Un tempo non molto lontano, le Series rappresentavano uno degli highlight del mio anno di ruestling. Ho sempre amato il concetto di multi-man tag team a eliminazione, con determinati caveat a esso annessi: un minimo di senso a livello di storyline, una programmazione almeno a medio termine per il o i sopravvissuti e il ruolo dei capitani deve essere chiaro e netto. Un match di questo tipo, specie se centellinato nel suo utilizzo, può immediatamente far percepire un midcarder come un main eventer: poche cose sono efficaci come un match a eliminazione ben congegnato. Sarà andata così quest’anno? E come è stata gestita tutta l’attività collaterale legata al core business delle Series? Brace yourself: let’s begin!

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KICK OFF PRE SHOW

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ONE ON ONE MATCH

WWE Intercontinental Champion Shinsuke Nakamura (w/Rick Boogs) vs WWE United States Champion Damian Priest (09:21)

Lo scontro tra questi due Campioni “secondari” dei due roster ha messo in chiaro una cosa in modo netto e preciso: poche volte, nella storia sia recente che passata, questi titoli hanno goduto di così cagionevole salute sia nella forma che nella sostanza. Non una storyline degna di tale nome, non uno sfidante interessato a detronizzare i detentori delle cinture, non un briciolo di interesse mostrato sia dalla WWE che dal pubblico…una situazione patologica oramai da tempo divenuta cronica, ma che mi è balzata agli occhi in modo prepotente vedendo Nakamura e Priest contrapposti. Il match in se non è durato molto, ma quel poco che è stato mostrato bell-to-bell mi è piaciuto: il finale sembrerebbe aprire ad un turn heel di Priest (che ci sta tutto, da babyface troppo-uno-di-noi c’entra come il prezzemolo sulla carbonara), tuttavia a questo punto RAW ha un disperato bisogno di babyface validi. Prima vittoria, seppur di Pirro, per lo show blu.  Winner: WWE Intercontinental Champion Shinsuke Nakamura (6 / 10)


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MAIN SHOW

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ONE ON ONE MATCH

WWE Raw Women’s Champion Becky Lynch vs WWE Smackdown Women’s Champion Charlotte Flair (18:35)

Probabilmente, anzi sicuramente il match più atteso della card da parte di molti per un semplice motivo: questo era l’unico della card, assieme al main event (in misura decisamente inferiore) ad avere una storia alle spalle. La rivalità tra queste due magnifiche lottatrici, che assieme a Banks e Bayley hanno segnato un vero e proprio cambio di paradigma generazionale, affonda radici praticamente nel loro esordio: certo non può essere definita come originalissima, tuttavia vi è e vi sarà sempre spazio per un match ben raccontato tra Lynch e Flair, ed anche questo non ha per nulla demeritato. Più che un acrimonioso astio, questa faida è stata gestita mettendo sullo sfondo un disprezzo neanche troppo velato legato tuttavia non alla propria rivale, ma all’idea che la stessa possa sentirsi propria pari. La Lynch ha momentaneamente rivestito i panni (e che panni!) da babyface, mostrando per la prima volta le terga in modo chiaro e netto (chapeau a lei), tirando fuori una tuta di spandex rossa di chiara ispirazione Top Of The Pops (B. Spears – Oops, I did it again) ed una prestazione di livello contro un’avversaria sempre pronta a stupire se correttamente motivata. Un incontro ben lottato, dove la quinta non è mai stata inserita e con un finale non sporco ma sporcato alla “chi la fa l’aspetti”, che non premia o penalizza nessuna delle due. Ciò non di meno, la quarta di entrambe vale la sesta del 95% del resto del mondo, indi… Winner: WWE Raw Women’s Champion Becky Lynch (7 / 10)

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SURVIVOL SERIES MATCH

Team Raw (Bobby Lashley, Austin Theory, Finn Balor, Kevin Owens, Seth Rollins) vs Team Smackdown (King Woods, Jeff Hardy, Sheamus, Drew McIntyre, Happy Corbin) (30:19)

Quando ho letto i nomi per la prima volta ho pensato: chi potrebbe beneficiare in modo netto di una vittoria? In questo folto gruppo di lottatori esperti e affermati (anche anagraficamente vecchi se vogliamo), gli unici due che mi sono venuti in mente erano Theory e Woods. Ho pensato come il primo, probabilmente, fosse ancora ai primi vagiti del suo stint e quindi un discorso del genere sarebbe stato forse prematuro. Diverso invece il capitolo Woods: da sempre percepito come “l’anello debole” del New Day, talvolta come figura ibrida tra manager/personaggio comedy/jobber, negli ultimi tempi è arrivato a proporsi prepotentemente in singolo arrivando addirittura a vincere il King of The Ring. In virtù di questa nuova veste, in considerazione della faida in atto con Roman e dell’inerzia potenzialmente sfruttabile generata dall’effetto Big E, pensavo che un trionfo come sole survivor,

magari contro Lashley, avrebbe potuto giovargli. E invece no. Woods è stato tra i primi eliminati, ed il sopravvissuto del team rosso è stato Seth Rollins, personaggio dallo status granitico, a cui questa vittoria fornisce poco o nulla. Il match in se è stato estremamente gradevole, le eliminazioni sono state sempre gestite in una situazione di equilibrio (contrariamente al match femminile) partendo dall’abbandono da parte di Owens, che ha lasciato senza troppe cerimonie il proprio team in inferiorità numerica. La fase finale tra Rollins ed Hardy è stata accolta benissimo dal pubblico (il fatto che Jeff sia ancora il top face di SD sottolinea ancora una volta quello che sarebbe potuto essere e purtroppo non è mai stato) anche se a quel punto il risultato è parso forse essere scontato. Ad ogni buon conto, incontro molto buono nel suo complesso, seppur con poca ciccia in termini di storie e sviluppi. Winner: Team Raw (Survivor: Seth Rollins) (7 / 10)

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BATTLE ROYAL

Sami Zayn vs Commander Azeez vs Apollo Crews vs Angel vs Humberto vs Ivar vs Erik vs AJ Styles vs Otis vs Chad Gable vs Angelo Dawkins vs Omos vs Montez Ford vs T-Bar vs Shelton Benjamin vs Shanky vs Robert Roode vs R-Truth vs Ricochet vs Mansoor vs Jinder Mahal vs Drew Gulak vs Dolph Ziggler vs Cesaro (10:13)

Una Battle Royal a senso unico, progettata esclusivamente per aumentare lo starpower di Omos che, più pass ail tempo, più sta assumeno il ruolo di leader all’interno del suo tag team. Dal punto di vista tecnico il tutto è ai limiti dell’invalutabile (una serie rapidissima di eliminazioni), mentre in senso assoluto non capisco dove si voglia arrivare con il mastodonte d’ebano: limitato al microfono, limitato sul quadrato (per ovvi limiti di mobilità), una volta lanciato in singolo davvero si pensa possa attrarre più di quanto non stia facendo adesso? Oserei dire che l’apice di Omos è molto più vicino di quanto non si creda. Winner: Omos (5,5 / 10)

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TAG TEAM MATCH

WWE Smackdown Tag Team Champions The Usos vs WWE Raw Tag TEam Champions RKBro (14:45)

Match che sulla carta prometteva scintille, e che forse è stato sensibilmente al di sotto delle elevate aspettative. Alla base, di fatto, non vi è stata una storyline o rivalità tra queste due fazioni, dunque la posta in palio è risultata essere a dir poco esigua, togliendo pathos e coinvolgimento emotivo sia live che a casa. Tutto l’incontro è stato incanalato al fine di poter culminare con l’hot tag a Randy: gli Usos hanno tagliato il ring a metà, menando Riddle per la gran parte del match prima del salvifico tag per la Vipera, che ha di fatto vinto il match da solo, effettuando una RKO volante che da sola è stata capace di elevare il voto del match. Anche qui un buon incontro, che tuttavia rimarrà persistente nelle nostre memorie quanto un ricordo sparaflashato dai Men in Black.  Winners: RKBro (6,5 / 10)

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SURVIVOR SERIES MATCH

Team Raw (Queen Zelina, Carmella, Bianca Belair, Rhea Ripley, Liv Morgan) vs Team Smackdown (Natalya, Shayna Baszler, Toni Storm, Shotzi, Sasha Banks) (23:15)

Contrariamente al match maschile, qui le lottatrici in grado di guadagnare molto da una vittoria hanno costituito il 90% dell’organico: quasi tutte in rampa di lancio, reinventate da poco o in cerca di lustro da poter spendere come contender. Il match non è stato particolarmente ben lottato, in parte farraginoso e poco fluido, dove essenzialmente due sono state le storie raccontate: la prima, con Sasha Banks ostracizzata dalle sue compagne di squadra (in particolare da Shotzi) e allontanata in una situazione di 4 vs 1 e la seconda, con Bianca che di fatto ha smantellato da sola l’intero team avversario ponendosi sia in chiave mark che smart al di sopra di tutte le altre contendenti, riacquisendo parte del lustro perso dopo la faida Titolata. In tale ottica “riabilitativa”, l’incontro ha decisamente raggiunto il suo obiettivo, seppur in modo quantomeno perfettibile sia dal punto di vista tecnico che estetico. Winner: Team Raw (Survivor: Bianca Belair) (5,5 / 10)

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ONE ON ONE MATCH

WWE Champion Big E vs WWE Universal Champion Roman Reigns (w/Paul Heyman) (22:24)

I main event in PPV con Roman Reigns oramai sono una costante, a ragion veduta. Roman è un heel perfetto, come non se ne vedevano da tempo: dominante, decisivo, spietato, forte, risoluto, con una stable completa alle spalle e uno starpower incomparabile rispetto a qualsiasi altro lottatore, eccezion fatta per Lesnar, Cena e Rock (su un altro livello non solo rispetto al cugino, ma probabilmente rispetto alle restanti 7.8 miliardi di persone al mondo). E il problema è proprio questo: un heel perfetto è tale solo se riesce a “trasferire” l’heat accumulato sul babyface giusto. Triple H con Batista, Lesnar con Eddie, JBL con Cena, Omega con Page, McMahon con Austin e chi più ne ha più ne metta: prima del cambio di roster, pensavo che proprio Big E potesse essere l’unico papabile per scalzare il capotavola dalla sua posizione privilegiata. Dopo il suo passaggio a RAW e la vittoria meritoria dell’alloro massimo, questa ipotesi è tarmontata e il panorama nello show blu dal punto di vista dei “buoni” mi sembra desolante: su Woods ci si punta o no? Ed è credibile che proprio lui possa riuscire dove i suoi due blasonati amici hanno fallito? A volte mi capita di pensare che forse solo Reigns potrebbe essere il face in grado di scalzare la sua versione heel. Ma passiamo all’incontro. Il canovaccio dei match di Reigns oramai è abbastanza tracciato: fase iniziale lenta, metodica (a tratti noiosa), poi un’accelerazione vertiginosa negli ultimi 7/8 minuti, con falsi finali avvincenti e coinvolgenti. Big E ha rischiato di ammazzarsi almeno due volte con i suoi shoulder blocks volanti, ha vissuto una fase di vantaggio importante ma poi ha perso in modo inappellabile, netto e pulito. Anche qui, vista la posta in palio impalpabile, davvero non si poteva elaborare una soluzione più “protettiva” per Big E? Winner: Roman Reigns (6,5 / 10)


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LIVE EVENT

Un PPV che paragonerei a un vino giovane. Gradevole, poco palpabile e per nulla persistente: nulla di rilevante è accaduto alle Series, poco accadrà dopo, a parte il furto dell’uovo di Cleopatra (!!!). Il problema attuale della WWE credo sia proprio questo: le uniche cose memorabili lo sono per i motivi sbagliati. (6,5 / 10)