quindi le aspettative sono sempre molto alte sia in relazione al lottato che allo spettacolo in se, elemento prioritario per la WWE. L’obiettivo di stupire e convincere potrà definirsi come raggiunto anche quest’anno? Brace yourselves guys, let’s begin!

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ONE ON ONE MATCH

Liv Morgan (c) vs Rhea Ripley (w/Dominik Mysterio) for the WWE Women’s World Championship (15:55)

Questa faida, a mio modesto avviso, racchiude tutto ciò che il wrestling è, è stato e dovrebbe essere: una storyline che è stata un piccolo capolavoro, prevedibile per certi versi ed al contempo totalmente appagante. Devo ritornare molto, molto indietro nel tempo per ritrovare in WWE una faida con tre personaggi, tutti over, con un climax centrato alla perfezione ed un livello di coinvolgimento emotivo così forte. Il match bell-to-bell è stato ben strutturato, con Liv inizialmente in fuga, intenta nel corso del match nel mettere in piedi una strategia vile ma vincente, complice la superiorità fisica della sua avversaria, completamente abbandonata alle sue emozioni e ad una rabbia accecante. Lo spot della spalla rimessa in asse con colpi all’angolo è stato forse un pochino eccessivo, ma è davvero l’unica sbavatura logica che posso trovare. Il finale è stato ovviamente viziato da Dominik Mysterio, che ha prima apparentemente salvato Rhea dalla squalifica in realtà evitando che colpisse Liv con una sedia, per poi usare la stessa per favorire l’Oblivion che ha sancito la fine della contesa e la conferma della Campionessa. Come detto, però, il capolavoro è stata la lenta cottura che ha portato allo scioglimento finale: per mesi Dominik è stato “conteso” tra le due Campionesse, ma da parte di Liv quasi esclusivamente in modo strumentale per mantenere il Titolo e innervosire la Ripley. Il suo turn era inevitabile (l’heat che già possedeva credo sia arrivato a livello supernova) e prevedibile, tuttavia è arrivato proprio al momento di massima tensione emotiva, complice lo swerve dell’apparente riappacificazione con la sua Mami. Il voto finale che troverete è relativo al match, ma alla faida mi sento di dare un bel 10: amo questa forma di intrattenimento proprio per queste piccole gemme che ogni tanto ci regala. Winner and Still WWE Women’s Champion: Liv Morgan (7,5 / 10)

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ONE ON ONE MATCH

Sami Zayn (c) vs Bron Breakker for the WWE Intercontinental Championship (05:40)

Più che di un match qui parliamo quasi di un angle, per modalità e tempismo. Non so se l’incontro sia stato tagliato nel suo minutaggio o meno, tuttavia il ritmo elevatissimo è stato reso ben chiaro sin da subito, con la Frankensteiner (o Breakkersteiner che dir si voglia) dalla terza corda effettuata nel corso delle primissime battute. Bron vince con una devastante spear e senza possibilità di appello, laureandosi Campione e proponendo una nuova dimensione di freschezza al Titolo Intercontinentale: attualmente potrebbe essere configurato come un heel in chiave mark, ma il pubblico lo percepisce semplicemente come un guerriero inarrestabile senza una collocazione statica, che nel caso specifico funziona alla grande. Contrariamente a Zayn, babyface underdog per antonomasia, Bron potrebbe riportare l’IC Title al workhorse title, con una serie lunga di difese violente e combattute, un po’ come fatto da GUNTHER: un altro tassello della HHH era è stato collocato al posto giusto. Zayn avrebbe meritato una fine del suo regno titolato più edificante forse, tuttavia lo status di questo performer oramai trascende da qualsivoglia sconfitta o vittoria, anche nelle modalità e nel tempismo. Winner and New WWE Intercontinental Champion: Bron Breakker (6 / 10)

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ONE ON ONE MATCH

Logan Paul (c) vs LA Knight for the WWE United States Championship (12:03)

La storia di LA Knight è veramente interessante a mio avviso. Licenziato dalla WWE dopo una breve permanenza ad NXT 10 anni fa (già 31enne), approda in TNA come spalla di Drew McIntyre (Galloway all’epoca dei fatti). Otto anni dopo ritorna in WWE (quasi 40enne) ad NXT, come talento di “supporto” in grado di far crescere i giovani talenti: il suo call up nel main roster è qualcosa di inaspettato di per se, anche se con il ruolo di manager. Tuttavia, grazie al suo carisma (che è sempre stato lì), alla sua capacità al microfono (che è sempre stata lì) e al suo look impeccabile (che è sempre stato lì) nonostante l’età e il suo livello di workrate buono ma poco più, diventa una delle colonne portanti degli show televisivi del main roster, venendo scelto per sponsorship importanti come Slim Jim e venendo proposto come sfidante di transizione per il titolo massimo. La vittoria dello US Title a Summerslam è più che una vittoria di un Titolo, è un indennizzo tardivo per un talento troppo sottovalutato per troppo tempo. Logan Paul, nonostante un paio di bump davvero spaventosi (su tutti il superplex/brainbuster dalla terza corda) ed un occhio nero non preventivato si conferma un atleta straordinario, nonchè un personaggio dotato di un carisma incredibile. Questo match non è stato stratosferico come gli altri disputati in passato, tuttavia è stato molto divertente ed il finale, con la sua consueta tattica distrazione/cazzottiera non perfettamente eseguita, ha avuto straordinariamente senso. Che Logan possa ora assurgere a qualcosa di più di una special attraction, oppure i suoi impegni lo porteranno distante dal ring WWE? Winner and New WWE United States Champion: LA Knight (6,5 / 10)

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ONE ON ONE MATCH

Bayley (c) vs Nia Jax for the WWE Women’s Championship (12:30)

Il match forse più “tiepido” della card, con Nia mai troppo amata dal pubblico, complice il suo stile di lotta, e Bayley completamente abbandonata dal booking team a seguito della sua vittoria Titolata, complice anche la sua capacità di funzionare alla grande come inseguitrice e meno come Campionessa. Match nel complesso sufficiente, con il pubblico che si è svegliato in sole due occasioni: dopo una straordinaria powerbomb assestata da Bayley e sul finale, con l’intervento/distrazione (accidentale?) di Tiffany che ha contribuito in modo fondamentale alla sconfitta dell’ex Campionessa. Pur non essendo un fan di Nia, devo ammettere che il suo character sta prendendo sempre più forma e che, attualmente, come Campionessa potrebbe funzionare decisamente meglio rispetto a Bayley. Stiamo pur certi che il suo regno non sarà di breve durata, anche perchè il cash-in di Stratton sarà senza dubbio su di lei, e senza dubbio macchiato da un tradimento netto ed imperdonabile. Winner and New WWE Women’s Champion: Nia Jax (6 / 10)

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ONE ON ONE MATCH

CM Punk vs. Drew McIntyre with Seth “Freakin” Rollins As Special Guest Referee (17:04)

Rimanendo in tema di temperature, questo match probabilmente era il più atteso alla vigilia, assieme a quello per il Titolo Femminile di RAW. Nel diritto germanico, anticamente, per faida (feud, termine ripreso nel wrestling) si intende la “possibilità, per un privato, di ottenere soddisfazione per la lesione di un proprio diritto ricorrendo all’uso della forza”: il match tra Punk e Drew incarna perfettamente la definizione originaria scelta proprio per i conflitti all’interno del quadrato. Inizialmente avevo storto un pochino il naso all’idea di avere uno special guest referee, tuttavia Seth è stato funzionale alla storia (molto sottolineata, al punto da rendere l’incontro forse eccessivamente marginale) ed ha interpretato il suo ruolo alla perfezione. Drew e Punk non si sono risparmiati, disputando un incontro dal ritmo non elevatissimo ma dall’alta tensione narrativa: il SCS aveva di fatto vinto il match via anaconda vice, tuttavia ha preferito concentrarsi sul braccialetto simbolo della sua famiglia, piuttosto che sulla vittoria del match. Lo stesso braccialetto ha ricoperto un ruolo fondamentale nella fase finale: Seth lo ha rimosso dal quadrato indossandolo (forse apposta, o forse per preservarlo da pestoni o cose così) e Punk, interpretando questo gesto come offensivo, gli ha assestato una sonora GTS, che tuttavia è costata l’incontro all’atleta di Chicago, colpito successivamente con una combo low blow/claymore dal suo vero avversario. Questo match, pur essendo stato forse leggermente “carico” come booking e parte recitata, ha parzialmente risolto il conflitto tra i due lottatori inserendo definitivamente Seth come elemento aggiuntivo, aprendo ad un Triple Threat, magari con qualcosa di sostanzioso in palio come una chance titolata, al netto dell’attacco subito da Seth da parte del quarto incomodo, Bronson Reed (Punk non ne sapeva nulla?). Un’altra buona notizia è lo stato fisico di Punk, che ha portato avanti una contesa lunga ed intensa senza troppi apparenti patemi d’animo. Winner: Drew McIntyre (7,5 / 10)

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ONE ON ONE MATCH

Damian Priest (c) vs Gunther for the World Heavyweight Championship (14:40)

Il fatto che si sia arrivati al collasso del Judgement Day come lo conoscevamo con due tradimenti annunciati nello stesso show, è qualcosa di talmente lungimirante da essere quasi commuovente. Priest si affaccia a questa difficilissima difesa con l’ombra di Finn alle spalle, e contro un avversario come GUNTHER avere meno del 100% di concentrazione può rivelarsi fatale. La fase iniziale del match, molto intensa, porta ad un sanguinamento dello sfidante a seguito della consueta “GUNTHER Chop Challenge”, mettendo in chiaro che il Campione non ha intenzione di venire battuto senza una battaglia ardua e violenta. E così è. I due portano il volume dell’intensità a livello stiff mantenendo un grande equilibrio tra fasi di heat e di comeback, tuttavia alla fine Priest riesce a connettere con la South of Heaven a centro ring: è li che si consuma il tradimento, con Finn che interviene salvando lo sfidante e costando il Titolo all’ex fratello di stable, sancendo cosi la fine. Del regno, del Judgement Day, dell’amicizia tra i due. GUNTHER, assieme ad MJF, è attualmente il performer più completo del panorama nordamericano: il suo battesimo come Campione assoluto è più di un riconoscimento, è la realizzazione di un’utopia, la dimostrazione plastica che un wrestler dotato di straordinario talento può essere plasmato, con tempo e pazienza, in una superstar in grado di reggere una federazione. Al di la dello straordinario talento in ring di GUNTHER, ciò che più stupisce è infatti la sua presentazione, i suoi promo, le sue vignette, la sua credibilità sostenuta tanto dalle sue capacità, quanto da quelle del booking team. Un vero capolavoro durato anni, non mesi. Priest è stato un buon Campione, ma il suo crisma di transitorietà era abbastanza insito nel suo status, mai portato ai massimi livelli: paradossalmente un momento in cui è sembrato essere davvero un main eventer è stato nel corso di questo match, genesi della sua grandezza e della sua sconfitta allo stesso tempo. La faida con Bàlor, da babyface, lo riporta alla sua reale dimensione di mid-uppercard dopo una ben eseguita parentesi dorata. Winner and New World Heavyweight Champion: Damian Priest (7,5 / 10)

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ONE ON ONE MATCH

Cody Rhodes (c) vs Solo Sikoa for the Undisputed WWE Championship Bloodline Rules Match (29:10)

Match che, già dalla stipulazione, lasciava presagire il canovaccio stallo – babyface in vantaggio – casino infernale – finale sporco. E così è stato tuttavia, nonostante la prevedibilità, tutto è stato eseguito bene ed il finale sporco è stato arricchito da una sorpresa in grado di mutare da sola gli scenari di un intero roster. La critica principale che muovo a questo match è stato lo stile eccessivamente alla “Roman” adottato da Solo: la metodicità dell’OTC è qualcosa di maturato e “guadagnato” nel corso degli anni, forse per il più piccolo degli Uso sarebbe stato meglio adottare uno stile meno statico. Solo Sikoa e Cody hanno dato vita ad una contesa non perfetta e rapida, ma sicuramente violenta ed intensa: il fattore Tama Tonga/ Tanga Loa è stato annullato dagli RKO mentre Jacob Fatu, dopo aver massacrato Cody, ha di fatto eliminato se stesso dall’equazione (work o shoot?) con uno splash sul tavolo di commento, causa di un infortunio al ginocchio. Nella fase finale, quando Solo sembrava semplicemente dover raccogliere i pezzi derivanti dalla distruzione del suo avversario perpetrata dal suo enforcer, Roman Reigns è ritornato per vendicarsi del cugino usurpatore, costandogli il Titolo e divenendo, di fatto, il principale alleato della sua nemesi, Cody Rhodes. Il ritorno di Roman, oltre ad aprire ovviamente ad un rematch con Cody, sarà inizialmente incentrato sulla faida interna alla Bloodline, con Roman (Pietro Savastano) che dovrà vendicarsi di Solo e della sua banda (Genny, O’Tracc e Cap e Bomb), magari richiamando in servizio i suoi due vecchi luogotenenti, Jey e Jimmy (Malammor e Bullett), per “ripulire” il suo territorio attualmente inquinato dai suoi usurpatori. E chissà, se a supporto di questi ultimi, non possa apparire il Final Boss, aprendo le porte per il tanto atteso e rimandato Roman vs. The Rock a WM. Match più che buono in soldoni, condito da una graditissima e logicissima sorpresa. Winner and Still Undisputed WWE Champion: Cody Rhodes (7 / 10)


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LIVE EVENT

PLE bello, divertente ed ampiamente appagante per quanto riguarda il dipanarsi di storyline, valore a cui do un’importanza centrale: se contasse solo il lottato, gli show sarebbero un susseguirsi di incontri senza appagamento emotive. Summerslam personalmente si candida per essere uno dei potenziali PLE of the Year. La sensazione che ho avuto è questa, non so se siete d’accordo con me: Summerslam24 è il vero inizio della Paul Levesque Era. Al momento del reale ritiro dalle scene da parte di VKM, HHH ha provato a dare continuità in modo graduale, affinando il prodotto secondo una sua visione delle cose, creando una sorta di “ponte” tra Wrestlemania (inizio dei piani creativi di cambiamento) e Summerslam (realizzazione dei piani). GUNTHER e Cody Campioni, Liv e Nia Campionesse Femminili, Bron e LA Knight come Campioni Intermedi, assenza totale dei Titoli di Coppia nello show, a testimonianza ulteriore della loro profonda marginalità: la WWE di HHH sta pian piano prendendo forma, e questa è una buona notizia. Il voto finale che do al PLE non può non considerare il perfetto tempismo adoperato per chiudere molte storyline ed aprirne altre: un vero e proprio mid-season finale. MVPs della serata: Liv Morgan, Rhea Ripley, Logan Paul, Gunther. My two cents. (8,5 / 10)